2009, UK, colore, 78 minuti
Regia: Lawrence Gough
Sceneggiatura: Colin O’Donnell
A volte capita di imbattersi in idee
talmente genuine che si lasciano perdere volentieri certe lacune e scivoloni
vari che affosserebbero qualunque altro film, si resta infatti così colpiti da
spunti e invenzioni che a tutto il resto dici “ma si”, “ci sta”, “va bene lo
stesso”. Chiaro, è sempre un dispiacere vedere superficialità e disattenzioni,
o peggio ancora soluzioni banali e derivative quando l’idea iniziale è una
bomba ed è gestita magistralmente per una buona metà, ma non importa, salviamo
quello che non solo si può salvare, ma che si deve per forza premiare in questi
tempi di aridità cinematografica.
La forza di Salvage sta proprio nella
grande energia iniziale, una marcia perfetta che da sola trascina il film:
nessuna spiegazione di cosa stia succedendo, solo un gran caos al quale si
aggiunge un terrore fottuto per la totale oscurità di informazioni che di colpo
avvolge il quartiere in cui si svolgono i fatti. Una cassa misteriosa rinvenuta
sul lungomare di cui parla brevemente il TG, un gruppo di militari che mette a
ferro e fuoco il paese, vicini che sembrano impazzire e fuggono e brandiscono
asce senza mai far ipotizzare, neanche per un secondo, la solita questione
infettiva che trasforma in zombi affamati. E in questo macello sonoro e visivo
si muove una protagonista assai singolare, una donna che ha mandato in frantumi
matrimonio e rapporto con la figlia e si mostra persona normale e problematica,
conscia degli errori commessi e in grossa difficoltà nel cercare di rimediare,
una donna quindi che non appare soffocata, in fase di sceneggiatura, dal solito
TRAUMA, ma che diventa credibile, realistica nelle sue debolezze e nella forza
che trae proprio da queste.
Misterioso, nebbioso, Salvage funziona
meravigliosamente, in un frullato di azione, violenza e tensione, fino a quando
tiene nascosto il perché di ogni cosa, seguendo le vicende di madre e figlia
che cercano di sopravvivere in questa baraonda incomprensibile tiene
avvinghiato con una regia secca e funzionale e una serie di dialoghi veloci e
ben scritti. Non che il comparto tecnico e recitativo venga meno una volta
rivelato il mistero, ma è chiaro che Salvage perde molti, molti punti non
appena la storia diventa lineare e semplice, sviluppandosi in una fuga ora non
più così tesa, non più così inquietante, che mantiene giusto la dose di
violenza feroce con cui era iniziata. Nessuno spoiler o rovino la visione,
meglio limitarsi a dire che Salvage parte alla grande e avrebbe potuto anche
finire alla grande, ma si inceppa a metà e zoppica un po’ fino alla
conclusione. Un peccato non mortale, okay, ma che soddisfazione se Lawrence
Gough avesse tenuto botta per tutti gli 80 minuti senza ricorrere per forza al
manuale dei cliché horror.
dal trailer sembra fatto un po' alla buona. però se è una pellicola originale, potrei dargli una possibilità...
RispondiEliminaOriginale, più che altro, è la gestione del tutto nei primi 40 minuti, davvero ottimi. Poi sono un po' le solite cose è il film perde molto, ma quei 40 minuti lì meritano parecchio :)
Eliminavedremo allora solo i primi 40 minuti....ehe eh...ma poi come fai?
RispondiEliminaE poi ti tappi il naso e vai avanti ;)
EliminaNe avevo in effetti già sentito parlar bene. A questo punto vedrò di vederlo davvero, dunque. Ciao e buona estate :)
RispondiEliminaConcordo: un gran bel filmetto!
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