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Schegge, di Sebastian Fitzek

By Simone Corà | giovedì 9 settembre 2010 | 12:00

Elliot, 2010
360 pagine, 18,50 euro
ISBN 97888619021306

Marc Lucas ha un peso insopportabile che lo schiaccia e gli impedisce di vivere: è infatti il responsabile di un incidente automobilistico in cui ha perso la vita sua moglie incinta, e non passa giorno che non pianga per questa terribile tragedia. Contattato da un misterioso dottore, Marc scopre l’esistenza di una clinica dove, per mezzo di una rivoluzionaria tecnologia, possono estirpare dalla mente i ricordi più spiacevoli, cancellarli definitivamente, come non fossero mai esistiti. Marc non si fida, tuttavia fa un colloquio e si informa a riguardo, ma quando torna a casa scopre che il nome sul campanello non è più il suo, e che all’interno abita sua moglie, viva e vegeta…

L’esplorazione della memoria, l’accesso ai ricordi più sgradevoli, la possibilità di resettare la mente e ricaricarla soltanto con quanto faccia più piacere all’uomo sono temi molto cari alla fantascienza, e difatti non è di certo l’originalità il motore di questa vicenda scoppiettante architettata da Sebastian Fitzek, autore tedesco di notevole fama per i suoi romanzi psychothriller, bensì un crescendo narrativo incontenibile.

L’impressione, leggendo, è quella di una crepa su una lastra di ghiaccio, che si ingrandisce secondo dopo secondo, pagina dopo pagina, fino a inabissarsi nelle gelide acque sottostanti. Fitzek infatti parte da una manciata di informazioni elementari che però poi spalanca, approfondisce, estende a dismisura man mano che la storia prosegue. Ma non è un semplice addentrarsi nei personaggi e nelle loro vicende, il suo, tutt’altro, è come se il puzzle complessivo, invece di svelarsi a poco a poco, si facesse sempre più complicato, tortuoso, impossibile.

Fitzek aggiunge, aggiunge, aggiunge dettagli in continuazione, in una graduale ma inarrestabile discesa nel passato di Marc e suo fratello Benny, e questo va a completare una complessità già di suo inestricabile. Disperso tra una realtà che non conosce e ricordi che soltanto lui è convinto di possedere, il viaggio disperato di Marc è un incessante ribaltarsi della situazione, una folle e contraddittoria odissea, dove quasi mai si è sicuri se ciò di cui è protagonista stia accadendo veramente o meno.

Ingarbugliata e fitta com’è, la struttura di queste schegge di memoria necessitava però di una scrittura più pulita e agevole, cosa che a Fitzek non sempre riesce. Il suo è uno stile molto snello e veloce, velocissimo, in più di un’occasione purtroppo non adeguato a supportare bruschi cambi direzionali, twist improvvisi e avvicendamenti di situazioni. La curiosità sprigionata dalla storia è pertanto minata da una scrittura non esemplare, causa primaria del crollo del castello e di una certa confusione per un buon numero di situazioni non spiegate a sufficienza, troppo superficiali, prive di mordente.

Gran peccato, quindi, il pregevole crescendo di Schegge è costellato da scossoni narrativi che impediscono di addentrarsi pienamente nella storia, peraltro più che buona e costruita in maniera eccellente. Volume comunque da provare, mi sono divertito parecchio nella prima brillante metà, meno nella seconda quando le lacune stilistiche affioravano eccessivamente: se vi incuriosisce concedetevi una sessione di lettura in libreria prima dell’acquisto.

4 commenti:

  1. Grazie della segnalazione!
    E' da un po' che lo vedo in giro ma non mi attirava. Sarà la copertina molto scarna o il nome sconosciuto dell'autore, ma ti dirò che non l'avevo mai nemmeno preso in mano per leggere la quarta di copertina.
    Così come lo descrivi tu scopro che potrebbe piacermi.

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  2. @ McNab: a me la copertina piace, per quanto scarna è molto particolare. E ti dirò, a me neanche la trama attirava molto, però quando cominci basta poco a precipitare nella vicenda. Se solo lo stile fosse più corposo e deciso, sarebbe davvero un ottimo romanzo. Per ora, è solo così così.

    @ gelo: !

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  3. Libro molto interessante, ma di Fitzek preferisco Il ladro di anime e La terapi, complimenti cmq bel blog, lo seguirò:)

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