Creata da: J.J. Abrams, Alex Kurtzman, Roberto Orci
Episodi: 20
Durata: 48 minuti circa cad.
Anno: 2009
Agente dell’FBI affascinante e tutta d’un pezzo, Olivia entra a far parte di un reparto speciale che indaga su strani crimini legati a elementi soprannaturali che nessuno riesce a spiegare. Aiutata da Peter, uomo dalla mente geniale e dal passato misterioso, e da Walter, il padre di lui, scienziato tanto sfavillante quanto fragile a causa di un internamento in un ospedale psichiatrico durato trent’anni, cerca di collegare morti incomprensibili, creature inclassificabili, una potentissima multinazionale tecnologica e molte altre diavolerie biologiche in un puzzle di cui lei stessa sembra essere inconsapevole protagonista.
Solo Chtuhlu può conoscere cosa passi per la mente di J.J. Abrams e avere un’idea di quali altri fanta-genialate possa regalarci in futuro questo talentuoso regista/sceneggiatore/produttore. Con un curriculum sfavillante come quello del papà di Alias e di Lost, dopotutto, è lecito aspettarsi solo grandi cose, e trovandosi nel mezzo di una carriera in costante ascesa la fiducia riposta nei suoi neuroni può anche dirsi totale.
È quindi davvero una tremenda strizzata di testicoli questo Fringe, sua ultima creazione telefilmica, una pallida, ignobile risposta all’immortale X-Files che, pur rubando spietatamente fantasia e immaginazione altrui, non una singola volta riesce a dare anche solo un granello di emozione fantahorror che la creatura di Chris Carter regalava invece in quantità ciclopiche.
Banale, insipido, a tratti addirittura imbarazzante, Fringe si struttura in venti infiniti episodi contro i quali, pur di sopravvivere, bisogna bombardarsi a suon di speranze riguardanti un twist, un colpo di scena, una svolta imprevista che invece non arriveranno mai.
Si piange addentrandosi nella superficialità con cui è stato costruito l’impianto narrativo, un groviglio inguardabile di episodi edificati su idee striminzite, scontatissime, già scritte e dirette oltre dieci anni fa nella serie tv che, assieme a Twin Peaks, ha cambiato per sempre le serie tv. E se già non bastassero i tremendi spunti di partenza, ogni singola, dannatissima puntata si risolve per mezzo di trovate fantamistiche così ridicole, ridicole e ridicole che ci si chiede sinceramente se Abrams possa mai aver supervisionato e dato l’okay a tali puttanate che chiunque non impiegherebbe più di 10 minuti a scrivere.
E si passa così tranquillamente da macchinari che possono portare la coscienza umana all’interno dei ricordi (!!!) ad aggeggi costruiti sul momento che permettono di estrarre dei suoni da oggetti come se questi ultimi fossero registratori (!!!), il tutto con un’approssimazione scientifica/narrativa da far rabbrividire anche il meno interessato ai dettagli.
E a nulla, davvero a nulla serve l’intrigante ombra della trama generale, invero piuttosto suggestiva, che fa capolino troppo tardi districando pochissimi nodi e fornendo minuscole, insignificanti risposte. Fringe non è Lost, e la mole di misteri che affiora non è affascinante, nemmeno per un misero secondo, come quella riguardante l’enigmatica isola che viaggia nel tempo. Il gioco che porta ad accumulare domande su domande si rivela così infruttuoso, perché a nessuno potrebbe interessare meno delle uova che spuntano da chissà dove, dell’uomo calvo e del passato di Olivia e Walter se le trame dei singoli episodi a fatica si reggono in piedi.
Aggiungeteci poi un cliffhanger che è IDENTICO, ma davvero UGUALE, al finale della prima stagione di Alias, e capirete, visto l’autoclonaggio a cui si è ridotto J.J. Abrams, con quale insulso sforzo creativo sia stato partorito Fringe.
In tutto questo ciarpame indigeribile, tre sono gli elementi che si possono salvare.
