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Recensione: Orphan

By Simone Corà | venerdì 17 febbraio 2012 | 08:00

2009, USA/Canada, colore, 123 minuti
Regia: Jaume Collet-Serra
Sceneggiatura: David Leslie Johnson

Il filone dei bambini demoniaci sembrava essersi esaurito in tempi lontani, quando solo allora una figura così innocente poteva moltiplicare un orrore per il quale, al giorno d’oggi, credo sia difficile lasciarsi veramente annichilire. Il fascino sinistro di un bambino sbagliato pare non essere adatto a questo presente, soprattutto se la cinematografia horror punta più sulla visività che sulla creazione di un’atmosfera angosciante, o è forse la schematicità di una figura soprannaturale tanto abusata a non fornirmi più alcun tipo di suggestione. Magari a voi i bambini indemoniati vi fanno scoppiare al cuore, a me fanno sbadigliare, ma in fondo io mi spavento con qualsiasi tipo di mockumentary, quindi facciamo che siamo pari. Certo, c’è stata qualche eccezione, recentemente, come Joshua, ottima rivisitazione del tema classico, e soprattutto The Children, probabilmente l’unica pellicola capace di ridare genuino terrore a quei protagonisti under 10 che a Belzebù piace parecchio tentare.

E poi un paio d’anni fa arriva, ehm, Orphan, un film che tenta la strada dell’antico canovaccio (una bella famigliola progressivamente demolita dalla stana figlia adottiva), ma sbaglia grossomodo tutto nel voler a tutti i costi enfatizzare, enfatizzare, enfatizzare la distruzione del sogno americano. Se in una prima metà il film sembra comunque funzionare, sia per mezzo di piccole quotidianità (Kate e John che scopano in cucina e vengono scoperti dall’evil-lady), sia sulla base dei comportamenti squisitamente scorretti e violentissimi di Esther, che ammazza o cerca di ammazzare con incredibile fermezza, sconclusionate scelte di sceneggiatura mandano presto tutto a puttane, disintegrando la discreta atmosfera e ridicolizzando i buoni spunti.

Appare infatti inspiegabile la costruzione psicologica della coppia di sposi, compressa tra estremizzazioni a tratti davvero allucinanti: alcolista lei e poco fedele lui, battibeccano inverosimilmente su argomenti che spuntano all’improvviso per esagerare, ingrandire, gonfiare un dramma già di suo traballante. Non c’è alcuna sostanza dietro il trauma di lei (così posticcio e sproporzionato) e ancora meno importanza ha il trauma di lui, personaggio tra l’altro davvero incredibile, che minaccia di lasciare la moglie dandole un ultimatum dopo una semplice discussione coniugale (!), che non si accorge di NULLA nonostante gli strani comportamenti di Esther siano mostruosamente palesi in particolar modo nei confronti dei suoi altri due figli (!!), e che soprattutto piange disperato davanti a una bambina confessandole il suo dolore e la sua tristezza e quanto schifo faccia la sua vita (!!!). Non che sua moglie sia da meno, in quanto, oltre all’amore per il vino, ha rischiato di far annegare la bimba più piccola in un lago ghiacciato (!!!!), e per di più è reduce da un sanguinosissimo aborto spontaneo alla terza gravidanza (!!!!!). Ma andate a Lourdes, cazzo!

Scene di accecante idiozia, dunque, alle quali si sommano l’impossibilità caratteriale di Max, secondogenita sordomuta (già, perché evidentemente David Leslie Johnson – sceneggiatore all’esordio ma che si sarebbe fatto poi un curriculum di tutto rispetto con Cappuccetto rosso sangue ed episodi di The Walking Dead, eh – riteneva che i traumi fossero troppo pochi) che si fa trascinare da Esther in qualsiasi cosa, persino un omicidio (!!!!!!) dopo il quale non ha alcun tipo di shock nonostante la giovanissima età (!!!!!!!). Ma i buchi non si fermano, con l’esasperante supremazia intellettiva di Esther che continua a sbarazzarsi dei suoi nemici grazie all’imbecillità di chi le sta attorno, i quali necessiterebbero al più presto di una visita oculistica o, meglio, della rimozione del cervello.

Resta allora solo una conclusione interessante, che chiarisce alcuni interrogativi anche con una certa originalità, ma è tutto così smaccatamente hollywoodiano che il piacere della sorpresa svanisce subito a causa di un impossibile scontro finale che dura più o meno sei ore, dove le leggi della fisica vengono temporaneamente sbriciolate in favore dello SPETTACOLO, perché, ehi, l’importante è vedere una figa in canotta che combatte in una tempesta di neve!

Orphan: un film molto divertente.

11 commenti:

  1. Non fui così cattivo con questo film quando lo vidi più o meno subito dopo la sua uscita in dvd, ma effettivamente hai evidenziato tutte le pecche di una pellicola che però affronta il tema in maniera originale.

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  2. E pensare che a me all'epoca era anche piaciucchiato...

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  3. Il colpo di scena finale era da pernacchie. Ah, ecco dove avevo già sentito lo sceneggiatore... Ma meglio se non parlo di TWD per un pò, che mi escono solo cattiverie :)

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  4. @ Frank e Gigistar: mah, sicuramente si giostrava bene nelle parti più feroci, e nel complesso teneva anche bene per più di due ore, però c'erano troppe, troppe stronzate per riuscire a guadarlo seriamente, o almeno io proprio non ce l'ho fatta. ;)

    @ Mr. Giobblin: ti dirò, io mica me lo aspettavo! :D TWD invece bravi voi che continuate a guardarlo, io mi sono fermato all'inizio della seconda :)

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  5. Joshua in effetti non era malaccio. Non mi aveva colpito più di tanto ma era comunque interessante. The Children invece mi era piaciuto molto. :)

    Questo non l'ho visto, già non mi interessava prima, figurati adesso...
    Anche perché Collet-Serra, dopo questo, ha diretto uno degli action thriller più brutti di sempre (Unknown).

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  6. Vabbè vabbè messaggio ricevuto, boys. Mi dò due frustate di penitenza e corro a prendermi The Children!

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  7. Di Joshua mi era piaciuto il suo essere classico in tutto e per tutto, e puntando su quelle atmosfere secondo centrava in pieno il suo obiettivo . The Children, eh, questo è ben altro, un horror puro e particolarmente cattivo, un vero gioiellino :)

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  8. The children è davvero un bel pezzettino di horror. Orphan però devo ammettere che non lo avrei ammazzato così. Non mi era dispiaciuta l'originalità dell'idea. Sicuramente devo rivederlo ma non mi era andato di traverso...

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  9. L'idea ci può stare, in fondo è giostrata bene, è il lavoro su situazioni e soprattutto personaggi a essere disastroso, e per me è pecca imperdonabile, che distrugge tutto il film.

    Quantomeno su The Chiildren siamo tutti d'accordo :D

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  10. Eppure a me piacque. Ma la prima visione è sempre delicata, per carità. Piacque soprattutto la piccola attrice, bravissima.
    E il confronto tra le due maternità negate.
    Piacque talmente tanto che gli dedicai uno dei miei panegirici migliori. :D

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  11. Vero, ricordo che ne avevi parlato, però per me, davvero, film insalvabile, esempio tra i peggiori dell'horror hollywoodiano per incapacità di scrittura e gestione dei personaggi... :)

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