È interessante notare come negli ultimi tempi un certo cinema nordico stia guadagnando sempre più credibilità e consenso di pubblico e critica. Basti pensare a titoli quali Lasciami Entrare dello svedese Tomas Alfredson, oppure al connubio finno-norvegese diretto da Jalmari Helander che va sotto il nome di Rare Exports: A Christmas Tale, o anche al simpatico lungometraggio finlandese Dark Floors di Pete Riski con protagonisti-antagonisti i Lordi, membri della nota metal band nei panni di se stessi.
Analizzando questi lavori, soprattutto i primi due, balza subito all’occhio come elementi tipici del folklore di quelle terre vengano utilizzati e reinventati per realizzare un cinema di genere che racconti realtà allo stesso tempo simili ma enormemente differenti dalla stanca e ripetitiva produzione USA. Non sembrano esserci solo le idee, nella Scandinavia cinematografica, ma anche modi e sostanza per rielaborare, offrendo prodotti freschi e originali anche laddove gli spunti sono i più comuni.
Ecco perché, da spettatori sempre più assuefatti a un certo cinema americano (a cui queste pellicole devono molto) riusciamo a fruire una pellicola come Troll Hunter senza restarne delusi. Grosse novità, infatti, non ve ne sono, siamo alle prese con l’ennesimo documentario con inquadrature traballanti e visioni a infrarossi per i boschi. Ma proprio il fatto che la pellicola si presenti senza pretese la rende godibile per quello che è: un valido intrattenimento stilisticamente curato e autoironico, con la giusta dose di action.
La storia è quella di tre studenti universitari che cercano di strappare un’intervista ad Hans, un misterioso bracconiere. L’uomo, un Reinhold Messner cazzuto, all’apparenza si muove sulle piste di caccia battute dagli orsi, ma non si comporta come gli altri cacciatori: piazza strane trappole utilizzando copertoni d’auto, sfoggia bizzarri fucili e va in giro con una jeep coperta da profondi tagli. I ragazzi, seguendolo di nascosto per i boschi, capiranno di aver a che fare con una specie di Man In Black per troll che lavora per il governo norvegese. Hans prenderà in simpatia gli studenti e li condurrà attraverso paesaggi mozzafiato (boschi, grotte e lande innevate), alla ricerca di troll da poter mockumentare affinché tutto il mondo sappia la verità sulla loro esistenza.
André Øvredal svolge un lavoro pulito ed efficace con un budget limitato e attori non professionisti. Non ha timore di mostrare i troll e non gli interessa giocare sul vedo-non vedo attraverso fronde o inquadrature sgranate. No, i troll esistono davvero e lui ce lo dice sbattendoceli in faccia senza mezzi termini, con giganti a tre teste che annusano rumorosamente e urlano come maiali sgozzati, bestiacce pelose e puzzolenti e colossi alti chilometri. Per Ovredal è importante che noi, come gli studenti, arriviamo a crederlo. Quindi veniamo tirati dentro questo simpatico gioco condito da situazioni divertenti come, ad esempio, il modulo che Hans deve compilare ogni volta che cattura un troll, o la necessità di fare dei prelievi di sangue con siringoni lunghi un metro. Questo tipo di espediente maschera con classe qualche buco nella sceneggiatura, limitato in fondo a una sospensione all’incredulità che non sempre è rispettata, soprattutto nella parte conclusiva. Ovredal porta lo spettatore esattamente dove interessa a lui e fa in mondo che non pensi ad altro, con tanta azione, mostri differenti e ben delineati, e soprattutto parecchia ironia, che dona al suo prodotto un apprezzatissimo non prendersi sul serio, vera e propria chiave che rende la pellicola così riuscita.
Gli effetti non sono eccezionali, ma non stonano con l’insieme, mentre l’audio è formidabile e azzeccato, con i versi dei troll che distruggono le casse stereo, in particolar modo nella parte conclusiva con il mega trollone.
