I cinque migliori romanzi apocalittici

By Simone Corà | martedì 8 febbraio 2011 | 13:30

Con i suoi Vermi conquistatori Brian Keene racconta la fine del mondo. Una pioggia torrenziale che cade, senza pause, da giorni e giorni, un vero e proprio diluvio biblico che ha sconquassato l’assetto del pianeta intero. Prima le città allagate, altre sommerse da frane di fango, poi un oceano globale da cui spuntano isolotti che una volta erano montagne. Non esistono più nazioni né governi, e i sopravvissuti, a quanto ci è dato sapere dopo una sommaria descrizione dell’intervento della Guardia Nazionale, sono lasciati a se stessi. E con le proprie mani devono affrontare la minaccia più impossibile e inattesa: vermi, vermi giganti che per millenni hanno dimorato nel sottosuolo, sono ora liberi di risalire in superficie. Per conquistarla.

Ritengo questo romanzo, letto in lingua originale (The Conqueror Worms) e ormai vicinissimo alla sua pubblicazione italiana per Edizioni XII, tra le migliori visioni apocalittiche degli ultimi anni: esagerazione catastrofica, impressionante inventiva orrorifica, golosissimo bestiario fatto di creature immense che polverizzano ogni cosa. Ho individuato altre quattro, recenti opere capaci di narrare con estrema cura e preparazione l’apocalisse – inutile, oggigiorno, mettere in mezzo pilastri della narrativa di genere come Io sono leggenda e L’ombra dello scorpione. La mia non è una classifica né, d’altronde, potrebbe mai esserlo, sono sempre troppe le lacune, soprattutto su una certa sci-fi degli ultimi anni, ma questi romanzi mi hanno colpito parecchio e penso possano essere prodotti piuttosto rappresentativi di questo particolare filone.

Il quinto giorno, di Frank Schatzing. Narratore della madonna, Schatzing è in possesso di uno stile esemplare nel coniugare scioltezza e profondità. Scrittore squisitamente pop, ma di enorme spessore, è capace di stendere decine di cartelle parlando di tecnologia e scienza, senza rinunciare a tecnicismi e digressioni, risultando comunque godibilissimo e mai, mai, mai noioso. Il quinto giorno è lungo più di mille pagine, ma è lettura sempre avvincente e costante, non un cazzo di calo nel narrare della più (apparentemente) banale delle rivoluzioni: la natura che dice basta all’uomo, e cerca di toglierlo di mezzo.

Il mondo dopo la fine del mondo, di Nick Harkaway. Quale apocalisse più realistica di una guerra totale? Tutto il mondo se la prende con un minuscolo staterello arabo, reo di avere un debito incalcolabile per un prestito, però, mai richiesto a una banca internazionale. Per cancellarlo dalla cartina geografica sganciano delle vere e proprie bombe che cancellano la realtà, ma combinano un casino. Intelligente, esilarante, tragico, commovente. Tra le letture più sorprendenti di sempre, romanzo stupefacente e che in più di un’occasione mi ha lasciato a bocca aperta. Lo conservo gelosamente, e non ve lo presterò MAI.

World War Z, di Max Brooks. Gli zombi dovevano esserci, per forza, dopotutto distruggono il mondo da quarant’anni, il loro impegno va ripagato. E in uno scenario narrativo/cinematografico dove ormai i morti viventi, per quanto sia sempre piacevole dare loro il cinque, hanno detto tutto, Max Brooks raccoglie interviste ai sopravissuti di un’ipotetica realtà dove gli zombi dominano incontrastati. Realismo impressionante, dettagli sconvolgenti, tra le opere più innovative della narrativa horror tutta.

Flood, di Stephen Baxter. Pochi anni nel futuro per parlare della più spaventosa delle alluvioni, quella che sta rapidamente sommergendo il pianeta intero. Tra amarezza e disperazione, Baxter calca molto la mano su psicologico realismo e sofferenza mortificante, in un’atmosfera angosciosa che sale alla gola come l’acqua che sta ricoprendo l’umanità.

Chiaro che ora la trombe del giudizio passano a voi: in quali romanzi vengono suonate meglio?

10 commenti:

  1. Ottimo articolo!
    Tranne "Il mondo dopo la fine del mondo" (che non ho letto) quoto tutti gli altri titoli che elenchi. Di Keene ci starebbero bene anche The Rising e relativo seguito, ma tra gli zombie WWZ è imbattibile.
    Lieto che tu abbia inserito anche "Flood", di cui non parla quasi nessuno, ma che è davvero valido.
    Ma un vecchio monumento come "Io sono leggenda" si può mettere in classifica o lo lasciamo con l'oscar alla carriera?

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  2. Lo mettiamo come Oscar alla carriera!
    Di tutti quanti gli altri concordo enormemente sul tedesco Shatzing ,mentre Word War Z in alcuni passaggi risulta lievemente noioso,salvo poi rialzarsi in altri.

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  3. Tencs!

    Io sono leggenda l'ho lasciato volutamente fuori proprio perché romanzo fin troppo importante e storico, qui mi sono concentrato su cose più recenti. :)

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  4. concordo su tutto, ma metterei in classifica "l'ombra dello scorpione" di King, che a mio parere è una manciata di spanne sopra tutti gli altri (non ho ancora letto i Vermi, of course).
    e anche una citazione per La strada di McCarthy.

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  5. Come per Io sono leggenda, ho lasciato fuori L'ombra dello scorpione proprio perché titolo famossisimo e pilastro di questo filone - io volevo giusto dare uno sguardo ai titoli recenti. :)

    La strada, giusto, lacuna che devo al più presto colmare. :)

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  6. Ok, fucilatemi: "The road" è una palla pazzesca.

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  7. mi sento un idiota perché non ne ho letto neanche uno... pensavo che il miglior romanzo apocalittico fosse La Strada o l'Ombra dello scorpione. Devo farmi una cultura.

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  8. Non è mai troppo tardi per recuperare qualche buon libro, Andrea. :)

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  9. Aggiungo Apocalisse Z di Manuel Loureiro.

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  10. Io con Apocalisse Z sono resistito 50 pagine, e dopo le prime cinque, banalissime, ho dovute leggerle a forza perché il libro me l'hanno prestato e ridarlo indietro senza neanche provarci mi sembrava maleducato... ;)

    Però benvenuta, eh! :)

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