2011, Italia, colore, 104 minuti
Regia: Varo Venturi
Sceneggiatura: Varo Venturi
Ci troviamo in un periodo di brutta magra cinematografica, e abbiamo così tante pezze al culo che al solo sentire di un progetto fantascientifico tutto italiano gli concedi anche quella briciola di attenzione che poi, si scoprirà amaramente, proprio non merita. Non basta infatti la totale distruzione del cinema di genere nostrano per salvarsi dalla visione di 6 giorni sulla Terra, un lungo, lunghissimo, interminabile pasticcio fantaspirituale con improbabili alieni e ancora più improbabili terrestri.
Siamo dalle parti di certo cinema sensazionalista, cosa di per sé priva di ogni valore dati gli scarsi mezzi di narrazione, ma in cui Venturi pare credere fermamente, come già fatto tremendamente da Osunsamni e la Jovovich nella grande occasione sprecata de Il quarto tipo, mandando alle stelle il già elevatissimo tasso demenziale della pellicola: ispirato infatti alle vere teorie del professor Corrado Malanga, 6 giorni sulla Terra racconta di una razza di alieni che rapisce gli umani perché ghiotta di un’energia potentissima, da noi conosciuta banalmente come “anima”. Pensa un po’. E che 6 giorni sulla Terra sia uno di quei film in cui si ride di gusto di fronte alla serietà con cui vuole essere concepito, lo si capisce sin dalla parte iniziale, dove in una grande conferenza il professor Piso espone tali teorie con grande entusiasmo (spontaneo l’applauso quando incolpa i militari di aiutare gli alieni, probabile picco assoluto del film) ma con poca accoglienza da parte del pubblico, in un simbolismo annacquato e tedioso reso particolarmente inverosimile dall’inadeguata attenzione posta nel discorso dello scienziato.
Che vi dicevo io?
È questo infatti il problema principale di un film francamente inguardabile, una sceneggiatura ricca di dialoghi ed eventi squisitamente ridicoli, trattati con una superficialità che a tratti fa quasi paura tanto nelle caratterizzazioni dei personaggi quanto nelle loro interazioni: è il caso degli agenti segreti francesi, dei due colleghi di Piso, della famiglia di Saturnia (!!!) e delle sue radici genealogiche che arrivano addirittura sino a Giulio Cesare e Zeus (!!!). Inoltre le abduction, data la centralità del tema-anima, vengono trattate come possessioni demoniache, che il team di protagonisti cerca di esorcizzare con l’aiuto di grandi esperti del settore, ovvero preti pedofili (giuro, eh, c’è tipo un momento in cui un prete, per presentare un suo esimio collega, lo etichetterà come “una specie di pedofilo”) e stregoni vari, ripetutamente umiliati e battuti dalla Saturnia/Regan posseduta dall’entità mesopotamica Hexabor.
Sentite che nome: Hexabor.
Uuuh.
Hexabor!
Uuuh.
Fa molta paura, bisogna dirlo.
E mentre la paziente-zero viene osservata per sei infiniti giorni, emerge lentamente il modo per fottere l’alieno che occupa il suo corpo, e scatta naturale l’aola quando si scopre che di mezzo c’è sempre il caro 666, in questo caso la cifra corrispondente alla frequenza per annullare la volontà marziana. Ovvio che, a parlare di frequenze, si tirano in ballo rave party e musiche martellanti, perché, ehi, che film di fantascienza è senza un po’ di techno sparata a mille? Nel finale spazio anche a della tremenda CG, con un alieno/demone con due ali pipistrellose o giù di lì che da solo vale tutto il film.
Insomma, il solito capolavoro italiano.
Beh, diciamo che te la sei anche abbondantemente cercata, eh ;) Grazie, comunque. Se non lo avessi fatto tu, probabilmente questa visione me la sarei sorbita io in preda alla curiosità.
RispondiEliminaTi sei dimenticato di citare il menage-a-trois con scena pseudo-lesbo soft-core!
RispondiElimina@ Elio: ahahah, sì, è vero, è che a me piace ogni tanto spararmi questi filmoni con qualche amicozzo, un paio di birre e via che si ride dall'inizio alla fine. :)
RispondiElimina@ Marco: verissimo, è che quando ho scritto la rece non riuscivo a smettere di ridere leggendo vari pareri positivi che si trovano in rete, e mi sono dimenticato... XD
Grazie, mi hai risparmiato la visione. ^_^ Sono tutte ore di vita regalate!
RispondiEliminaPS: ZEUS?? 0_o
Ebbene sì, proprio Zeus, l'antico parente della cara Saturnia. XD
RispondiEliminaQuando ho visto questo film, non riuscivo a credere che qualcuno ci avesse investito dei soldi e lo avesse anche distribuito.
RispondiEliminaUna tristezza e una miseria uniche.
Però ho riso tantissimo.
a crepapelle.
Sul fattore risate ha momenti memorabili, tipo la sequenza in cui Piso e un militare sono in auto e dietro di loro, nel fotomontaggio usato malissimo, si vede una bici che quasi li supera!
RispondiEliminaho visto il bOSCO 1 , la croce delle sette pietre,vuoi che mi perda sta robba?^_^
RispondiEliminaMa quelli sono i CAPOLAVORI, soprattutto il secondo, con quella favolosa scena di trasformazione licantropesca che dura metà film (tra l'altro di questo c'è anche un sequel, Riecco Aborym, ancora meglio in quanto a genialità!) :D
RispondiEliminaoh pbacco.oh pbacco..c'è anche il numero due de la croce delle sette pietre?Geni!artisti!^_^
RispondiEliminaEssì, ne ho parlato anch'io! :D
RispondiEliminaRIECCO ABORYM
Un grande film,
RispondiEliminal'unico film italiano degli ultimi venti anni che merita di essere visto.
Adesso voi ci scherzate su, tra venti anni il Quentin Tarantino di turno venererà il regista di 6 giorni sulla Terra come "maestro" con retrospettive sul film nei quattro angoli del globo... Io vi ho avvertito!!!
Ahahah, ho paura che potrebbe succedere veramente! :D
Eliminache tristezza questo film............... fra i 10 piu' brutti che abbia mai visto, sembra piu' un film di fantascienza che un film su gli alieni..... recitato per lo piu da cani
RispondiEliminaConcordo sia sulla recensione che sui commenti letti! Aggiungo solo che Corrado Malanga viene inquadrato nei primi minuti del film, durante la conferenza, che assiste come spettatore! Come specificato nell'articolo il film è ispirato proprio alle bizzarre teorie del Malanga.
RispondiEliminaOddio Ragazzi non resisto ... Ve lo devo dire.
RispondiEliminaIo ho il dvd.
Vinco io.
Franco'73