Regia: Jason Connery
Sceneggiatura: keith Kjornes
Medio Oriente: alcuni scavi archeologici portano alla luce dei misteriosi artefatti, ma pochi giorni dopo, quando il gruppo di ricerca non dà più alcun segnale, le autorità competenti iniziano a preoccuparsi. Ingaggiata una squadra militare specializzata in missioni di recupero, si scoprirà ben presto che nelle profondità di quel luogo è stata risvegliata una potente entità maligna, assetata di sangue.
Con volti carismatici come quelli di Ron Pearlman, Bill Moseley e pure Henry Rollins è facile aspettarsi un cazzutissimo B-movie fatto di militari e mostri, pallottole e sangue, battute volgari ed esplosioni. Che ci sia Cuba Gooding jr, poi, a guidare la squadra di soldati, è fattore che apparentemente impreziosisce una pellicola dal retrogusto eighties, sulla carta intrigante e suggestiva. Ma The Devil’s Tomb è la morte di ogni aspettativa, una scatarrata contro l’onestà dell’horror di serie B. Film legnosissimo e improbabile, il pargolo di Jason Connery non è che una serie di sequenze impostate con cura poco più che amatoriale, dirette con freddezza tipicamente televisiva, prive del ritmo e della tensione necessari per la discesa negli inferi descritta.
Il cast inesperto e vuoto, dove i big già citati recitano con grossi punti interrogativi sulla testa (tengono famiglia, si sa), è quindi costretto a simulare atroci, vacui dialoghi, gli unici, d’altronde, che potrebbero nascere da caratterizzazioni stucchevoli, derivative, stereotipate, tipo l’ispanico odiato da tutti che fa i sorrisi sghembi, il leader valoroso e audace che combatte per la patria, il nerd che poi si guarda tutto libidinoso il catalogo di biancheria intima femminile (!) dimenticato nella base sotterranea. Si salva quantomeno un gustoso reparto splatter, inaspettatamente abbondante, fatto di headshot viscerali, ferite slabbrate, esplosioni di carne, e cos’altro, ehm, boh, non so, il mento di Ron Pearlman, è un bel mento imponente, buca lo schermo.
Cinque minuti di reale visione, poi FF 16 x fino alla fine, avevo già sofferto abbastanza.
Sceneggiatura: keith Kjornes
Medio Oriente: alcuni scavi archeologici portano alla luce dei misteriosi artefatti, ma pochi giorni dopo, quando il gruppo di ricerca non dà più alcun segnale, le autorità competenti iniziano a preoccuparsi. Ingaggiata una squadra militare specializzata in missioni di recupero, si scoprirà ben presto che nelle profondità di quel luogo è stata risvegliata una potente entità maligna, assetata di sangue.
Con volti carismatici come quelli di Ron Pearlman, Bill Moseley e pure Henry Rollins è facile aspettarsi un cazzutissimo B-movie fatto di militari e mostri, pallottole e sangue, battute volgari ed esplosioni. Che ci sia Cuba Gooding jr, poi, a guidare la squadra di soldati, è fattore che apparentemente impreziosisce una pellicola dal retrogusto eighties, sulla carta intrigante e suggestiva. Ma The Devil’s Tomb è la morte di ogni aspettativa, una scatarrata contro l’onestà dell’horror di serie B. Film legnosissimo e improbabile, il pargolo di Jason Connery non è che una serie di sequenze impostate con cura poco più che amatoriale, dirette con freddezza tipicamente televisiva, prive del ritmo e della tensione necessari per la discesa negli inferi descritta.
Il cast inesperto e vuoto, dove i big già citati recitano con grossi punti interrogativi sulla testa (tengono famiglia, si sa), è quindi costretto a simulare atroci, vacui dialoghi, gli unici, d’altronde, che potrebbero nascere da caratterizzazioni stucchevoli, derivative, stereotipate, tipo l’ispanico odiato da tutti che fa i sorrisi sghembi, il leader valoroso e audace che combatte per la patria, il nerd che poi si guarda tutto libidinoso il catalogo di biancheria intima femminile (!) dimenticato nella base sotterranea. Si salva quantomeno un gustoso reparto splatter, inaspettatamente abbondante, fatto di headshot viscerali, ferite slabbrate, esplosioni di carne, e cos’altro, ehm, boh, non so, il mento di Ron Pearlman, è un bel mento imponente, buca lo schermo.
Cinque minuti di reale visione, poi FF 16 x fino alla fine, avevo già sofferto abbastanza.
Ma non eravamo d'accordo che la merda me la sorbivo tutta io?
RispondiEliminaJason Connery era legnoso già quando tentava di fare l'attore.Non sempre i figli d'arte ereditano il talento degl'illustri genitori:Anzi tante volte un genitore troppo ingombrante in quanto a talento e fama rovina decisamente la vita dei figli.
RispondiEliminaNon sarà questo il caso del giovane Connery,che non ha mai dimostrato turbe particolari ma neanche nessuna forma di talento.
@ Elvezio: no dai un po' per uno, ci si divide l'immondizia e sotto sotto si è tutti un po' più contenti.
RispondiElimina@ Nick: non avevo indagato su imdb, pensavo quel cognome fosse una coincidenza. Me ignorante. :-P