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Yeti

By Simone Corà | domenica 8 febbraio 2009 | 15:34

2008, USA/Canada, colore, 86 minuti
Regia: Paul Ziller
Sceneggiatura: Rafael Jordan

Dispersi sull’Himalaya a causa di un incidente aereo, i componenti di una squadra di football si vede costretta non solo a fare i conti con il gelo, la fame e i nervi logori, ma anche con il leggendario uomo delle nevi: lo yeti.

In certe occasioni, i sogni è meglio se restano nel cassetto. Non è un tirare indietro, o una mancanza di coraggio nel puntare in alto, ma una semplice constatazione che, di fronte a uno scarto di intelligenza come Yeti, viene piuttosto naturale fare. Perché se non c’è il budget, è inutile tentare di realizzare un film che richiede dei maledettissimi soldi e un minimo di capacità intellettiva per essere portato a termine. Meglio aspettare un futuro più propizio e una speranza economica che dia una parvenza di stabilità a un simile progetto. E invece no, testa dura e avanti tutta.

Ambientare un film sull’Himalaya e poi ricostruire la catena montuosa orientale nel bosco dietro casa porta già di suo a violenti attacchi di risate convulse. Aggiungere poi una tremenda flora in una grafica poligonale che anche ai tempi del PSOne era considerata immondizia, non può che dirigere la fronte verso il muro più vicino. Concludere questa magnificenza creativa con uno yeti alto un metro e cinquanta, che indossa una calza maglia e sembra ricoperto di penne di gallina, fa rotolare il macigno su un film che, nonostante tutto, avrebbe anche delle buone basi di partenza.

Rafael Jordan ha redatto infatti uno script sufficientemente, ehm, solido nonostante la pochezza di trama presentata. Non che manchino le inevitabili voragini narrative, ma perlomeno si ascoltano dialoghi più lunghi e ricercati della norma, nel tentativo di dare un minimo di spessore a quattro Big Jim senza speranze e a un paio di Barbie in overdose di stereotipi.

A rovinare qualsiasi buona volontà ci pensa però Paul Ziller, un evidentissimo ritardato mentale totalmente incapace di dirigere una macchina da presa nonostante la carriera ventennale all'insegna del cinema da dimenticare (una trentina di z-movie nel suo curriculum). Si può sopportare l’ingenua e ridicola esibizione dello yeti sin dai primi minuti, ma vedere il mostro delle nevi che saltella nella neve alla luce del sole strappa inevitabili gestacci e relative imprecazioni. Osservare come i protagonisti siano vestiti di magliettine e giubbottini leggeri e non solo non soffrano il freddo, ma che addirittura il loro fiato non si ghiacci, fa cadere le braccia. E non serve continuare, quando l’unica alternativa a un ritmo soporifero (i ragazzi se ne stanno GIORNI INTERI attorno al fuoco senza fare niente, e poi, all’improvviso, uno di loro dice: «Ehi, ma c’è un bosco proprio dietro di noi, perché non andiamo a esplorarlo per cercare del cibo?») è uno splatter risibile per mezzi a disposizione e pessima realizzazione.

Poco altro da dire per un fastidioso tv-movie che è difficile da rivalutare anche in ambito trash, vista comunque la ricerca di una serietà che, per certi versi, può anche dirsi riuscita. Una pernacchia ai distributori italiani a questo punto è obbligatoria.

9 commenti:

  1. Ma esiste davvero? No, dài. Questo te lo sei inventato tu.
    Ti prego, dimmi che è così.

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  2. Esiste davvero. Per di più trasmesso su Sky varie volte. E IO l'ho visto.

    Guarda su imdb che carriera invidiabile che ha il regista.

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  3. No, non lo farò; non voglio, voglio restare nel mio guscio utopico in cui certe cose non accadono.

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  4. Il vero eroe sei tu che l'hai guardato!
    Io non ne avevo mai sentito parlare... c'è sempre da imparare :)

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  5. Mi riprometto ogni volta che non guarderò mai più queste schifezze DA SOLO, perché in compagnia invece è molto divertente, e invece continuo a ricascarci.
    La tentazione è troppo forte.

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  6. Ciao, ho beccato ieri sera su Sky il capolavoro in questione, e ne ho visto appena qualche minuto, giusto in tempo per ammirare una delle scene più esilaranti della storia del cinema: lo yeti avanza baldanzoso verso 2 potenziali vittime, che in preda al terrore rimangono immobilizzate, salvo, una delle due, quando il mostro è a pochi passi, girarsi e...tirargli una palla di neve... mi stavo ribaltando dalla poltrona.

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  7. E' vero! :-D
    Momenti felici sono anche quando una Barbie vede lo yeti per la prima volta e tutti continuano a prenderla in giro e farsi grasse risate, come se, tutto sommato, non fosse poi tanto male essere dispersi sull'Himalaya.

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  8. Ragazzi, questo è un capolavoro da vedere in compagnia... anche solo per vedere quando uccidono un coniglio (himalayano) e poi si mangiano un pollo!! :-)

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  9. Anch'io voglio un coniglio himalayano!

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