Creata da: Ronald D. Moore
Episodi: 13
Durata: 10h
Dopo che i Cylon, i terribili androidi costruiti dagli esseri umani, hanno distrutto le dodici colonie, i sopravvissuti, a bordo di un drappello di astronavi guidate dalla Battlestar Galactica, vagano nell’universo per sfuggire alla minaccia del nemico.
Galeotto fu l’epico tv movie, tre ore solenni di laser spaziali, scorribande tra le stelle, mirabolanti effetti speciali, sofisticati intrighi e fiato corto a profusione. Maestoso stratagemma per riportare in vita l’omonima e incompresa serie televisiva del ’78, funge soprattutto da godurioso antefatto a questa stagione uno, primo vagito di quella che – paroloni permettendo – può essere considerata la più importante saga sci-fi dai tempi di Star Trek e Star Wars.
L’apertura delle danze viene affidata a una coppia di episodi adrenalinici e tesi, che tolgono il respiro e la voglia di alzarsi dalla poltrona: l’azione spietata e assillante è un continuo morso alle caviglie, puro batticuore esaltante, che gratifica occhi e menta in ottanta minuti scarsi.
Il vero spirito di Battlestar Galactica, però, emerge a poco a poco con le puntate successive, in una spirale di trascinante coinvolgimento emotivo. L’azione, salvo qualche gratificante eccezione, viene ridotta al minimo indispensabile, così come le escursioni CGizzate, ma viene tessuta un’imponente struttura dialogica, puntuale, precisa, affascinante, sorretta da una manciata di personalità forti come l’acciaio, profonde e carismatiche.
Amore, tradimento, politica e un’inaspettata punta di mitologia: questi sono i temi toccati, che affiorano sempre con più prepotenza mentre si avvicina il crudele cliffhanger dell’episodio tredici, sadico traghettatore verso misteri e domande irrisolte che verranno chiariti soltanto con le stagioni successive.
D’altro canto, la ferrea divisione delle puntate fa sì che la serie risulti saltuariamente frammentizzata più del dovuto. Nonostante la profonda continuity che li lega, ogni episodio è rigidamente autoconclusivo, e si sente la mancanza di una maggiore fluidità nel passaggio tra l’uno e l’altro. Personaggi che scompaiono per poi ricomparire molto più avanti, situazioni che sembrano nascere dal nulla cosmico, e una certa sincronia non sempre visibile a occhio nudo sono momenti di sconforto nello spettatore esigente, che non fanno altro che impossibilitare il raggiungimento delle perfezione, ostentata a più riprese.
Sono accorgimenti che, tuttavia, nel complesso non infieriscono nell’atmosfera opprimente e soffocante che si respira, e che spero siano facilmente scansati con le stagioni a seguire (altre tre, per l’esattezza, la seconda disponibile in dvd, la terza da poco trasmessa su Sky, la quarta e ultima è imminente in madrepatria).
L’ultimo appunto riguarda la pessima edizione dvd italiana, scandalosamente orfana della necessaria mini-serie iniziale (sadicamente disponibile in dvd a parte, per fortuna a un prezzo contenuto: 9,9 €), di qualsivoglia extra (nemmeno le scene tagliate) e perfino di una decente suddivisione in capitoli, a fronte di un costo eccessivo e disgustoso (oltre 40 € – fortuna vuole che esista per lo meno la vendita dell’usato). Un’immorale presa in giro, come insegna la tradizione tricolore. Come direbbe Pino Scotto: «Datevi fuoco!»
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