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24 - STAGIONE CINQUE

By Simone Corà | domenica 24 febbraio 2008 | 15:11

Creato da: Robert Cochran e Joel Surnow
Cast: Kiefer Sutherland, Kim Raver, Mary Lynn Rajskub, Gregory Itzin, James Morrison, Roger Cross, Jean Smart
Episodi: 24
Durata: 1080’
Produzione: USA
Anno: 2005

Avevamo lasciato un Jack Bauer finto morto pur di poter sfuggire all’ira dei cinesi e alla minaccia del proprio governo, e ora è costretto a tornare a combattere i terroristi, rei di aver ucciso alcuni suoi amici e intenzionati a rilasciare del pericoloso gas nervino sulle città più affollate degli States.

Dopo una season four piuttosto traballante, vuoi per una trama incerta e derivativa almeno fino ai due terzi, vuoi soprattutto per scelte stilistiche legate a un cast insopportabile per offerta di volti e atteggiamenti, i supereroi del CTU si apprestano nuovamente ad affrontare una lunghissima giornata lunga ventiquattro episodi.

L’intreccio narrativo, per fortuna, torna a splendere come ai vecchi fasti (con sintomi di epicità che soltanto l’indimenticabile stagione tre era riuscita a regalare), forgiandosi di una manciata di episodi iniziali esplosivi e che causeranno almeno un paio di notti insonni ai fan di vecchia data.

Tornati a respirare dopo la valanga di pugnalate, la vicenda si snoda in un consueto inseguirsi di colpi di scena, ribaltamenti, doppiogiochi e ambiguità. Trucchi che ormai non risultano più innovativi, ma che sanno sempre colpire con puntualità. Ovvio che non tutto è perfetto: certe virate narrative (comportamenti saltuariamente inspiegabili, un senso di complotto fin troppo esagerato, ingenue ricadute sentimentali) mostrano forzature evidenti nel tentativo di dare ordine al complesso caos cospiratorio. Ma questo in fondo è il prezzo preventivato da pagare per un coinvolgimento emotivo sempre costante.

Marchio di fabbrica della serie sono i dialoghi meccanici, freddi e superficiali, confermati purtroppo anche in questa occasione. La tendenza nel voler sempre avere una spiegazione sotto mano fa sì che le parti recitate si trasformino spesso in sterili riassunti delle puntate precedenti, che violentano atmosfera e credibilità.

Perlomeno la scelta del cast ha tenuto conto delle perplessità recepite nella serie precedente, e ora possiamo goderci personaggi ben delineati e soprattutto interpretati con la giusta drammaticità. Emblematica la figura del presidente Logan, uomo incerto, insicuro ed esitante, affidato a un Gregory Itzin magistrale

Sono ben tre i volti noti a questo giro di boa. Dopo i vari Tobin Bell e Arnold Vosloo delle passate edizioni, ora si può contare sulle performance d’acciaio dell’implacabile Julian Sands, del papà di Laura Palmer Ray Wise e del Robocop Peter Weller, comprimari all’altezza del mestiere strabordante di un Kiefer Sutherland come sempre eccellente. Da citare anche l’inaspettata comparsata di Elisha Cuthbert, ora impegnata a fare la star o qualcosa di simile.

Come tradizione vuole, il finale è ancora una volta aperto, e lascia trapelare idee ficcanti per una sesta serie che sbarcherà prossimamente su Sky.

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