2009, Italia, colore, 69 minuti
Regia: Giacomo Talamini
Sceneggiatura: Giacomo Talamini
Alzi la mano chi non ha mai giocato a Metal Gear Solid, che ve la bacchetto. Tra i videogame simbolo dell’era PSX, l’opera di Hideo Kojima era forse la prima, vera commistione tra gioco e film: impersonando un agente infiltrato in una base artica, e immersi in una tesa atmosfera fatta di silenzi e sibili ventosi, si assisteva con la bava alla bocca a una trama intricata e adulta, folle ma serissima, che mescolava sci-fi, horror e robotico con una solida struttura narrativa come mai nessuno, prima di allora, aveva fatto nel mondo videoludico. Era l’inizio di un mito, una leggenda che perdura tutt’oggi, in quest’era videogiocosa distante ormai anni luce dalle rivoluzionarie invenzioni di Kojima, e che conta svariati titoli tra PSX, Play 2, Play 3 e PSP, nonché alcune escursioni non troppo felici nel mondo del fumetto e della narrativa.
Stranamente, l’impianto cinematografico di Metal Gear Solid, già di per sé estremamente affascinante per sceneggiatura e regia, non è ancora stato sfruttato a Hollywood (benché meno in Giappone, snobbato anche dall’industria dell’animazione), e se si può tirare un sospiro di sollievo per la burla di un Uwe Boll che voleva acquistarne i diritti, nulla ancora si sa delle intenzioni di Kurt Wimmer circa una futura pellicola, annunciata anni orsono ma di cui si sono perse, fortunatamente, le tracce. È facile quindi stupirsi vedendo come sia l’Italia la patria di questo coraggioso progetto, Metal Gear Solid: Philanthropy, un film amatoriale recitato in inglese che, pur con tutti i suoi comprensibili difetti, è opera suggestiva e meritevole, un lungometraggio elogiato persino da Hideo Kojima in persona, un film che ogni fan di Solid Snake dovrebbe vedere.
Realizzato con una totale, lodevole morale no-profit, i ragazzi di Hive Division hanno impiegato anni (i primi vagiti del progetto risalgono al 2002) prima di poter portare a termine questo interessante lavoro, che incorpora con amore spaventoso e rigorosamente reverenziale ogni più piccola sfumatura delle opere originali. Dall’assurdo, citazionista umorismo kojimiano (il mercenario Pierre che gioca con il DS in un paesino in culo al mondo) alla sproloquiante modalità CC, passando per gli sguardi privi di emozioni di Snake (interpretato dal regista/sceneggiatore Giacomo Talamini), i suoi movimenti, le sue gesta acrobatiche, ma anche la presentazione dei comprimari, così come gli stravaganti villain (lo pseudo-cowboy che cavalca il nuovo modello di Metal Gear), tutto, in Philanthropy, per quanto spartano e “fatto in casa”, richiama le magnifiche atmosfere del videogioco.
Anche la trama, ammirevole per complessità e originalità, sebbene nulla venga spiegato e costringa perciò ad aspettare i capitoli futuri, è un continuo, riuscitissimo tributo all’immaginario di Kojima: personaggi doppiogiochisti che danno luogo a spiazzanti colpi di scena, interventi militari soprannaturali, crescita esponenziale da stealth ad action, superbo combattimento finale con il Metal Gear… Chiaro che la natura amatoriale implica una resa estetica tutt’altro che intrigante: tra le altre, i protagonisti sembrano muoversi meccanicamente in luoghi privi di vita umana; la base segreta pare non disporre di alcun soldato, salvo riversarne un intero esercito nella lunga sparatoria finale; Snake e compari liberano l’ostaggio in due secondi e senza alcuno sforzo per poi farsi scoprire altrettanto facilmente… Ma si tratta, in fin dei conti, di lacune ampiamente giustificate dai pochi mezzi e dalle scarse risorse a disposizione (un misero budget autofinanziato di 10.000 euro), che spesso scompaiono di fronte a certi inaspettati tocchi di classe (l’ottimo Metal Gear in CG, la già citata sparatoria finale) e a una generale e più che buona impalcatura narrativa, fatta di dialoghi discreti e di un curioso susseguirsi degli eventi.
Esilarante, infine, il breve riassunto demenziale del film, collocato dopo i titoli di coda: ottime battute e dialoghi dissacranti, per una manciata di minuti in cui si ride a voce alta.
Un doveroso applauso quindi ai ragazzi di Hive Division, hanno accettato una sfida impossibile e ne sono usciti a testa alta. Aspettiamo con curiosità i progetti futuri.
Il film è disponibile gratuitamente sul sito, http://www.mgs-philanthropy.net/, sia in streaming che in download.
