Regia: David Lynch
Sceneggiatura: David Lynch
Cast: Laura Dern, Jeremy Irons, Justin Theroux Durata: 172’
Produzione: USA/Pol/Fra
Anno: 2006
Nikki ottiene la parte principale nel film Il buio cielo del domani, ma non appena iniziano le riprese, non riesce più a distinguere tra sogno e realtà e tra passato, presente e futuro.
Naturale prosecuzione del cammino enigmatico iniziato con Strade Perdute e continuato con Mullholland Drive, Lynch si ripresenta con un mammuth indecifrabile di tre ore di puro trip onirico. Qui non esistono intrecci narrativi e spiegazioni plausibili, siamo nel campo del forse, del può essere che, dove spazio e tempo sconfinano l’uno nell’altro, e diventa impossibile distinguere tra passato, presente e futuro.
Difficile aggrapparsi a qualche spiraglio narrativo: in tre ore vengono disseminati indizi e depistaggi di ogni genere, e diventa spontaneo accettare e concedersi a follie (la famiglia di conigli umanoidi) e inspiegabili incursioni noir (i malavitosi polacchi). Tutto è lecito e possibile nel cinema di Lynch, nel suo esasperato uso di simbolismi affascinanti quanto inaccessibili, soprattutto in questo caso, mai così spinto in simili territori estremi.
Ma è inutile sforzarsi di trovare parole adeguate per evidenziare un filo logico. A meno di non usare termini alieni, Inland Empire non si può recensire: un’esperienza onirica come questa ha bisogno degli occhi per poter essere anche solo lontanamente avvicinata.
Qui trovate recensioni più intellettuali del mio scarabocchio. Usano parole che io non conosco, ma sembra che sappiano il fatto loro. Se sopravvivete ai chilometri di sbrodolamenti mentali, potreste anche divertirvi.
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