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Recensione: The Killing - stagione uno

By Simone Corà | martedì 31 gennaio 2012 | 10:00

2011, USA, 13 puntate, 45 minuti cad.
Creato da: Veena Sud
Network: AMC

Non è cosa nuova che gli americani fatichino a confrontarsi con il mercato cinematografico estero, risolvendo facilmente la questione di una diversa cultura da comprendere ordinando remake su remake che sviliscono, appiattiscono e in generale distruggono la bontà di prodotti provenienti da Europa e Asia per liofilizzarli verso un pubblico apparentemente incapace di apprezzare qualcosa che non sia hamburger e patatine.

Da qualche anno anche la tv è rimasta vittima di simili operazioni, partorendo orribili serie a stelle e strisce che impoveriscono le raffinate matrici originali (Life on Mars, Being Human), e offrendo soltanto raramente, ma guarda caso in aerea non di genere, qualche prodotto valido (il brillante The Office, che addirittura supera la sua controparte britsh). Era palese che da questo The Killing fosse difficile aspettarsi qualcosa di buono, per certi versi troppo distante la fredda Danimarca, patria dell’originale e campione di pubblico Forbrydelsen, per poter ottenere valide atmosfere e ritmi adeguati, ma invece Veena Sud centra un obiettivo insperato e benvoluto.

La pioggia cade incessante, nella Seattle dove prende vita questa prima stagione, un luogo buio, che fa sentire a disagio nei suoi colori marci e opprimenti, un luogo ideale per rinvenire il cadavere di un’adolescente. L’omicidio di Rosie Larsen, sin dalla frase di lancio della serie, richiama apertamente e volutamente Twin Peaks, e gli omaggi, di certo non plagi data la spiccata somiglianza di alcuni momenti clou, non si fermano qui, ma nonostante l’insistita citazione possa di per sé influenzare negativamente una visione spassionata, o magari limitata al bel pilota, The Killing vive di una vita propria ben distinta e lontanissima dalle atmosfere oniriche e soprannaturali dell’opera di David Lynch.

The Killing è una di quelle storie in cui sembra succedere poco o niente, dove il ritmo è lento, pacato, meticoloso nella costruzione atmosferica/psicologica e del tutto indifferente a momenti action, sparatorie e impossibili colpi di scena (che sono comunque presenti), e ne è d’esempio l’episodio totalmente dedicato al figlio della detective Linden, scollegato dal plot ma fondamentale per la spirale di nervosismo, preoccupazione e ansia di cui è vittima la donna, un personaggio forte, risoluto e burbero, poco incline al sorriso o anche solo a una minima dimostrazione emotiva.

La sua spalla è un poliziotto giovane e arrogante, incapace di tenere la lingua a posto, probabilmente anche un poco losco dati certi spunti suggeriti allo spettatore, ma con Linden forma una coppia strepitosa perché i due, nel loro non andare d’accordo, non inseguono soluzioni ironiche o spiritose per far presa sul pubblico, appaiono bensì reali nelle problematiche di convivenza durante l’indagine, avvicinandosi realisticamente e meravigliosamente un poco alla volta, quando entrambi iniziano a conoscersi e a capire che c’è molto altro sotto le loro croste caratteriali così difficili e inquiete.

L’omicidio di Rosie Larsen si rivela essere un caso piuttosto articolato, molte sono le pedine in gioco e il largo spazio dedicato alla scalata politica di Darren Richmond, una vera e propria trama parallela, intensifica le puntate donando un buon realismo nei dialoghi e soprattutto nelle interazioni tra i personaggi, sfaccettati, ben costruiti, che necessitano di tempo per assimilare l’accaduto e a reagire. È inoltre parecchio interessante la struttura di questa prima stagione, figlia di un’ottima pianificazione (anche se, non avendo visto l’originale, non so quanto sia farina del sacco di Veena Sud) che piazza almeno un paio di svolte, una in particolare, davvero riuscite nel loro rimescolare le carte in gioco e nel dare continuo respiro a una vicenda che acquisisce complessità man mano che progredisce.

Non resta quindi che attendere la seconda stagione, con probabile partenza in primavera, nella speranza che il tormentato quesito “Chi ha ucciso Rosie Larsen?” trovi risposta prima che una temuta annacquatura si dilunghi in stagioni non volute che finirebbero per rovinare tutto.

13 commenti:

  1. ho dato un'occhiata anche a quello danese, e devo dire che si sono ispirati di brutto. persino troppo...
    nonostante questo, la serie è molto valida, non ancora un cult totale, per la seconda stagione vedremo cosa si inventano..

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  2. Bello davvero, ma anche io come il Canny (bello il diminutivo, eh?) ho dato un occhio all'originale ed è davvero troppo simile. Però se lo copiano (e lo interpretano) correttamente è già un passo avanti. no?

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  3. Io ignoravo proprio l'esistenza dell'originale, e anche di The Killing stesso, prima che passasse su Sky, altrimenti, sapendo che era un remake, probabilmente non l'avrei nemmeno iniziato.

    Però il pilota era così bellino, così denso e atmosferico, che l'ho guardato con gusto, e certo, mi spiace aver visto il remake prima dell'originale, ma a guardare ora la serie danese non credo ce la farei, considerando anche che dite che è uguale uguale... :)

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  4. Pare una cosa molto graziosa.
    Io non lo avevo degnato di attenzione perché sapevo era un remake e non mi andava proprio di iniziarlo, ma se tu ne parli così bene, corro a procurarmelo che soffro per mancanza di droghe televisive decenti

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  5. E droga lo è anche questo, perché ha quel meccanismo d'indagine che ti porta a dire quelle frasi maledette tipo "solo un altro episodio e poi basta ché sono le cinque del mattino". :)

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  6. Caro Simone, mi sai dire come mai il link di HorrorNews24 non è più attivo. E' un vero peccato, non trovi?

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  7. @ psiche: uhm, il mio link infatti non va più, però googlando si trova il link al blog e quello funziona... appena riesco sistemo :)

    @ anonimo: tu di più!

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  8. Grazie Simone. Se puoi sistemare tu il gap, sarebbe davvero opera pia e proba :)

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  9. Caro Simone, risolto il problema: basta cambiare l'url nell'indirizzo del banner, perchè prima era horronews24.it e adesso è invece horrornews24.blogspot.com :)

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  10. Son arrivato alla terza puntata della prima serie ed effettivamente le atmosfere oniriche non mancano. Difatti lo trovo parecchio noiosetto... ok, magari non è il mio genere ma è assai leeeeeeeeeeeeeentooooooooooooo....

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  11. Sì sì, è lentissimo, la prima serie in particolare (nella seconda c'è parecchio più ritmo). Secondo me prova a tenere duro, i personaggi sono favolosi e tengono da soli in piedi la storia, soprattutto Holder. :)

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