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Recensione: I guerrieri del ghiaccio, di George R.R. Martin

By Simone Corà | venerdì 3 febbraio 2012 | 08:00

Mondadori, 2011
486 pagine, 19,00 Euro

È difficile giudicare quello che a conti fatti è soltanto un pezzo di libro, la parte iniziale che, naturalmente, è sempre la più lenta e la meno avvincente, in particolar modo nel caso di Martin, che ha bisogno di pagine e pagine per smuovere le sue decine di personaggi in situazioni divenute colossali. La stratificazione delle Cronache del ghiaccio e del fuoco ha raggiunto infatti livelli vastissimi, e il solo A Dance of Dragons serve a coprire le sorti parallele dei personaggi non menzionati nel precedente A Feast for Crows: I guerrieri del ghiaccio quindi segue essenzialmente le vicende iniziali di Tyrion, Jon Snow e Daenerys, per 400 pagine sì affascinanti ma che, come da tradizione, se la prendono molto comoda.

Certo, ci troviamo di fronte a scenari mastodontici, soprattutto nei capitoli con Tyrion, dove Martin si sofferma a descrivere abitudini e folklore locale di luoghi di cui finora non aveva ancora trattato, porzioni che sicuramente potevano essere accorciate in favore di un maggior ritmo, di una compattezza più decisa, ma che in realtà piacciono proprio per il loro lento incedere, così come la nave che trasporta il Folletto, in territori magici e antichi, custodi di un segreto che pare finalmente posizionare i primi tasselli utili a collegare i tanti interrogativi nati in questi anni.

Non è molto diverso il discorso sui capitoli riguardanti Jon e Daenerys, i primi incentrati sugli ostacoli nati dalla difficile convivenza tra il ragazzo, ora al comando della Barriera, e il burbero Stannis, mentre i secondi dedicati alle sofferte decisioni che la ragazza Targaryen deve prendere per compattare il suo popolo. Non è che accada poi molto, in queste porzioni di storia, Martin le sfrutta per costruire le fondamenta di quanto si verificherà in seguito (l’impossibile difesa della Barriera da una parte e i nuovi nemici di Daenerys dall’altra), ma l’avanzamento pachidermico della trama sembra accomodarsi su questioni forse non così importanti e un poco forzate (su tutte, l’ennesima rinuncia di Daenerys alla conquista del Regno). Ci si “accontenta”, allora, di travagliate parentesi sull’inattuabile conquista del Regno a opera di Stannis, che richiede invano la collaborazione dei popoli del Nord, e di raffinate riflessioni sul ruolo della giovane regina dei draghi, sicuramente uno dei personaggi migliori della saga, che matura di capitolo in capitolo mostrando forza e intelligenza.

Non c’è dubbio che sia sempre un gran bel leggere, Martin scrive divinamente con una particolare attenzione per il crescendo dei capitoli, strutturati con invidiabile maestria, ma una maggior sostanza avrebbe probabilmente assetato di più chi agognava il nuovo libro della saga, arrivato dopo troppi anni dall’uscita del precedente volume. Non è comunque possibile farsi un giudizio vero e proprio su questa crudeltà editoriale, per cui mi fermo qui e attendo l’uscita del PDF scrauso del nuovo spezzone.

2 commenti:

  1. Questa volta la Mondadori non mi ha fregato. Porca miseria ho comprato l' intero volume in inglese (che fatte le debite proporzioni, alla fine costa molto meno rispetto alla crudeltà editoriale italiana) in e-book e li ho mandati al diavolo.
    Però ancora non ho iniziato la lettura. Immaginavo che la prima parte fosse un po' lenta e di assestamento

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  2. Ho provato anch'io a leggerlo in lingua, ma mi sono fermato dopo il prologo: si riesce a seguire abbastanza bene, ma lo stile di Martin è troppo ricco e l'idea di perdermi anche solo una sfumatura mi ha frenato subito. :)

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