2010, Giappone, colore, 125 minuti
Regia: Takashi Miike
Sceneggiatura: Kaneo Ikegami, Daisuke Tengan
Era solo questione di tempo prima che Miike venisse finalmente sdoganato anche nei cinema italiani, e se lo sbarco, poco tempo prima, del bizzarro e semi-incomprensibile Yattaman non era di certo il suo miglior biglietto da visita per il pubblico tricolore, con 13 assassini non solo ci troviamo di fronte a uno dei migliori Miike di sempre, bensì a una pellicola maestosa che rientra di diritto in un’ipotetica top ten dell’anno appena passato.
Alfiere dell’estremismo visivo, con nessun riguardo nell’esplicitare scene di brutale violenza ed erotismo spinto, provocatorio ma ingegnoso e capace di ribaltare qualsiasi punto di vista, era forse più naturale aspettarsi uno yakuza-movie bello tosto, un sadico e virtuosistico torture oppure la delicata malinconia delle sue opere più poetiche, questi di fatto sono i generi che hanno plasmato lo stile unico di Miike, e invece 13 assassini è un suntuoso film storico che sancisce la maturità del regista nipponico, come se ancora bisognasse dimostrarla.
Maturità che troviamo nella capacità di tener botta per due ore raccontando una storia striminzita, con una plateale divisione tra bene e male ben dipinta dallo scontro tra il samurai Shinzaemon Shimada e il viziato cocco dello shogun Naritsugu, abbondando nell’azione ma senza venir mai meno a un’eleganza e a una raffinatezza compositiva che rende 13 assassini un film possente e profondo. Sostanzialmente divisa in due parti, la pellicola mostra dapprima l’arruolamento dei tredici valorosi combattenti che dovranno uccidere il viscido Naritsugu, reo di utilizzare il potere a piacimento strumentalizzando i suoi alleati in una infantile voglia di sangue e violenza, per poi lasciarsi andare, nella seconda metà, in un’epica battaglia dell’imponente durata di quasi un’ora ma sempre coinvolgente, adrenalinica e accurata.
Sessanta minuti di dialoghi e sessanta di mazzate, quindi, ma grande classe nella gestione di entrambi gli elementi: i personaggi vengono infatti tratteggiati con cura, sia che si tratti delle figure minori, magari rese vivide attraverso una modesta e riuscitissima ironia, sia per quanto riguarda le figure principali, rese particolarmente carismatiche per gli ideali per cui combattono. Il resto è una danza meravigliosa di spade e sangue, uno scontro tra bene e male simbolicamente impossibile (tredici samurai contro un esercito intero) che rapisce per le tante, tantissime invenzioni che donano ritmo e continuo dinamismo alla scena. Avremo infatti pareti di alberi che intrappolano i seguaci di Naritsugu, bombe strategicamente piazzate, animali infuocati, elementi che valorizzano le singole battaglie che vengono a crearsi, già bellissime per le coreografie rapidissime, con i samurai di Shinzaemon sempre più stremati ma che mai cedono all’avanzata nemica. E si arriva anche a sostenere affettuosamente un protagonista o l’altro, sono in fondo così ben visualizzati nelle loro differenti personalità da non potersi sottrarre a un puro, genuino tifo.
Nella parte conclusiva c’è spazio anche per qualche bizzarria tipicamente miikiana, ma si integra perfettamente nell’atmosfera evocata, intrisa di fango, sudore e sangue, il tutto potenziato da un senso dell’onore che quasi commuove per come alimenta i tanti protagonisti.
Finalmente siamo completamente d'accordo su un film.
RispondiEliminaTecnicamente incredibile, e di rara intensità e classicismo - per uno come Miike -.
Bellissimo ed intenso.
Ma Miike aveva già fatto film così profondi e di gran lirismo (certo, con budget assai minori), se non li hai visti prova a recuperare The Bird People in China e Dead or Alive 2
RispondiEliminaChe sono le sue cose più emozionanti e probabilmente i miei preferiti. :)
RispondiEliminaGraaaande Dead or Alive 2!! Io ci giocavo sempreeeee! Tette ballonzolanti everywhere!! -_-
RispondiEliminaNo, comunque, grande film 13 assassini.