Puro intrattenimento orrorifico, insomma, che si riserva una nota di sagace sarcasmo politico nell’epilogo, chiusura perfetta di un prodotto che, nel suo specifico genere, appare addirittura sorprendente.
2010, Norvegia, colore, 103 minuti
Regia: André Øvredal
Sceneggiatura: André Øvredal
Analizzando questi lavori, soprattutto i primi due, balza subito all’occhio come elementi tipici del folklore di quelle terre vengano utilizzati e reinventati per realizzare un cinema di genere che racconti realtà allo stesso tempo simili ma enormemente differenti dalla stanca e ripetitiva produzione USA. Non sembrano esserci solo le idee, nella Scandinavia cinematografica, ma anche modi e sostanza per rielaborare, offrendo prodotti freschi e originali anche laddove gli spunti sono i più comuni.
Ecco perché, da spettatori sempre più assuefatti a un certo cinema americano (a cui queste pellicole devono molto) riusciamo a fruire una pellicola come Troll Hunter senza restarne delusi. Grosse novità, infatti, non ve ne sono, siamo alle prese con l’ennesimo documentario con inquadrature traballanti e visioni a infrarossi per i boschi. Ma proprio il fatto che la pellicola si presenti senza pretese la rende godibile per quello che è: un valido intrattenimento stilisticamente curato e autoironico, con la giusta dose di action.
La storia è quella di tre studenti universitari che cercano di strappare un’intervista ad Hans, un misterioso bracconiere. L’uomo, un Reinhold Messner cazzuto, all’apparenza si muove sulle piste di caccia battute dagli orsi, ma non si comporta come gli altri cacciatori: piazza strane trappole utilizzando copertoni d’auto, sfoggia bizzarri fucili e va in giro con una jeep coperta da profondi tagli. I ragazzi, seguendolo di nascosto per i boschi, capiranno di aver a che fare con una specie di Man In Black per troll che lavora per il governo norvegese. Hans prenderà in simpatia gli studenti e li condurrà attraverso paesaggi mozzafiato (boschi, grotte e lande innevate), alla ricerca di troll da poter mockumentare affinché tutto il mondo sappia la verità sulla loro esistenza.
André Øvredal svolge un lavoro pulito ed efficace con un budget limitato e attori non professionisti. Non ha timore di mostrare i troll e non gli interessa giocare sul vedo-non vedo attraverso fronde o inquadrature sgranate. No, i troll esistono davvero e lui ce lo dice sbattendoceli in faccia senza mezzi termini, con giganti a tre teste che annusano rumorosamente e urlano come maiali sgozzati, bestiacce pelose e puzzolenti e colossi alti chilometri. Per Ovredal è importante che noi, come gli studenti, arriviamo a crederlo. Quindi veniamo tirati dentro questo simpatico gioco condito da situazioni divertenti come, ad esempio, il modulo che Hans deve compilare ogni volta che cattura un troll, o la necessità di fare dei prelievi di sangue con siringoni lunghi un metro. Questo tipo di espediente maschera con classe qualche buco nella sceneggiatura, limitato in fondo a una sospensione all’incredulità che non sempre è rispettata, soprattutto nella parte conclusiva. Ovredal porta lo spettatore esattamente dove interessa a lui e fa in mondo che non pensi ad altro, con tanta azione, mostri differenti e ben delineati, e soprattutto parecchia ironia, che dona al suo prodotto un apprezzatissimo non prendersi sul serio, vera e propria chiave che rende la pellicola così riuscita.
Gli effetti non sono eccezionali, ma non stonano con l’insieme, mentre l’audio è formidabile e azzeccato, con i versi dei troll che distruggono le casse stereo, in particolar modo nella parte conclusiva con il mega trollone.
Puro intrattenimento orrorifico, insomma, che si riserva una nota di sagace sarcasmo politico nell’epilogo, chiusura perfetta di un prodotto che, nel suo specifico genere, appare addirittura sorprendente.