Regia: Giacomo Talamini
Sceneggiatura: Giacomo Talamini
Alzi la mano chi non ha mai giocato a Metal Gear Solid, che ve la bacchetto. Tra i videogame simbolo dell’era PSX, l’opera di Hideo Kojima era forse la prima, vera commistione tra gioco e film: impersonando un agente infiltrato in una base artica, e immersi in una tesa atmosfera fatta di silenzi e sibili ventosi, si assisteva con la bava alla bocca a una trama intricata e adulta, folle ma serissima, che mescolava sci-fi, horror e robotico con una solida struttura narrativa come mai nessuno, prima di allora, aveva fatto nel mondo videoludico. Era l’inizio di un mito, una leggenda che perdura tutt’oggi, in quest’era videogiocosa distante ormai anni luce dalle rivoluzionarie invenzioni di Kojima, e che conta svariati titoli tra PSX, Play 2, Play 3 e PSP, nonché alcune escursioni non troppo felici nel mondo del fumetto e della narrativa.
Stranamente, l’impianto cinematografico di Metal Gear Solid, già di per sé estremamente affascinante per sceneggiatura e regia, non è ancora stato sfruttato a Hollywood (benché meno in Giappone, snobbato anche dall’industria dell’animazione), e se si può tirare un sospiro di sollievo per la burla di un Uwe Boll che voleva acquistarne i diritti, nulla ancora si sa delle intenzioni di Kurt Wimmer circa una futura pellicola, annunciata anni orsono ma di cui si sono perse, fortunatamente, le tracce. È facile quindi stupirsi vedendo come sia l’Italia la patria di questo coraggioso progetto, Metal Gear Solid: Philanthropy, un film amatoriale recitato in inglese che, pur con tutti i suoi comprensibili difetti, è opera suggestiva e meritevole, un lungometraggio elogiato persino da Hideo Kojima in persona, un film che ogni fan di Solid Snake dovrebbe vedere.
Realizzato con una totale, lodevole morale no-profit, i ragazzi di Hive Division hanno impiegato anni (i primi vagiti del progetto risalgono al 2002) prima di poter portare a termine questo interessante lavoro, che incorpora con amore spaventoso e rigorosamente reverenziale ogni più piccola sfumatura delle opere originali. Dall’assurdo, citazionista umorismo kojimiano (il mercenario Pierre che gioca con il DS in un paesino in culo al mondo) alla sproloquiante modalità CC, passando per gli sguardi privi di emozioni di Snake (interpretato dal regista/sceneggiatore Giacomo Talamini), i suoi movimenti, le sue gesta acrobatiche, ma anche la presentazione dei comprimari, così come gli stravaganti villain (lo pseudo-cowboy che cavalca il nuovo modello di Metal Gear), tutto, in Philanthropy, per quanto spartano e “fatto in casa”, richiama le magnifiche atmosfere del videogioco.
Anche la trama, ammirevole per complessità e originalità, sebbene nulla venga spiegato e costringa perciò ad aspettare i capitoli futuri, è un continuo, riuscitissimo tributo all’immaginario di Kojima: personaggi doppiogiochisti che danno luogo a spiazzanti colpi di scena, interventi militari soprannaturali, crescita esponenziale da stealth ad action, superbo combattimento finale con il Metal Gear… Chiaro che la natura amatoriale implica una resa estetica tutt’altro che intrigante: tra le altre, i protagonisti sembrano muoversi meccanicamente in luoghi privi di vita umana; la base segreta pare non disporre di alcun soldato, salvo riversarne un intero esercito nella lunga sparatoria finale; Snake e compari liberano l’ostaggio in due secondi e senza alcuno sforzo per poi farsi scoprire altrettanto facilmente… Ma si tratta, in fin dei conti, di lacune ampiamente giustificate dai pochi mezzi e dalle scarse risorse a disposizione (un misero budget autofinanziato di 10.000 euro), che spesso scompaiono di fronte a certi inaspettati tocchi di classe (l’ottimo Metal Gear in CG, la già citata sparatoria finale) e a una generale e più che buona impalcatura narrativa, fatta di dialoghi discreti e di un curioso susseguirsi degli eventi.
Esilarante, infine, il breve riassunto demenziale del film, collocato dopo i titoli di coda: ottime battute e dialoghi dissacranti, per una manciata di minuti in cui si ride a voce alta.
Un doveroso applauso quindi ai ragazzi di Hive Division, hanno accettato una sfida impossibile e ne sono usciti a testa alta. Aspettiamo con curiosità i progetti futuri.
Il film è disponibile gratuitamente sul sito, http://www.mgs-philanthropy.net/, sia in streaming che in download.
la vedi?
RispondiEliminadico, la vedi?
è la mia mano alzata :)
mai giocato a 'ste cose, non ci sono draghi e maghi, cosa si deve fare?
Vergognarti, ecco cosa devi fare! ;)
RispondiEliminaMinchia Metal Gear...
RispondiEliminaChi se ne frega del film, parliamo del videogioco!!
Io, per esempio, senza il trick sulla frequenza della radio di Meryl non sarei mai riuscita ad andare avanti e non mi vergogno ad ammetterlo!
Se a qualcuno interessano i draghi, c'è la straordinaria serie anime di Mospeada!
RispondiElimina@ Cyb: ah ah ah, ma non credere di essere l'unica, anch'io ci ho messo un po' prima di capirlo. :)
RispondiElimina@ Jacopo: no, Mospeada basta! XD
Ma è una cosa Metal?
RispondiElimina@Mettiu: ahahahahaah!!!!
RispondiEliminaMa cosa volete saperne voi! Pfui! ;)
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