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Il sentiero di legno e sangue, di Luca Tarenzi

By Simone Corà | mercoledì 7 luglio 2010 | 13:15

Asengard Edizioni, 2010
142 pagine, 8,90 euro
ISBN 9788895313115

Risvegliatosi in un luogo a lui sconosciuto, un essere di legno articolato e ingranaggi si ritrova confuso e spaesato. Davanti a sé ha il cadavere del suo costruttore, ma non ha un nome né memoria, e due spietate creature, la Maschera e la Bestia, gli danno la caccia.
Disperso in un mondo in rovina, dove convivono divinità del caos e giganti marini, castelli volanti e tribù guerriere, deve ritrovare se stesso e capire chi è.


Prendere spunto dai classici e rielaborarli non è di certo cosa nuova, tanto nella scrittura quanto nel cinema, e il Pinocchio di Collodi, pur essendo sempre opera attuale, non è nuovo a revisioni più o meno colorite (basterebbe pensare a I.A.).

Non è un caso che sia Francesco Dimitri a presentare Il sentiero di legno e sangue, fresco romanzo di Luca Tarenzi che inaugura Wyrd, la nuova collana di Asengard Edizioni. Dopo essersi ispirato a Peter Pan per l’ottimo Pan e ad Alice nel paese delle meraviglie per l’ahimè meno riuscito Alice nel paese della vaporità, nessuno meglio di lui, nella narrativa tricolore di genere, poteva curare l’introduzione di una storia molto vicina ai suoi ideali fantastici, un fantasy che è anche fantascienza e continua a voltare faccia toccando ora l’horror, ora un certo steampunk.

New weird, lo chiamano, e Tarenzi, che ha una buona padronanza narrativa e scrive in prima persona, cattura facilmente per mezzo di uno stile veloce e incalzante, e allo stesso tempo camuffa bene i dichiarati spunti di partenza. Il sentiero di legno e sangue, pur toccandone gli snodi fondamentali, non segue poi così fedelmente la nota novella di Collodi, e i trucchi con cui veste i vari Geppetto, Mangiafuoco e la balena sono piuttosto pittoreschi e curiosi, tanto da dimenticarsi, più di una volta, quei passaggi e quelle svolte da tutti conosciuti, e godersi così un romanzo semplice ed efficace come questo.

Piace infatti lo scenario in cui viene calata la vicenda, un calderone fantasy/fantascientifico, un mondo lasciato a se stesso dove convivono bestie immense e burattini umani, ripugnanti mostruosità e poetici paesaggi, ognuno di essi nato dalla fervida fantasia di creature mitologiche, forse uomini forse addirittura divinità, che hanno sognato tutto ciò e l’hanno reso reale per mezzo di tecnologie oramai dimenticate.

Impossibile, e sbagliato, ora, riassumere uno dei capitoli più interessanti dell’opera di Tarenzi, quello dove i due generi principali vengono forse mescolati con le idee più convincenti del romanzo, ma anticipo un gran gusto visivo nella creazione di mostri colossali come il Corifeo o il gigante, ben resi da un’ottima scelta lessicale che imprime immagini fascinose e inquietanti.

Romanzo semplice ed efficace, si diceva, ed è per questo che tutto sommato si sopportano certe imperfezioni e cali qualitativi, come alcune ingenuità stilistiche o sprazzi di buonismo tipicamente fiabesco non necessari. La stessa conclusione, ampiamente prevedibile nonché forse punto minore dell’opera, è comunque parte gradevole, giusta chiusura dell’intreccio e probabile aggancio per un sequel.

Luca Tarenzi scrive bene, sa far risaltare le parole e creare immagini notevoli, e queste 150 pagine scarse si leggono velocemente. Non ci sono vere e proprie innovazioni, e una certa essenzialità narrativa, magari, poteva essere sovvertita per dare al Pinocchio una veste ancora più immaginifica, ma in definitiva Il sentiero di legno e sangue è prova più che discreta, e direi che a questo prezzo invitante, e per il bene di queste piccole, tenaci realtà editoriali come lo è la mia compaesana Asengard, è anche acquisto consigliato.

4 commenti:

  1. E non usare paroloni come "steampunk" che poi non ci capisco una chips perché sono ignorante e mi sembra il nome di una merendina spalmabile in tubetto!!!
    Bravo, biondein, vedo che prosegui a recensire malgrado i tuoi impegni e fai di questo blog un angolo sempre gradevolissimo e aggiornato, a differenza del mio. ;)
    Besos
    Maria Bionda.

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  2. corto, fantastico, con idee.
    magari questo mi lo compro

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  3. Grazie per la recensione.
    A vederlo così mi sembrava il classico romanzetto minchiofantasy per cerebrolesi. E' bello sbagliarsi, di tanto in tanto. Così come lo descrivi tu, credo che valga la pena di comprarlo.

    PS: anche a te "Alice" è piaciuto assai meno di "Pan"? Ci fai una recensione?

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  4. Sì, per quel prezzo vale la pena, è molto grazioso e piacevole, è un bel libricino.
    La sinossi e Pinocchio come base di partenza potrebbero trarre in inganno,ma nel complesso è un bel libretto. :)

    Alice, no, non penso che recensirò, già troppe cose in lista e sempre meno tempo. Comunque, sì, molto minore e ingenuo rispetto a Pan.

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