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Le classifiche: i migliori dischi del 2009

By Simone Corà | mercoledì 23 dicembre 2009 | 12:45

Avevo molte aspettative per quest’anno musicale, e se una certa ossessione metallosa sembra stia svanendo a poco a poco (leggi non mi procuro più n mila dischi al mese, ma giusto una manciata) è colpa soprattutto di un 2009 soltanto discreto, che ha smorzato molte manie.

Per fortuna non sono mancate le sorprese, una piccola comitiva di salvatori del genere, chi innovandolo chi portando a vette inarrivabili certi schematismi, che spero di poter vedere dal vivo, prima o poi.

Ah, ovviamente qui si parla di cose metalliche(anche se su Midian l'argomento non si tocca quasi più, ma nel 2010 le cose cambieranno), non abbaiate per favore, perché, in fondo, pur ascoltando molto altro, è questa l’area musicale che so ben giudicare.

Quinto posto per gli Slough Feg e il loro Ape Uprising: un indiavolato hard rock dalle tinte melodiche e progheggianti che sa creare allo stesso tempo canzoni brevi e d’effetto e brani lunghi, complessi, articolati eppure sempre facilmente godibili, anche per orecchie tutt’altro che abituate al genere.

Quarto posto per i Wallachia e l’album Ceremony of Ascension: qui si parla di un death metal rozzo e brutale che si traveste in continuazione da un black sinfonico che, per melodie chitarristiche e atmosfere, ricorda tantissimo i mai troppo compianti Windir. Canzoni brevi ma spaventosamente complesse, che giocano con i generi pescando ora da questo o da quel gruppo, ma miscelando il tutto in una soluzione musicale tutta loro.

Il bronzo spetta ai giapponesi Mono, che con l’album Hymn to the Immortal Wind - qui la recensione - hanno creato sentite emozioni grazie a lunghe canzoni strumentali, in bilico tra un certo post rock e la sinfonia hollywoodiana. Un disco tutt’altro che originale ma di forte impatto.

L’argento va ai Baroness, con Blue Record, che, dopo attenti ascolti e sofferte indecisioni, in un duello con i Mastodon, band a cui si ispirano pesantemente, stravincono grazie a canzoni imprevedibili che toccano metal, prog e hardcore. Alto, altissimo poi il loro margine di miglioramento, sinonimo di garanzia per il futuro.

E infine, primo posto per Back to the Loose, dei giovani canadesi Swashbuckle, fautori di un indiavolato thrash slayerano, con cui mischiano numerosi intermezzi acustici dal sapore piratesco e goliardico. Schegge brevi, veloci, quasi mai sopra i due minuti, e spirito burlone e spensierato per una mezz’oretta di violenza sonora tutt’altro che cattiva. È sicuramente il disco che più mi ha stupito e che più ho ascoltato, pur nella sua limitatezza generica.

Fuori classifica ma piacevolmente presenti nel mio stereo: i Riverside, che sono finalmente tornati a progheggiare alla grande con Anno Domini High Definition; i Sirena, che con The 13 Floor - qui la recensione - hanno sfornato una pregevole prova di metal semplice, diretto e vagamente gotico; gli Shadow Gallery, con un ottimo Digital Ghost che fa rivivere lo spirito del troppo precocemente scomparso Mike Baker; gli Epica che, pur fotocopiando l'album precedente, con Design the Universe hanno prodotto comunque un lavoro più che discreto, e infine i Mastodon, che con Crack the Skye scrivono forse il disco che finalmente unisce, una volta per tutte, pubblico metal e la grande audience: originalità e genio, ma manca, e molto, la cattiveria abrasiva degli esordi.

E per finire, vi lascio con quella che ritengo la miglior canzone del 2009. Si tratta di un brano imperfetto, troppo breve, sembra più che altro un prologo a una suite di 20 minuti, ma per idee, freschezza, originalità, ritmo, fantasia e crescendo indiavolato, credo che The Gnashing, dei Baroness, soprattutto nei primi due minuti (non pensate chissà quale durata, eh, che in fondo la canzone raggiunge a malapena i quattro) sia davvero il non-plus-ultra di quest’anno musicale. E guai a voi se mi dite che non vi vien voglia di saltare da tutte le parti sentendo quel riff di chitarra sempre più veloce.



4 commenti:

  1. Io incamero le info e da stasera mi metto ai bordi di una strada in groppa al mio muletto ad aspettare che questi album "cadano da un camion" per poterli poi ascoltare...

    Metal rulez!

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  2. Neanche una citazione di See you in Valhalla, Mighty Michael dei KZ9. Disgusto ai massimi livelli.

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  3. Se qualcuno mi avesse passato il disco, avrei potuto, ehm, ascoltarlo, ma quel qualcuno non mi ha passato niente...

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