Che i Manetti Bros siano in qualche modo i fautori del cinema indipendente lo si capisce dai soggetti che scelgono per le loro opere, evitando tentazioni major e gustose opportunità monetarie. Pochi finanziamenti, già, ma tanta passione per il cinema di genere, in particolare l’horror e la fantascienza, e un buon bagaglio tecnico, necessario quando i mezzi sono così esigui. Butta male nella nostra penisola assediata da telenovele e commedie sboccate, si sa, ma al duo questo non interessa, ecco quindi che portano in sala un film solido e convincente (e che al Trieste Science+Fiction 2011 si accaparrerà il Premio Nocturno e il premio della giuria per il Miglior Lungometraggio Fantascientifico).
La storia è tanto semplice quanto interessante, con una manciata di personaggi e una valida idea a sostenere la pellicola. Gaia, un’interprete di lingua cinese, viene contattata dai servizi segreti per un urgentissimo lavoro di traduzione da effettuare in un luogo del quale non le è dato conoscere l’ubicazione. La ragazza accetta e, bendata, viene portata in un bunker buio, dentro il quale conoscerà l’arrogante agente Curti e il misterioso Wang.
L'arrivo di Wang procede secondo i noti meccanismi del thriller puro, con un interrogatorio feroce e urlato che struttura da solo l’intera vicenda: ritmo serrato, pochi indizi per costruirsi diverse ipotesi, dialoghi accattivanti e protagonisti che, tolta qualche leggerezza (su tutto Gaia che accetta di farsi bendare senza troppi problemi, ma anche il muscoloso agente di guardia, catastroficamente stupido), risultano credibili nel ruolo. La storia scorre senza intoppi, i Manetti Bros costruiscono un climax che cattura lo spettatore e lo conduce ansiosamente all’epilogo, in una spirale sempre più ricca di convincenti effetti speciali. A Simone Silvestri, Maurizio Memoli (già collaboratore di Avatar) e ai ragazzi della Palantir Digital Media di Roma va il merito di questo lavoro, svolto peraltro in nome dell’amicizia e della stima nei confronti del duo romano, il tutto nella migliore tradizione del cinema indipendente.
I Manetti Bros svolgono un ottimo lavoro nella gestione delle inquadrature e, dietro la macchina da presa, fanno sfoggio di una sicurezza costruita con la gavetta e il sudore, senza lasciarsi tentare da sperimentalismi o cercare snobistiche virtuosità, ma svolgendo bene il compito e portando a casa un buon risultato.
Bravo Fantastichini nella psicosi crescente del suo sbirro cattivo, un po’ meno Francesca Cuttica che pare troppo attenta al copione per costruire un personaggio realmente verosimile in una situazione tanto drammatica.
Un’ultima considerazione critica per la prevedibilità del finale, in questa situazione che mette in scena un set chiuso e pochi personaggi. Forse i Manetti Bros avrebbero dovuto essere più ambigui e meno sbilanciati nella psicologia dei personaggi, lasciandosi ispirare, per esempio, dal riuscito episodio di Lost nel quale i protagonisti catturano e interrogano il doppio/triplogiochista Benjamin Linus. Ne avrebbe giovato l’atmosfera trasversale dell’intero progetto, la cui obliquità si può soltanto annusare in alcuni spezzoni.
Ma, alla fine, che bella soddisfazione avere un prodotto Made in Italy di questo tipo, che, senza mezzi termini, si toglie lo sfizio di metterlo in culo a gente come Steven Spielberg e James Cameron.
2011, Italia, colore, 80 minuti
Regia: Manetti Bros
Sceneggiatura: Manetti Bros
La storia è tanto semplice quanto interessante, con una manciata di personaggi e una valida idea a sostenere la pellicola. Gaia, un’interprete di lingua cinese, viene contattata dai servizi segreti per un urgentissimo lavoro di traduzione da effettuare in un luogo del quale non le è dato conoscere l’ubicazione. La ragazza accetta e, bendata, viene portata in un bunker buio, dentro il quale conoscerà l’arrogante agente Curti e il misterioso Wang.
L'arrivo di Wang procede secondo i noti meccanismi del thriller puro, con un interrogatorio feroce e urlato che struttura da solo l’intera vicenda: ritmo serrato, pochi indizi per costruirsi diverse ipotesi, dialoghi accattivanti e protagonisti che, tolta qualche leggerezza (su tutto Gaia che accetta di farsi bendare senza troppi problemi, ma anche il muscoloso agente di guardia, catastroficamente stupido), risultano credibili nel ruolo. La storia scorre senza intoppi, i Manetti Bros costruiscono un climax che cattura lo spettatore e lo conduce ansiosamente all’epilogo, in una spirale sempre più ricca di convincenti effetti speciali. A Simone Silvestri, Maurizio Memoli (già collaboratore di Avatar) e ai ragazzi della Palantir Digital Media di Roma va il merito di questo lavoro, svolto peraltro in nome dell’amicizia e della stima nei confronti del duo romano, il tutto nella migliore tradizione del cinema indipendente.
