Harvest Lake (2016)

By Simone Corà | venerdì 9 dicembre 2016 | 00:01

O del Cthulhu affamato di sesso                                                                     

Togliamoci subito il dente: Harvest Lake è un brutto film. No, anzi, è un film davvero pessimo.
Ma se mi capita spesso di parlare di film dimenticabili e ben poco golosi, elogiandone tuttavia quegli aspetti che magari equilibrano le tonnellate di difetti che altrimenti li sotterrerebbero, il nuovo film di Scott Schirmer va ben oltre la soglia della decenza.
Qui siamo dalle parti del puro amatoriale, della completa improponibilità, è quel tipo di prodotto che su imdb si becca un giustissimo due virgola qualcosa e viene bollato nei meandri più beceri e risibili del cinema horror.

Perché quindi scrivere di un film pessimo, che non merita alcuna attenzione (però, ehi, ho intenzione di scrivere giusto qualche riga), e non passare oltre, per esempio verso quelle chicche viste di recente tipo Der Nachtmahr o Shelley? Non è tanto per il fatto che si tratta del nuovo film di Schirmer, che qualche anno fa aveva stupito più o meno tutti quanti con quella mezza bomba atomica di Found, bensì perché è comunque riuscito ad appiccicarmi uno strato di inquietudine e disagio che mi ha lasciato favorevolmente perplesso.
Lo ripeto: non si tratta di un film deforme e di fascia bassa che, tutto sommato, può valere una visione magari distratta, o mentre si fanno altre cose, come, che so, un The Mind’s Eye, o un Pandemic. No, Harvest Lake è rancido e cosmicamente noioso, ma mi ha infettato con un qualcosa di inspiegabile che mi ha tenuto sveglio addirittura fino alla fine di questi interminabili 70 minuti, senza neanche mai andare avanti veloce, e solo per questo trovo interessante parlarne.

Fun fact: non c’è alcuna trama.
Harvest Lake racconta di un gruppo di ragazzi che decide di passare un week end in una baita in riva al lago, ma nelle acque vive un blob lovecraftiano pervertito e zozzone. Per quanto minimale, sembra uno spunto, un qualcosa su cui costruire almeno una misera storiaccia, e invece Schirmer riempie il film di scene dialogate prive di alcun senso, lasciando un branco di attori cani totalmente a se stessi, forse invitandoli addirittura a improvvisare.
Dubito infatti che scene di sconvolgente idiozia come quella del cambio costume o dell’arrivo del quinto tizio, possano addirittura essere state pensate e scritte. Per il resto si parla chiaramente di sesso, ci sono ammiccamenti e allusioni di tutti i tipi, ma la qualità del cast e delle conversazioni è talmente urticante che non si riscontrano segni cerebrali in nessuno scambio di vedute.
È stranamente simile l’attenzione che viene riservata anche a un aspetto erotico che in realtà dovrebbe essere abbastanza prepotente: bene la mancanza di barriere che amplessi etero-omo-lesbo-tentacoli, ma non c’è nessuna visione stuzzicante, non un solo guizzo che scaldi, non un’idea maliziosa che nasconda volgarità e goffaggine (i protagonisti sono addirittura sempre vestiti!). È solo un protrarsi di primi piani di gente che limona e, be’, non molto altro.

C’è un pubblico a cui non dà poi tanto fastidio questa mancanza, la riempie magari con un impatto visivo che trasuda gore da ogni poro e si accontenta. Però, insomma, credo che qui si sfidi la pazienza di chiunque.

Poi, però, c’è la componente horror. E il film cambia faccia.


I personaggi vagano apatici e febbricitanti per il bosco su note lisergiche e ambient disturbanti, incontrano creature fungiformi dall’aspetto fallico e vaginale tra le più fisiche e disgustose mai viste, vengono sedotti da bolle purulente dalle quali sgorgano liquami di ogni tipo.
Anche la componente sessuale è del tutto diversa con questa sognante impostazione atmosferica, tanto che il prologo lasciava ben sperare verso un prosieguo parecchio diverso, fatto di mistero, di ignoto, di una cosmicità weird molto curiosa.
Harvest Lake sembra quindi un altro film, diretto da un’altra mano, con intenti e ambizioni precise, scomode, molto scioccanti. Nessun intervento in CG per la discreta carrellata di orrori, nessun ammorbidimento vagamente ironico, per rendere simpatici (o odiosi) i personaggi: Schirmer abbandona dialoghi, caratteri e motivazioni e fonde tutto in un’orgia lenta, insistente, ripetitiva, con al centro un essere proto-divino, un’entità tentacolare che fornisce genitali per chiunque voglia usarli in uno dei finali più allucinanti del cinema di genere.

Pare impossibile che Schirmer sia caduto così in basso dopo la splendida prova del suo primo film, quattro anni di distanza sono tanti e di certo c’era tutto il tempo per poter rivedere un progetto francamente improponibile. 
Harvest Lake è purtroppo solo questo: un film tremendo, che nessuno dovrebbe vedere, ma cazzo, cos’avrebbe potuto essere…         

6 commenti:

  1. Già che ci siamo, un suggerimento per trovare un torrent per Der Nachtmahr?:)

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  2. andrebbe benissimo... ora cerco, casomai torno per qualche dettaglio in più ;)

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  3. Grazie per la segnalazione, non ne avrei mai sentito parlare se non l'avessi citato tu.
    A me è piaciuto, anzi ti dirò che lo considero un piccolo capolavoro in considerazione del fatto che il budget è microscopico.
    Blissard

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    1. Ma grazie a te che ripassi di qua :)

      A ogni modo, io sono convinto che, anche con un budget microscopico, l'elemento peggiore sia l'unico gratis, e cioè la narrazione: puoi avere pessimi attori e pessime location, ma almeno personaggi e dialoghi devono avere un perché. Qui non ci sono, ne consegue una storia pessima e in generale, per me, un film brutto.

      Ciò non toglie che l'atmosfera marcissima e aliena sia una delle cose più disturbanti del 2016. Sono rimasto così colpito che ho dovuto per forza scriverne. :)

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