Recensione: Stake Land

By Simone Corà | giovedì 1 dicembre 2011 | 08:00

Forse non è una sorpresa che Stake Land si sia accaparrato il premio del pubblico al Trieste Science+Fiction 2011, non tanto perché pellicola qualitativa che ha raccolto giustamente il favore degli spettatori, ma perché tanto mediocre, per quanto di gradevole visione, che inevitabilmente finisce per “piacere a tutti”, a dispetto di qualche titolo che invece divida e classifichi i gusti di chi guarda. Solito futuro apocalittico, solito scenario alla Mad Max, soliti personaggi impavidi, soliti mostri e soliti schemi narrativi. Ci troviamo di fronte a un film già visto mille volte, da Vampires a 30 giorni di buio, che dispiace criticare per la comunque oggettiva bontà generale del prodotto sotto ogni punto di vista, ma che in fondo annoia chi dal cinema di genere cerca qualcosa di più del solito tran tran catastrofico.

Mickle e Damici avevano ben iniziato la loro carriera con Mulberry Street, progetto acerbo ma assai interessante per costruzione e crescendo, e una certa innegabile abilità è comunque applicata anche a questo Stake Land. L’atmosfera drammatica e opprimente, il lento e triste srotolarsi della vicenda, le tematiche religiose come scontri di mondi analizzate dal punto di vista di una suora, tra i buoni, e di un santone pazzo, tra i cattivi: è chiaro che gli autori hanno qualcosa da dire, un qualcosa che non rientra nelle trite banalità del B-movie. Ma è in fondo a questo che si riconduce, in ultima analisi, Stake Land, perché già dai primi minuti è facile immaginarsi l’evolversi della situazione e la crescita del rapporto tra Mister e il giovane Martin, vanificando, appiattendo certi spunti discreti.

Gli ammazzavampiri di Stake Land, cazzutissimi motherfucker, lo si vede dagli sguardi

Il bestiario non è granché, un ibrido vampiro-zombie del quali gli stessi registi non sanno bene che pensare, e che risulta comunque uguale a tutte le altre creature di recente ideazione, così come non è granché lo scenario di lotta per la sopravvivenza. Piacciono gli effetti splatter e una certa cattiveria di fondo, soprattutto nella parte conclusiva, ma a Stake Land manca il fegato di dire qualcosa di più, di staccarsi dal marasma di film identici a se stessi (al solo S+F gareggiavano in concorso ben due opere simili, oltre a questo Stake Land, vale a dire Monsters e Nuclear Family). Un gran peccato pensando alla regia sciolta e agile di Mickle (meravigliosa, tra l’altro, la lunga sequenza dei mostri scagliati dal cielo) e ai dialoghi discreti di Damici, anche attore principale. Le poche intuizioni (il già citato equilibrio religioso tra la suora e il santone) non è infatti sufficiente a rendere fresco un intreccio che aveva bisogno di soluzioni, contesti e personaggi differenti per poter realmente catturare lo spettatore.

Dopo visto, si dimentica subito.

2010, USA, colore, 98 minuti
Regia: Jim Mickle
Sceneggiatura: Jim Mickle, Nick Damici

13 commenti:

  1. Il problema principale della pellicola, che si è notato anche nella successiva intervista ai registi, attori, sceneggiatori, uomini delle pulizie, è che come dici nessuno sembrava aver chiaro che cosa fossero quelle creature, perché fossero lì e cosa potevano diventare.
    Peccato, però, a me che sono digiuno di cose del genere, ha comunque divertito parecchio.

    RispondiElimina
  2. Che coincidenza, l'ho visto la settimana scorsa. :)
    La penso più o meno come te, anche se le tematiche religiose personalmente mi hanno dato parecchio fastidio, così come le scene in cui Mister insegna al ragazzo come difendersi e combattere.
    Lo si guarda senza troppi problemi, ma alla fine non rimane proprio nulla...

    RispondiElimina
  3. non mi hai certo fatto venire voglia di correre a guardarlo.
    ce l'ho lì in lista d'attesa da un po', mi sa che ci rimarrà ancora...