I Manetti Bros svolgono un ottimo lavoro nella gestione delle inquadrature e, dietro la macchina da presa, fanno sfoggio di una sicurezza costruita con la gavetta e il sudore, senza lasciarsi tentare da sperimentalismi o cercare snobistiche virtuosità, ma svolgendo bene il compito e portando a casa un buon risultato.
Bravo Fantastichini nella psicosi crescente del suo sbirro cattivo, un po’ meno Francesca Cuttica che pare troppo attenta al copione per costruire un personaggio realmente verosimile in una situazione tanto drammatica.
Un’ultima considerazione critica per la prevedibilità del finale, in questa situazione che mette in scena un set chiuso e pochi personaggi. Forse i Manetti Bros avrebbero dovuto essere più ambigui e meno sbilanciati nella psicologia dei personaggi, lasciandosi ispirare, per esempio, dal riuscito episodio di Lost nel quale i protagonisti catturano e interrogano il doppio/triplogiochista Benjamin Linus. Ne avrebbe giovato l’atmosfera trasversale dell’intero progetto, la cui obliquità si può soltanto annusare in alcuni spezzoni.
Ma, alla fine, che bella soddisfazione avere un prodotto Made in Italy di questo tipo, che, senza mezzi termini, si toglie lo sfizio di metterlo in culo a gente come Steven Spielberg e James Cameron.
2011, Italia, colore, 80 minuti
Regia: Manetti Bros
Sceneggiatura: Manetti Bros
[Crescizz & Simone]
interessante, soprattutto perchè made in italy
RispondiEliminaO_o esci da questo corpo!
RispondiEliminaCaro Simone, il cinema indipendente è un'altra cosa.
RispondiElimina@ Luigi: sì, guarda, alla fine non è niente di incredibile ma è un prodotto che si guarda con molto piacere, e a volte questo basta. :)
RispondiElimina@ Valentino: ma se a te è piaciuto Morituris, lo so io, ahahahah XD
Io ai Manetti ci ho sempre voluto bene. E' robba de casa. Questo non me lo lascio sfuggire.
RispondiEliminaLo farò mio...
RispondiElimina@ Lucia/Munzic: bravi :)
RispondiEliminaPurtroppo l'uscita è slittata a primavera..Comunque loro li conosco, e quello che dici è proprio vero: lavorano con tantissima passione e i soldi sono l'ultimo dei loro interessi!
RispondiEliminaIo ho lavorato all'animazione 3D della creatura aliena, e posso dire che, sebbene ci sono stato su per oltre un anno e che di ostacoli e difficoltà ce ne sono stati tanti per ognuno di noi (come in ogni produzione d'altronde), è pur sempre stata una bella esperienza, che spero di poter condividere con voi pubblico non appena il film uscirà. Magari gli effetti non sono al pari delle produzioni statunitensi, però -e non lo dico perché ci ho lavorato- sotto una certa ottica, è proprio quello il bello. =) Saluti
RispondiEliminaDv
Io ho lavorato all'animazione 3D della creatura aliena, e posso dire che, sebbene ci sono stato su per oltre un anno e che di ostacoli e difficoltà ce ne sono stati tanti per ognuno di noi (come in ogni produzione d'altronde), è pur sempre stata una bella esperienza, che spero di poter condividere con voi pubblico non appena il film uscirà. Magari gli effetti non sono al pari delle produzioni statunitensi, però -e non lo dico perché ci ho lavorato- sotto una certa ottica, è proprio quello il bello. =) Saluti
RispondiEliminaDv
Ciao Davide e grazie per il commento. :)
RispondiEliminaCredo che gli effetti speciali funzionino egregiamente, e che non sia il caso di fare un paragone con Hollywood anche perché L'arrivo di Wang non gioco soltanto su questi. La creatura aliena è resa benissimo, soprattutto da un punto di vista fotografico, con quella pelle che pare plastica lucida, e in generale il film è più che buono, quindi speriamo che per una volta tanto possa far breccia nel pubblico italiano. :)
Mi chiamo Simone Silvestri e sono il Supervisore Vfx del Film L'Arrivo di Wang.Ci tengo a rettificare quella che purtroppo è una inesattezza che leggo spesso in giro riguardo il film..Maurizio Memoli ha collaborato con noi ed ha realizzato il concept ed il modello dell'alieno..il film lo ha realizzato la Palantir Digital Media di Roma e ci ha lavorato 1 anno e mezzo con tanti collaboratori fantastici tra cui il caro Davide che vi ha scritto qualche mese fa...il film per chi volesse vederlo esce il 9 marzo al cinema in diverse città ...ciao a tutti
RispondiEliminaCiao Simone, grazie del commento e della precisazione, correggo appena posso. :)
RispondiEliminaSono felice che il film esca finalmente in qualche cinema, speriamo abbia un po' del riscontro che merita. :)