Su tutti il carisma di John Noble e del suo professor Walter, figura magari non molto originale, ma resa con incredibile equilibrio di genio, pazzia e tenera gracilità, caratteri che lo trasformano in uno tra i migliori personaggi apparsi ultimamente in tv.
Impossibile non citare poi Michael Giacchino, maestro della tensione e dell’inquietudine con i suoi archi impazziti in Lost, e che qui lo vediamo alle prese con una OST più sui generis tipici delle atmosfere horror, quindi abbondanza di pianoforte e lunghe sessioni ambient, che sembra quasi ingabbiare le sue esplosive potenzialità ma che permette comunque grandissimi momenti sonori, soprattutto nell’episodio pilota.
Ammiccamento infine per la bellissima Anna Torv, interprete di un’Oliva affascinante quanto grintosa, unico personaggio, assieme a Walter, che si salva dall’anonimato generale.
Peggior prodotto targato Abrams e indubbiamente tra le peggiori serie tv, se non la più agghiacciante in assoluto (voglio dire, peggio di Surface e Invasion messe insieme, eh, credeteci), in cui sia mai incappato: se avete bisogno di un po’ di sana, a volte necessaria autoflagellazione, sapete cosa guardare.
Episodi: 20
Durata: 48 minuti circa cad.
Anno: 2009
Agente dell’FBI affascinante e tutta d’un pezzo, Olivia entra a far parte di un reparto speciale che indaga su strani crimini legati a elementi soprannaturali che nessuno riesce a spiegare. Aiutata da Peter, uomo dalla mente geniale e dal passato misterioso, e da Walter, il padre di lui, scienziato tanto sfavillante quanto fragile a causa di un internamento in un ospedale psichiatrico durato trent’anni, cerca di collegare morti incomprensibili, creature inclassificabili, una potentissima multinazionale tecnologica e molte altre diavolerie biologiche in un puzzle di cui lei stessa sembra essere inconsapevole protagonista.
Solo Chtuhlu può conoscere cosa passi per la mente di J.J. Abrams e avere un’idea di quali altri fanta-genialate possa regalarci in futuro questo talentuoso regista/sceneggiatore/produttore. Con un curriculum sfavillante come quello del papà di Alias e di Lost, dopotutto, è lecito aspettarsi solo grandi cose, e trovandosi nel mezzo di una carriera in costante ascesa la fiducia riposta nei suoi neuroni può anche dirsi totale.
È quindi davvero una tremenda strizzata di testicoli questo Fringe, sua ultima creazione telefilmica, una pallida, ignobile risposta all’immortale X-Files che, pur rubando spietatamente fantasia e immaginazione altrui, non una singola volta riesce a dare anche solo un granello di emozione fantahorror che la creatura di Chris Carter regalava invece in quantità ciclopiche.
Banale, insipido, a tratti addirittura imbarazzante, Fringe si struttura in venti infiniti episodi contro i quali, pur di sopravvivere, bisogna bombardarsi a suon di speranze riguardanti un twist, un colpo di scena, una svolta imprevista che invece non arriveranno mai.
Si piange addentrandosi nella superficialità con cui è stato costruito l’impianto narrativo, un groviglio inguardabile di episodi edificati su idee striminzite, scontatissime, già scritte e dirette oltre dieci anni fa nella serie tv che, assieme a Twin Peaks, ha cambiato per sempre le serie tv. E se già non bastassero i tremendi spunti di partenza, ogni singola, dannatissima puntata si risolve per mezzo di trovate fantamistiche così ridicole, ridicole e ridicole che ci si chiede sinceramente se Abrams possa mai aver supervisionato e dato l’okay a tali puttanate che chiunque non impiegherebbe più di 10 minuti a scrivere.
E si passa così tranquillamente da macchinari che possono portare la coscienza umana all’interno dei ricordi (!!!) ad aggeggi costruiti sul momento che permettono di estrarre dei suoni da oggetti come se questi ultimi fossero registratori (!!!), il tutto con un’approssimazione scientifica/narrativa da far rabbrividire anche il meno interessato ai dettagli.
