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Recensione: Salvage

By Simone Corà | venerdì 20 luglio 2012 | 08:00


2009, UK, colore, 78 minuti 
Regia: Lawrence Gough 
Sceneggiatura: Colin O’Donnell 

A volte capita di imbattersi in idee talmente genuine che si lasciano perdere volentieri certe lacune e scivoloni vari che affosserebbero qualunque altro film, si resta infatti così colpiti da spunti e invenzioni che a tutto il resto dici “ma si”, “ci sta”, “va bene lo stesso”. Chiaro, è sempre un dispiacere vedere superficialità e disattenzioni, o peggio ancora soluzioni banali e derivative quando l’idea iniziale è una bomba ed è gestita magistralmente per una buona metà, ma non importa, salviamo quello che non solo si può salvare, ma che si deve per forza premiare in questi tempi di aridità cinematografica.

La forza di Salvage sta proprio nella grande energia iniziale, una marcia perfetta che da sola trascina il film: nessuna spiegazione di cosa stia succedendo, solo un gran caos al quale si aggiunge un terrore fottuto per la totale oscurità di informazioni che di colpo avvolge il quartiere in cui si svolgono i fatti. Una cassa misteriosa rinvenuta sul lungomare di cui parla brevemente il TG, un gruppo di militari che mette a ferro e fuoco il paese, vicini che sembrano impazzire e fuggono e brandiscono asce senza mai far ipotizzare, neanche per un secondo, la solita questione infettiva che trasforma in zombi affamati. E in questo macello sonoro e visivo si muove una protagonista assai singolare, una donna che ha mandato in frantumi matrimonio e rapporto con la figlia e si mostra persona normale e problematica, conscia degli errori commessi e in grossa difficoltà nel cercare di rimediare, una donna quindi che non appare soffocata, in fase di sceneggiatura, dal solito TRAUMA, ma che diventa credibile, realistica nelle sue debolezze e nella forza che trae proprio da queste.

Misterioso, nebbioso, Salvage funziona meravigliosamente, in un frullato di azione, violenza e tensione, fino a quando tiene nascosto il perché di ogni cosa, seguendo le vicende di madre e figlia che cercano di sopravvivere in questa baraonda incomprensibile tiene avvinghiato con una regia secca e funzionale e una serie di dialoghi veloci e ben scritti. Non che il comparto tecnico e recitativo venga meno una volta rivelato il mistero, ma è chiaro che Salvage perde molti, molti punti non appena la storia diventa lineare e semplice, sviluppandosi in una fuga ora non più così tesa, non più così inquietante, che mantiene giusto la dose di violenza feroce con cui era iniziata. Nessuno spoiler o rovino la visione, meglio limitarsi a dire che Salvage parte alla grande e avrebbe potuto anche finire alla grande, ma si inceppa a metà e zoppica un po’ fino alla conclusione. Un peccato non mortale, okay, ma che soddisfazione se Lawrence Gough avesse tenuto botta per tutti gli 80 minuti senza ricorrere per forza al manuale dei cliché horror.  

6 commenti:

  1. dal trailer sembra fatto un po' alla buona. però se è una pellicola originale, potrei dargli una possibilità...

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    1. Originale, più che altro, è la gestione del tutto nei primi 40 minuti, davvero ottimi. Poi sono un po' le solite cose è il film perde molto, ma quei 40 minuti lì meritano parecchio :)

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  2. vedremo allora solo i primi 40 minuti....ehe eh...ma poi come fai?

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  3. Ne avevo in effetti già sentito parlar bene. A questo punto vedrò di vederlo davvero, dunque. Ciao e buona estate :)

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