Regia: Yoshishiro Nishimura, Naoyuki Tomomatsu
Sceneggiatura: Naoyuki Tomomatsu
Avevo già conosciuto il duo sanguinario Yoshishiro Nishimura/Naoyuki Tomomatsu, tra i macellai più in vista del più recente cinema splatter nipponico (visionario effettista/regista il primo mentre il secondo alterna piccoli zombie-cult come Stacy a excursus nel cinema porno), e li ritrovo ora a collaborare per un film indefinibile, una dark-comedy low budget dove sangue e trovate ingegnose si sprecano per venire però sommerse e calpestate da un’anima demenziale e surrealista di dubbio gusto, che mai si riesce ad afferrare in pieno per comprendere davvero l’intento dei due folli registi.
Se di fronte a meraviglie sanguinolente di grande inventiva comica (il combattimento iniziale con le pile di teschi e le teste scuoiate come gomitoli di lana, la goccia di sangue impazzita e inafferrabile, il club delle tagliatrici di polsi) non si può che lodare l’estro dei due autori, capaci di stupire pur con budget inesistente e una conseguente effettistica tremenda e amatoriale, è davvero difficile abbracciare la sciocca componente comica, fatta di ragazze di colore con labbroni di gomma sporgenti e impossibili, dialoghi deliranti e spesso ridicoli, almeno le poche volte che sembrano affrontare un qualche tipo di discorso, e una generale struttura non-sense alla quale bisogna arrendersi con dispiaciuti sguardi perplessi.
Tratto dal manga omonimo di Shigiku Uchida, Vampire Girl vs Frankenstein Girl racconta del bizzarro triangolo amoroso tra la bella vampira Monami, che ha trasformato in una creatura della notte l’amato Mizushima e ha fatto imbestialire Keiko, ed è arduo individuare altri elementi che rafforzino l’esile plot, persi come siamo tra bidelli mutanti, scienziati pazzi, sette suicide, ragazze morte rianimate, finte negre che ballano, allucinanti geyser di sangue, croci giganti che volano e varie altre pazzie. Parliamoci chiaro, si può anche oggettivamente apprezzare la meta grottesca del film, qualcosa quindi che cerca di andare oltre alle ironiche, tamarre, abbondantissime secchiate di sangue tipiche di questo particolare sottogenere horror prettamente nipponico (Meatball Machine, The Machine Girl, Tokyo Gore Police), riuscendo così a differenziarsi per totale follia e voglia di distruggere ogni confine. Ma l’essere fuori di testa, un fuori di testa così esagerato, non è valore aggiuntivo di un film inconcludente e irrisolto che, per quanto curioso e divertente da vedere, è spesso irritante per il modo in cui si assiste allo spreco incondizionato di tonnellate e tonnellate di spunti.
Sceneggiatura: Naoyuki Tomomatsu
Avevo già conosciuto il duo sanguinario Yoshishiro Nishimura/Naoyuki Tomomatsu, tra i macellai più in vista del più recente cinema splatter nipponico (visionario effettista/regista il primo mentre il secondo alterna piccoli zombie-cult come Stacy a excursus nel cinema porno), e li ritrovo ora a collaborare per un film indefinibile, una dark-comedy low budget dove sangue e trovate ingegnose si sprecano per venire però sommerse e calpestate da un’anima demenziale e surrealista di dubbio gusto, che mai si riesce ad afferrare in pieno per comprendere davvero l’intento dei due folli registi.
Se di fronte a meraviglie sanguinolente di grande inventiva comica (il combattimento iniziale con le pile di teschi e le teste scuoiate come gomitoli di lana, la goccia di sangue impazzita e inafferrabile, il club delle tagliatrici di polsi) non si può che lodare l’estro dei due autori, capaci di stupire pur con budget inesistente e una conseguente effettistica tremenda e amatoriale, è davvero difficile abbracciare la sciocca componente comica, fatta di ragazze di colore con labbroni di gomma sporgenti e impossibili, dialoghi deliranti e spesso ridicoli, almeno le poche volte che sembrano affrontare un qualche tipo di discorso, e una generale struttura non-sense alla quale bisogna arrendersi con dispiaciuti sguardi perplessi.
Tratto dal manga omonimo di Shigiku Uchida, Vampire Girl vs Frankenstein Girl racconta del bizzarro triangolo amoroso tra la bella vampira Monami, che ha trasformato in una creatura della notte l’amato Mizushima e ha fatto imbestialire Keiko, ed è arduo individuare altri elementi che rafforzino l’esile plot, persi come siamo tra bidelli mutanti, scienziati pazzi, sette suicide, ragazze morte rianimate, finte negre che ballano, allucinanti geyser di sangue, croci giganti che volano e varie altre pazzie. Parliamoci chiaro, si può anche oggettivamente apprezzare la meta grottesca del film, qualcosa quindi che cerca di andare oltre alle ironiche, tamarre, abbondantissime secchiate di sangue tipiche di questo particolare sottogenere horror prettamente nipponico (Meatball Machine, The Machine Girl, Tokyo Gore Police), riuscendo così a differenziarsi per totale follia e voglia di distruggere ogni confine. Ma l’essere fuori di testa, un fuori di testa così esagerato, non è valore aggiuntivo di un film inconcludente e irrisolto che, per quanto curioso e divertente da vedere, è spesso irritante per il modo in cui si assiste allo spreco incondizionato di tonnellate e tonnellate di spunti.
Lo voglio! DEVO vederlo!
RispondiElimina"allucinanti geyser di sangue, croci giganti che volano"... solo per questo meriterebbe una visione...mi ricorda troppo le parodie alla scary movie...
RispondiEliminanonostante il giudizio finale, il solo aver citato tokyo gore police m'attizza la visione :D
RispondiEliminaFinte negre???
RispondiEliminaMa chi può voler fingere di essere negro?? o_O
Davvero grottesco...
@ Nick: devi guardalo!
RispondiElimina@ Liber@discrivere: ah, ehm, be', no, di parodia qui non c'è nulla, è un umorismo tutto loro e di livello anche bassino. Però ci sono i geyser di sangue, questo sì. :)
@ Robydick: uno dei due registi è quello, il gusto per il sanguinoso pure, le invenzioni visive però erano di gran lunga migliore in Tokyo Gore Police. :)
@ Cyb: tu potresti fingere... XD