Ho visto diverse cose di Miike, ma quei due mi mancano.
RispondiEliminaRecupererò.
Comunque grande 13 assassini.
oh, mi è piaciuto veramente molto. Ottimo esempio di Jidai Geki. Un film magistrale, capace di omaggiare un grandissimo regista come Akira Kurosawa mantenendo una certa "freschezza". Lode all'immenso Miike!
RispondiEliminaConsiglio anche io The Bird People in China, è davvero un bellissimo film, completo. Questo e 13 assassini sono i miei film preferiti del regista.
io non lo conosco proprio, ma con 'sta recensione mi ha parecchio incuriosito.
RispondiElimina'mo vedo se riesco a recuperarlo…
Porco giuda. Nel lettore da mille anni, ancora da vedere. Metto in alta priorità
RispondiEliminaMeraviglioso. Epico.
RispondiEliminaEd è incredibile come un regista sperimentale come Miike dimostri di saper gestire alla grande un impianto narrativo così classico.
Peccato solo averlo visto doppiato al fantafestival di Roma, che è l' unico festival al mondo che non passa i film in lingua originale
E' il secondo outing oggi: di Miike ho visto solo due film e non mi è piaciuto per niente. Ichi e Audition. Qui però sembra si parli di impianto classico e di una certa differenza quindi rispetto alle sue altre pellicole. Forse è il caso dia un'occhiata a questa, considerando peraltro che ne parli così bene.
RispondiElimina@ Vincent: vero, è un film vecchio stile (anche se non so quanto il film originale degli anni Sessanta abbia inciso su atmosfere e scene), ma godibilissimo anche da chi non ha mai visto un chambara. :)
RispondiElimina@ Iguana: recupera, recupera. :)
@ Eddy: devi farlo. :)
@ Lucia: davvero? Che cosa bizzarra. Non voglio neanche immaginare come possa essere doppiato. Per il resto, sì, concordo, salvo una cosetta nell'epilogo, non c'è nessuna stranezza o pazzia registica, è un film di una pulizia e completezza magistrale.
@ Elio: be', considera che io parlo bene di Miike a priori, neanche con Yattaman (che è inguardabile per un pubblico occidentale e penso sia il suo film più brutto) riuscirei a dirne qualcosa di brutto.
Capisco che possa non esserti piaciuti Ichi, che in fondo ricerca un estremismo parecchio gratuito (anche se il manga lo supera mille volte in quanto a torture e violenza) e un poco ha deluso anche me, ma anche Audition? O_O
Comunque, sì, qui è totalmente differente rispetto alle sue solite cose, e credo possa essere un film che veramente accontenta tutti. :)
Anche io lo annovero tra i film migliori dello scorso anno, mi ha positivamente sorpresa il modo in cui Miike, solitamente così estremo, ha reso una storia assolutamente "classica".
RispondiElimina(Yattaman, mamma mia... il buon Takashi avrà avuto bisogno di soldi?)
Ahahah, non credo, vista che fa quindici film all'anno. XD
RispondiEliminaPenso più che altro che per il pubblico occidentale Yattaman abbia un'ironia da totale WTF?, mentre è probabile che in Giappone, soprattutto tra i fan dell'anime, abbia avuto i suoi apprezzamenti, data la fedeltà umoristica. :)
io amo i film di questo tipo.Kurosawa infatti è uno dei miei registi-mito.
RispondiEliminaCome mi piacciono anche i film cinesi-sono diabolicamente filo cinese-ambientati durante il loro medioevo.Sono sensibile al fascino storico e poi anche alle straordinarie coreografie.
Ti è piaciuto Zaitochi di Kitano?
ps:epidemic può essere visto senza ombra di dubbio come film insulso,a me è piaciuto assai in particolare il finale assai inquietante!^_^
Ma sai che io non ho mai visto un film di Kitano? Eh, lo so, è una gran lacuna, ma rimedierò. Comunque anch'io sono incline al fascino dei film in costume orientali, magari anche meglio se privi delle esagerazioni wuxia. :)
RispondiEliminaPiaciuto moltissimo! Uno dei migliori Miike, a mio parere.
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