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Recensione: Barbarian Beast Bitches of the Badlands, di Carlton Mellick III

By Simone Corà | mercoledì 27 giugno 2012 | 08:00


2011, Eraserhead Press
284 pagine, 12,95 $

Si potrebbe banalmente riassumere ogni discorso, ogni riflessione e ogni analisi dicendo che Barbarian Beast Bitches of the Badlands è una gran figata, perché Carlton Mellick III non solo riesce a riprendere in mano gli scenari post-demenziali di Warrior Wolf Women of theWasteland, ma supera addirittura il precedente romanzo con una serie di ricche idee orrorifiche che rendono questo capitolo secondo, be’, una gran figata.

Strutturato in tre lunghi racconti che fungono sostanzialmente e allo stesso tempo da prequel, spin off e sequel, Barbarian Beast Bitches of the Badlands narra di tre storie sì diverse ma con un unico nemico in comune, il quale emerge gradualmente e viene affrontato dai vari protagonisti come se ci trovassimo di fronte a un romanzo di 300 pagine. Gli spunti iniziali sono chiaramente gli stessi del capitolo uno, ovvero una landa desertica e inospitale dove abitano creature metà donna metà animale, guerriere apocalittiche che scorrazzano in moto e spargono tamarraggine ovunque, la città-stato di McDonaldLand con le sue mutazioni causate dalla dieta alimentare, lo spadaccino Hamburglar con la sua testa a forma di hamburger, il sesso proibito alle donne perché le trasforma gradualmente in lupi, e alcune novità, come i vermi robot e i giganteschi polpi cthulhiani, che vanno a schierarsi dalla parte dei cattivoni.

C’è tanto divertimento, in queste pagine, sia da parte di chi scrive sia da parte di chi legge: azione, inseguimenti, esplosioni, violenza, combattimenti e tanti mostri che di volta in volta mutano lievemente il carattere delle storie (la seconda, per esempio, è in tutto e per tutto una zombie-novel), insomma una gran goduria per chi cerca semplicemente un po’ di sano horror splatter, con una punta di ironia che qua e là ridona una certa atmosfera bizarro laddove il progetto si allontana dalla matrice originale (su tutto, l’infanzia dell’Hamburglar e la difficile convivenza con i pianisti, esilarante).

Va da sé che non c’è molto altro, ma i personaggi sono ben delineati e con sfumature interessanti, la struttura delle tre novelle è ottimamente calibrata con un giusto dispendio del ritmo, e il pericolo di annoiarsi, nonostante una lunghezza forse eccessiva per una storia globale in fondo piuttosto striminzita, è abilmente scansato con trovate, arguzie e stramberie varie. Mellick inoltre è al suo meglio, con uno stile semplice, veloce, sarcastico e provocatorio, l’ideale per le storie narrate, anche nei momenti più piccanti e bizzarramente perversi, nei quali sono contenuti alcuni dei migliori spunti dell’opera (il “dottore” che salva le guerriere nella terza novella).

Chiaro, di difetti se ne trovano (certe situazioni trattate superficialmente – su tutto l’uomo meccanico – e una sorta di ripetitività in alcuni momenti tra la prima e l’ultima novella) ma non sono mai seccanti o fastidiosi tanto da sminuire la lettura, che procede rapidamente, golosa e vogliosa. Insomma, gente, io cerco di invogliarvi con le chicche della Bizarro Fiction, su, dài, provateci!  

6 commenti:

  1. Accidenti, mi hai incuriosita!!!!

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  2. Prima leggo Warrior Wolf Women of the Wasteland, poi mi butto su questo. Ho un bel pò di Mellick da recuperare :(

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    1. Con tutto quello che scrive ci sarà sempre un bel po' di Mellick da recuperare. :)

      Però WWWOTW è davvero ottimo, leggilo al più presto :)

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