2010, Norvegia, colore, 103 minuti
Regia: André Øvredal
Sceneggiatura: André Øvredal
[Crescizz & Simone]
Hans mi ricordava Gandalf ed un "fuggite sciocchi" all'inizio ci stava assai.
RispondiElimina:)
Mi dispiace che non abbia vinto nessun premio allo S+F.
Mi sembra molto interessante, i Troll sono poco sfruttati nel cinema horror quindi sicuramente almeno un elemento di novità c'è.
RispondiEliminaIl film dei Lordi che hai nominato io invece l'ho odiato con passione XD
Grandissimi Lordi, scenografici da morire ma, per carità, via dalla macchina da presa!
mi sembrava ci fosse il rischio porcata all'orizzonte, ma a quanto pare merita una possibilità...
RispondiEliminaA me è piaciuto parecchio.
RispondiEliminaUna sola cosa non ho gradito: la storia del 'sangue cristiano.'
Spezza la sospensione dell'incredulità, non ha una spiegazione, come invece cercano di dare per il resto.
Sembra 'magia, è così perché 'è bello e basta e nel fantasy posso mettere tutte le scemenze che volgio senza logica', insomma, un peccato.
Ian
Ma come?! Ucci ucci sento odor di cristianucci!!! Ma da bambino te le leggevano le favole? I Troll di questo straordinario film si comportano pedissequamente secondo le regole della tradizione favolistica nordeuropea!
EliminaNe parlai parecchio tempo fa: una vera sorpresa.
RispondiEliminaUn mockumentary davvero interessante, con un finale splendido.
"Ucci ucci, sento odor di cristianucci!" Film fichissimo, sopra le aspettative. Mi è piaciuto soprattutto perchè (al contrario dei mockumentary classici, con mostri che non si vedono mai) il regista ti sbatte in faccia troll enormi. Tiè!
RispondiEliminaNiente da fare... sono l'unico a cui ha fatto cagare. Pazienza.
RispondiElimina@ Giovanni: ahaha, un po' sì, in effetti lo si potrebbe comparare. XD
RispondiElimina@ Babol: sì, è proprio una sorpresa, soprattutto perché non si prende sul serio (senza ovviamente mai sfociare nella commedia vera e propria, eh), e i trolloni sono fantastici.
Il film dei Lordi io non l'ho visto, l'ha visto però Crescizz, con cui ho scritto la rece, e me l'ha descritto tipo una cagata divertente, cosa per cui devo recuperarlo al più presto. :)
@ Cannibale: no, no, nessuna porcata ma parecchio divertimento horror. :)
@ Ian: mah, a me è piaciuto quell'aspetto, per il contrapporre folklore pagano alla religione "moderna". Mi è sembrato un tocco originale, una marcia in più per la pellicola.
@ mr Ford: :D
@ mr Giobblin: troll giganti, favolosi, ne voglio ancora!
@ Eddy: ahahah, ma come, a te che piacciono le stesse schifezze che io adoro! Spiegami, spiegami, perché non ti è piaciuto? :)
La trama è sicuramente affascinante. Ce l'ho in lista d'attesa da parecchio, ora ha scalato un po' di posizioni. :)
RispondiEliminaSì, ne vale la pena :)
RispondiEliminaAh scusa il ritardo... puoi andarti a leggere la rece sul mio blog di qualche (tanti) mese fa... ;)
RispondiEliminainteressante. cercherò di vederlo al più presto. mi piacciono le atmosfere nordiche
RispondiElimina@ Eddy: sarà fatto :)
RispondiElimina@ Luigi: :)
@Ian
RispondiEliminaÈ folklore norvegese duro e puro :)
Il film attinge a pienissime mani da tutto l'immaginario smaccatamente norvegese sui troll, dalle illustrazioni alle storie. A tal punto che non gliene sbatte un cazzo di risultare grottesco o ridicolo. Coraggiosissimo.
Mi è piaciuto un sacco, ma sono di parte quando si parla di folklore nordico.
E' proprio questo il bello del film, il suo essere così figlio della propria terra da poterci anche scherzare sopra con enorme intelligenza. :)
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