    RispondiElimina
  4. @ Matteo: mah, credo sia un problema secondario, alla fine i vampiri-zombie sono mostri affamati e fanno esattamente quello che dovrebbero fare ina una storia del genere. E' proprio tutto l'insieme, dal contesto ai personaggi, ad avere poco fascino, rendendo alla fine poco interessante il film.

    A meno che, come dici tu, qualcuno non sia a digiuno di machi messicani tutti d'un pezzo che ammazzano mostri mentre esclamano frasi ad effetto ;-)

    @ moderatamente: anche a me il contesto relagioso irrita parecchio, però qui è forse l'unica cosa veramente degna e giostrata con una certa personalità rispetto ad altre pellicole simili. Poi, vabbè, è sempre la solita minestra, quindi quanto dico sopra vale quel che vale... :)

    @ Cannibale: piuttosto recupera, se non l'hai già visto, Mulberry Street, sempre scritto-diretto-recitato dallo stesso duo, film molto più fresco e avvincente, per quanto anche lì il soggetto non sia poi sta gran novità... :)

    RispondiElimina
  5. Su questo film non ho nulla d'aggiungere perchè Simone ho avuto le tue stesse impressioni.
    L'unica cosa che mi ricorderò è la pioggia di vampiri.

    In Mulberry Street secondo me potevano permettersi di inquadrare alcuni mutanti-ratto che stavano in un cantuccio a grattersi le orecchie a farsi un pisolino o, che so, ad accoppiarsi. In questo modo li avrebbero resi ancora più credibili perchè non è che i topi mangiano ininterrotamente durante la giornata.
    L'altra cosa che mi ha infastidito in quel film sono state le riprese ad angoli assurdi come in alcuni anime. Per alcune parti del film erano funzionali ma per altre assolutamente inutili.
    D'altra parte mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi.

    RispondiElimina
  6. MB l'ho visto parecchio tempo fa, ricordo giusto i mostrazzi-ratti e la simpatica fisicità dei protagonisti, mi rimane quindi un bel ricordo, ecco, magari si potrebbe rispolverare. :)

    RispondiElimina
  7. A me più che altro ha dato fastidio la cattiveria ostentata ma non reale del personaggio di Mister.
    Non è coerente che


    SPOILER
    prima sei il duro tutto d'un pezzo che vuol starsene da solo e poi ti accoli ragazzino, ragazza incinta e suora perché sì.
    SPOILER

    E poi sì, hai ragione tu, non ci sono spunti che lo differenzino da altri film di questo tipo e chi ne ha visti tanti dopo un po' si annoia.

    RispondiElimina
  8. @ ilgironodeglizombi: tranquillo! E' successa la stessa cosa al nonno di Heidi :P

    RispondiElimina
  9. @ Giovanni: :-P

    @ Lucia: sì, sicuramente, è una cosa che può stare in piedi per il ragazzetto e per la suora (in fondo era stata aggredita, erano successe cose, bla bla bla), ma la troietta incinta e il negro si uniscono al gruppo troppo in fretta e senza spiegazioni, e in effetti che il party si formi in maniera così superficiale fa un po' stridere.

    RispondiElimina
  10. Simpatica l'idea dei vampiri, o quel che sono, bomba. Mi devono ancora spiegare come fa Mister a salvarsi dalla sua condanna a morte...

    RispondiElimina
  11. Ma è perché è un duro, nessuno può fargli del male! XD

    RispondiElimina
  12. Mulberry Street lo avevo visto e mi era piaciuto.
    Una regia ottima, una storia già vista che comunque i realizzatori riuscivano a rendere originale e coinvolgente.
    Peccato che non succeda lo stesso con questo Stakeland. Appena possibile, comunque, cercherò di procurarmelo.

    RispondiElimina
  13. Non c'è dubbio che Mickle se la cavi anche molto bene dietro la camera, così come, in coppia con Damici, sappia scrivere tutto sommato discretamente. Penso che ai due servirebbe semplicemente un soggetto più forte (cosa che per adesso, boh, non vogliono fare o forse non ne sono capaci...) per poterne trarre qualcosa di interessante. :)

    RispondiElimina