A Nacho Vigalondo erano bastati cinque attori e una macchina per cagliare il latte per ridefinire il concetto di viaggio nel tempo con Timecrimes, e a distanza di un paio d’anni ritorna con una formula simile per rinfrescare la rappresentazione di un’invasione aliena. Cinque attori (più uno spicchio di astronave immobile sopra la città) è infatti tutto quello di cui ha bisogno per imbastire Extraterrestrial, quella che essenzialmente è una commedia degli equivoci che pesca a piene mani dall’immaginario-tipo fantascientifico.
Lui si sveglia a casa di lei, ma lei ha un altro lui, un po’ pazzo e megalomane, oltre a un vicino impiccione e segretamente innamorato, e i quattro si ritrovano a convivere forzatamente ipotizzando le intenzioni degli invasori. Uno spunto classico e semplicissimo, ma vincente perché poggia prima di tutto su un’ottima sceneggiatura, che lascia largo spazio a dialoghi esilaranti nel tipico schema dell’ambiguità amorosa, dei dubbi non detti e delle evidenze di cui nessuno pare però accorgersi. Dialoghi che però a nulla sarebbe serviti senza un adeguato lavoro sui personaggi, e infatti la cura nella delineazione delle quattro personalità in gioco, in particolare sul folle Carlos, permette una costruzione comica, zeppa di idee e una straordinaria progressione citazionista nonostante gli strambi indizi iniziali.
A farla da padrone è principalmente una rivisitazione dell’ultracorpo, scusante alla quale devono ricorrere i due amanti per giustificare alcune stranezze piccanti, dando il via a una spirale inarrestabile di equivoci fantascientifici che esplode in una manciata di scene di vertiginosa comicità (la cena, il telegiornale, l’esilio di Raul). La trama sussulta ed è spesso movimentata nonostante l’esiguità del soggetto, sparge i suoi semi e li raccoglie in uno sviluppo eccellente e imprevedibile, non cadendo mai nel tranello dell’ironia a tutti i costi, della forzatura umoristica per giustificare le varie esasperazioni comportamentali, ma concedendosi ad alcune riflessioni seriose, comunque sempre presentate con un punto di vista sarcastico, che tengono saldo l’intreccio fino all’insolita conclusione.
Che di sci-fi vera e propria tecnicamente non ci sia nulla, è un fattore irrilevante, perché la bontà dell’intreccio e lo sfruttamento di certi cliché spazzano presto via qualsiasi dubbio a suon di risate, mostrando quanto la qualità della sceneggiatura, quando non ci sono soldi, sia cardine necessario per fare un buon film.
2011, Spagna, colore, 90 minuti
Regia: Nacho Vigalondo
Sceneggiatura: Nacho Vigalondo
Lui si sveglia a casa di lei, ma lei ha un altro lui, un po’ pazzo e megalomane, oltre a un vicino impiccione e segretamente innamorato, e i quattro si ritrovano a convivere forzatamente ipotizzando le intenzioni degli invasori. Uno spunto classico e semplicissimo, ma vincente perché poggia prima di tutto su un’ottima sceneggiatura, che lascia largo spazio a dialoghi esilaranti nel tipico schema dell’ambiguità amorosa, dei dubbi non detti e delle evidenze di cui nessuno pare però accorgersi. Dialoghi che però a nulla sarebbe serviti senza un adeguato lavoro sui personaggi, e infatti la cura nella delineazione delle quattro personalità in gioco, in particolare sul folle Carlos, permette una costruzione comica, zeppa di idee e una straordinaria progressione citazionista nonostante gli strambi indizi iniziali.
A farla da padrone è principalmente una rivisitazione dell’ultracorpo, scusante alla quale devono ricorrere i due amanti per giustificare alcune stranezze piccanti, dando il via a una spirale inarrestabile di equivoci fantascientifici che esplode in una manciata di scene di vertiginosa comicità (la cena, il telegiornale, l’esilio di Raul). La trama sussulta ed è spesso movimentata nonostante l’esiguità del soggetto, sparge i suoi semi e li raccoglie in uno sviluppo eccellente e imprevedibile, non cadendo mai nel tranello dell’ironia a tutti i costi, della forzatura umoristica per giustificare le varie esasperazioni comportamentali, ma concedendosi ad alcune riflessioni seriose, comunque sempre presentate con un punto di vista sarcastico, che tengono saldo l’intreccio fino all’insolita conclusione.
Che di sci-fi vera e propria tecnicamente non ci sia nulla, è un fattore irrilevante, perché la bontà dell’intreccio e lo sfruttamento di certi cliché spazzano presto via qualsiasi dubbio a suon di risate, mostrando quanto la qualità della sceneggiatura, quando non ci sono soldi, sia cardine necessario per fare un buon film.
2011, Spagna, colore, 90 minuti
Regia: Nacho Vigalondo
Sceneggiatura: Nacho Vigalondo
[Simone & Crescizz]
ma dove l'avete visto?
RispondiEliminadopo il grande timecrimes, vigalondo è un nome assolutamente da seguire, quindi questo vedrò di vedermelo di certo...
RispondiEliminaEh, infatti, indove lo avete trovato?
RispondiEliminamai sentito parlare di questo film
RispondiEliminaLe recensioni di questi giorni fanno tutte parte del Science plus Ficiton di Trieste... non saprei dire dove reperirlo
RispondiEliminaCrescizz
Già, visto al Trieste S+F 2011, non so se si possa recuperare dove sappiamo tutti (ma immagino di no, visto che lo chiedete) XD
RispondiEliminaComunque cercate e guardatelo, spassosissimo, ingegnoso, fresco, pieno di idee. :)