2010, Australia, colore, 94 minuti
Regia: Andrew Traucki
Sceneggiatura: Andrew Traucki
Ad Andrew Traucki piacciono i bestioni cattivi. Ma Andrew Traucki avrebbe bisogno di qualche corso di regia. O anche solo di leggere un paio di libri di sociologia. Il punto è che Andrew Traucki non piace molto qui su Midian, e insomma, io spero che uno dei bestioni marini che tanto ama coccolare prima o poi se lo pappi. Tre anni fa, come dicevo ieri, esordiva con questa catastrofe di nome Black Water, che mostrava tutti i limiti possibili di un regista e sceneggiatore inesperto, totalmente incapace di gestire la minaccia di un possente coccodrillone ai danni di un gruppetto di soliti sfigati. Ed eccolo che ritorna con un film pressoché identico, se non che al posto del rettilone troviamo un bello squalozzo.
Avrà imparato Andrew Traucki a caratterizzare i personaggi? Avrà imparato a dare ritmo alla pellicola? Avrà imparato a stimolare lo spettatore giocando con l’inquietudine? Avrà rivisto bene Open Water? Ma soprattutto, anche qui lo squalo è in realtà un serial killer che scruta le vittime nell’ombra?
Era difficile, davvero difficile fare peggio di Black Water, c’erano infatti un paio di momenti interessanti che facevano perlomeno sperare in un futuro miglioramento, e invece The Reef pecca atrocemente in qualsiasi cosa, trasformandosi dopo tipo cinque secondi in una delle visioni più noiose e insopportabili a cui abbia mai assistito. Prendiamo i personaggi: abbiamo il figaccione e la sua bella che si ritrovano dopo qualche tempo e ta-dah risboccia l’amore, abbiamo un’altra coppia in cui lui dovrebbe essere il simpaticone però sa fare solo facce strane e sembra un retard, e poi c’è un vecchio codardo che nella sua serietà impaurita, del tipo andate avanti voi che io vi sparo alle spalle ma probabilmente non riuscirò a centrarvi, fa molto ridere.
E poi c’è uno scoglio. E lo scoglio è cattivo. È molto più cattivo dello squalo. È uno scoglio westler. Perché questo scoglio ribalta SOTTOSOPRA la nave. Nessuno si chiede COME SIA POSSIBILE, così ai poveri protagonisti non rimane che farsi diecimila chilometri a stile libero per raggiungere la riva. Solo che c’è lui, lo squalone, che stavolta non scruta le vittime nell’ombra, perché è FURBO, lui insegue gli idioti, poi scompare, fa dei rumori birichini, poi scompare di nuovo, aspetta che uno dei coglioni VADA A VEDERE cos’era quel rumore NEL BEL MEZZO DELL’OCEANO e se lo magna.
Per cinquanta minuti The Reef segue questo schema sempre uguale, va da sé che tensione e inquietudine sono assenti ingiustificate di un film che dovrebbe puntare tutto su tensione e inquietudine, e non essendoci sorprese negli attacchi del mega shark australiano, non ci sono sorprese nelle sorti che spettano a quei quattro rincoglioniti, una totale mancanza d’idee che annichilisce lo spettatore fino a sfinirlo definitivamente con un finale che ehm.
Speriamo adesso che Traucki finisca a lavorare per l’Asylum, in fondo è quello il suo campo ideale, magari per firmare un bel Mega Shark vs Giant Crocodile.
Visto che sono già in piedi a quest'ora, cosa assai rara, mi prendo il merito di essere la prima a commentare questo post. Ho anche visto il film quindi ho anche il diritto.
RispondiEliminaStavolta ho letto Traucki giusto fin dall'inizio, spero ne sarai contento.
Per quanto riguarda il film, non ho molto più di te da dire tranne forse che la visione mi ha fatto ricordare che dovrei usare molto di più la crema idratante. Per il resto concordo pienamente, o come si usa dire in questi casi.
A me ha fatto venir voglia di comprare una barca per vedere se si può ribaltare così facilmente. ;)
EliminaQuesto devo ancora vederlo. Ma dopo aver letto la rece credo che lo vedrò sicuramente, perché sarà di sicuro un capolavoro XDXDXD
RispondiEliminaCapolavorone sicuro sicuro! XD
EliminaAhhh quale arguzia cercare coerenza e realismo in un beast-movie e criticare i tòpoi del genere horror! Ti sei dimenticato di stroncare Lo Squalo di Spielberg perché lì il bestione si mangia la nave e a un certo punto salta fuori dall'acqua mentre il protagonista è distratto cercando di coglierlo di sorpresa!
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