E a nulla, davvero a nulla serve l’intrigante ombra della trama generale, invero piuttosto suggestiva, che fa capolino troppo tardi districando pochissimi nodi e fornendo minuscole, insignificanti risposte. Fringe non è Lost, e la mole di misteri che affiora non è affascinante, nemmeno per un misero secondo, come quella riguardante l’enigmatica isola che viaggia nel tempo. Il gioco che porta ad accumulare domande su domande si rivela così infruttuoso, perché a nessuno potrebbe interessare meno delle uova che spuntano da chissà dove, dell’uomo calvo e del passato di Olivia e Walter se le trame dei singoli episodi a fatica si reggono in piedi.
Aggiungeteci poi un cliffhanger che è IDENTICO, ma davvero UGUALE, al finale della prima stagione di Alias, e capirete, visto l’autoclonaggio a cui si è ridotto J.J. Abrams, con quale insulso sforzo creativo sia stato partorito Fringe.
In tutto questo ciarpame indigeribile, tre sono gli elementi che si possono salvare.
Su tutti il carisma di John Noble e del suo professor Walter, figura magari non molto originale, ma resa con incredibile equilibrio di genio, pazzia e tenera gracilità, caratteri che lo trasformano in uno tra i migliori personaggi apparsi ultimamente in tv.
Impossibile non citare poi Michael Giacchino, maestro della tensione e dell’inquietudine con i suoi archi impazziti in Lost, e che qui lo vediamo alle prese con una OST più sui generis tipici delle atmosfere horror, quindi abbondanza di pianoforte e lunghe sessioni ambient, che sembra quasi ingabbiare le sue esplosive potenzialità ma che permette comunque grandissimi momenti sonori, soprattutto nell’episodio pilota.
Ammiccamento infine per la bellissima Anna Torv, interprete di un’Oliva affascinante quanto grintosa, unico personaggio, assieme a Walter, che si salva dall’anonimato generale.
Peggior prodotto targato Abrams e indubbiamente tra le peggiori serie tv, se non la più agghiacciante in assoluto (voglio dire, peggio di Surface e Invasion messe insieme, eh, credeteci), in cui sia mai incappato: se avete bisogno di un po’ di sana, a volte necessaria autoflagellazione, sapete cosa guardare.
Noooo Surface e Invasion! Che ricordi! Quelle sì che erano serie fike! Col draghetto mostro alieno!
RispondiEliminaComunque non puoi trattar male una serie solo perché non capisci di fantascienza.
E nemmeno dire "strizzata di testicoli".
Che scempio!
RispondiEliminaTutto questo ben di Dio buttato via così, e perchè poi?
La fringe science offre talmente tanti spunti e idee per scrivere una buona serie che l'unica cosa che sono riusciti a fare è un copiaincolla malriuscito di X-files?!
No, basta. Adesso telefono a Chris Carter e gli dico di denunciare J.J. e di chiamare a rapporto Mulder e Scully per una nuova serie!
E nel frattempo lo insulto per l'ultimo film di X-files, oh sì!
A me i dubbi su Abrams sono venuti quando ha fatto distruggere un indifeso Vulcano da una nave stellare mineraria. Ma il problema è: come può Vulcano essere indifeso?
RispondiEliminaVabbé, off topic a parte, finalmente leggo un parere sincero e oggettivo su Abrams! Complimenti!
Che Fringe faccia schifo, poi, non mi meraviglia affatto. Bastavano gli stringati riassunti per presentare la serie a farsi l'idea che nulla fosse fuorché un remake di X-Files.
Tristezza.
Un remake malriuscito, Elgraeco, molto malriuscito. :-p
RispondiElimina@ Shaman: Surface era davvero disgustosa, non credevo potessero far peggio, era impossibile, e invece...
E comunque posso dire "strizzata di testicoli" tutte le volte che voglia.
Strizzata di testicoli.
@ Cybsix: insulta, brava, insulta anche da parte mia!
Occhio, Simone, hai una macchia di vernice bianca sulla scarpa.
RispondiEliminaPer pulirla potresti commissionare a uno dotato di poteri ipnotici di rapire venti ragazzini che nel 1978 sono nati alla stessa ora e quindi collegare su una mappa i luoghi dove sono nati e mostrare loro alle 3:33 il disegno ricavato per poi usare la loro sincronizzazione cerebrale per creare un tunnel spazio-temporale che ti può portare dritto dritto a rubare i pezzi di una macchina che ti permette di raggiungere una prigione di massima sicurezza, interrogare un terrorista che è l'unico che conosce il codice della valigetta dove in un areoporto di Sydney c'è nascosto lo smacchiatutto.
Uhm... a Fringe non è dispiaciuto... specialmente nel finale.
RispondiEliminaE' vero, c'è molto di già visto, ma a quanto pare è questo che il pubblico vuole.
Certo, X-files è impareggiabile, almeno nelle sue prime due-tre stagioni. (Poi anche Mulder e Scully hanno sbracato).
PS: e poi dillo che Alias ti piaceva solo perché c'era la Garner... abbi il coraggio di ammetterlo... come faccio io :o)
Alex, lui è... be' è Silente... ha messo Anna Torv al terzo posto nei punti interessanti del telefilm...
RispondiEliminaSarà che gli han strizzato i testicoli ahahahah :P
@ Daniele: ma non dimenticarti delle lampadine da spegnere. Le lampadine sono fondamentali. E se vuoi, tu puoi spegnerle!
RispondiElimina@ McNab: no, X-Files capolavoro dalla prima puntata della prima stagione all'ultima della nona, questo è un dogma, non si discute. :-p
E Alias, be', sono arrivato alla terza stagione e devo recuperare le ultime due, però fino a ora mi è piaciuto molto. Fantapop di alto livello, godiblissimo.
@ Matteo: zitto tu. Un'altra parola per difendere Fringe e ti banno!
Simone, io ho questo *difetto* che mi fa disaffezionare alle cose quando si protraggono troppo a lungo.
RispondiEliminaPer questo X-Files ho iniziato a non sopportarlo più dalla quarta stagione in poi (pur vedendolo tutto!).
Pensa che con Heroes sono bastati due capitoli della seconda stagione per farmi venire la nausea!
E meno male che Lost quest'anno finisce :-)
La stagione due di Heroes è disgustosa, penso che tutti abbiano avuto la nausea guardandola. XD
RispondiEliminaMi associo all'ultima dichiarazione di Corà! ;)
RispondiEliminaAllucinante la seconda stagione di Heroes!
Sono felice di constatare che il mio intuito da ancora segni di solidità. Ho visto la puntata pilota e ho notato subito la mano tremante e priva di fantasia dello sceneggiatore. Ho detto: va be' diamogli almeno un'altra possibilità con la seconda puntata... dopo aver aumentato la mia dose giornaliera di alcolici per dare un senso alla serata, ho messo la serie nel congelatore.
RispondiEliminaPur nella sua banalità, avevo trovato l'episodio pilota anche abbastanza avvincente (merito soprattutto della costruzione che ha portato al colpo di scena finale).
RispondiEliminaE poi le musiche di Giacchino, madonna, sono l'Apoteosi.
Considerando poi che non sono poche le serie che partono così così e poi ingranano alla grande (come Jericho), ero piuttosto fiducioso.
Che fosse un disastro totale, l'ho realizzato intorno al sesto-settimo episodio. Ma ormai, maledetto dovere morale, dovevo proseguire fino in fondo.
voi siete pazzi....fringe è uno tra i piu bei telefilm del mondo.....gli universi paralleli sono un idea stupenda...
RispondiEliminaMa infatti, l'idea generale, quello stralcio di trama che sembra essere dietro a tutto l'ambaradan è anche curiosa.
RispondiEliminaE' tutto il resto che è un abominio di storie e sceneggiature e scopiazzature da tutte le parti.