Creato da: Joss Whedon
Episodi: 13
Durata: 50 minuti cad.
Anno: 2008
Produzione: USA
Sospeso tra leggenda e realtà, il termine Dollhouse è sulla bocca di tutti. Una spietata corporazione che svuota la mente di ragazzi e ragazze con lo scopo prima di trasformarli in manichini e quindi, previo accordo con ogni tipo di cliente pagante, innestare nel loro cervello conoscenze, doti, abilità di personalità ben precise.
Un attivo, questo il nome di chi è sfruttato dalla Dollhouse, può quindi essere, allo stesso tempo, un esperto cacciatore, un fuoriclasse sportivo, un gigolo focoso e molto altro ancora.
E mentre l’agente Ballard, unico fermamente convinto dell’esistenza di tale società, Echo, giovane e bellissima attiva, di missione in missione inizia a rivivere ricordi non suoi, che la porteranno presto a porsi molte domande.
Se la fantasia di Joss Whedon non fosse costantemente ostacolata dai voleri monetari dei produttori, nella sua carriera post-Buffy avrebbe avuto non solo molta più fortuna creativa ma anche un maggior riconoscimento critico che, per esempio, in Dollhouse, ora come ora, è tanto difficile donargli.
Non è dato sapere quali fossero le idee originali che avrebbero caratterizzato la serie, ma, piegato ignobilmente dalla Fox, Whedon è stato costretto a mettere più volte mano al canovaccio portante di Dollhouse e trasformarlo così da potenziale firmamento fantascientifico televisivo (e l’ultimo episodio mostra così tanti spunti che è impossibile non pensarlo), a pallido e noioso telefilm da domenica pomeriggio, che poco o nulla intrattiene se non per la bellezza di Eliza Dushku.
Se il buongiorno si vede dal mattino, e ci si concede la verità della negazione, è piuttosto chiaro come, di fronte al pilot, sia inammissibile dare credibilità e possibilità di crescita a una serie che costruisce una puntata d’esordio sul semplice, addirittura irritante rapimento della figlia di un ricco industriale e relativo salvataggio, elementi che anche il più becero tv-movie si vergognerebbe oggigiorno di mostrare.
Dollhouse prosegue poi fra alti (pochissimi) e bassi (tanti, troppi, insopportabili), con una sequenza di episodi autoconclusivi di certo scritti – televisivamente – con dovizia e girati con gradevole stile cinematografico, ma che si basano su pilastri di banalità che attorcigliano le viscere e che fanno sbadigliare per l’intero minutaggio.
E se a una trama generale che parte con eccessivo ritardo, sparando le sue cartucce migliori negli ultimi tre episodi nullificando, di fatto, l’utilità e l’interesse degli altri dieci, si può resistere per mezzo di un finale di stagione inaspettatamente epocale, è impresa ardua provare simpatia per un cast che presenta una sequenza di volti clamorosamente sbagliati uno dietro l’altro e, come se non bastasse, non offre una singola prestazione recitativa soddisfacente.
Dall’agente Ballard interpretato da un Tahmoh Penikett imbarazzante e fuori luogo, passando per un Enver Gjokaj di rara incapacità interpretativa (tra l’altro aggravata da un doppiaggio, nei suoi confronti, piuttosto crudele) o per una Miracle Laurie che non fa mai decollare un buon personaggio, o, ancor peggio, per un Harry Lennix che sembra la pallida versione (ah-ah) del Dixon di Alias, il resto del cast, tolto forse il simpatico Fran Kranz nei panni dello scienziato Topher, è incolore, piatto, senza mordente, Eliza Dushku compresa.
Resta quindi solo da parlare della conclusione, un gustosissimo, imprevedibile tuffo nella sci-fi più pura, che distrugge la barbara monotonia dell’intera serie con risvolti assolutamente inaspettati, che prendono in contropiede e spiazzano per un certo coraggio mostrato nel far prendere a Dollhouse, sempre sperando che tale resti l’indirizzo della seconda serie, questa direzione.
E ora, che la seconda stagione verrà probabilmente chiusa per scarsi ascolti, chissà cosa riserverà il futuro creativo di Joss Whedon: un nuovo addolcimento esternamente imposto e relativa incomprensione, o, finalmente, una reale presa di coscienza della sue capacità e un progetto che possa gestire e portare fino alla fine?
"Dall’agente Ballard interpretato da un Tahmoh Penikett imbarazzante e fuori luogo"
RispondiEliminaAllora, non sono il solo a non aver capito che ci stava a fare nel telefilm... :D
Il finale ancora non l'ho visto, ma per il resto non posso che essere d'accordo con tutto quello che hai scritto. Per la maggior parte, gli episodi rasentano la mediocrità, non so se per colpa di Whedon o per i continui rimaneggiamenti cui è stato costretto dalla casa di produzione...
La serie dovrebbe essere stata ufficialmente cancellata dal momento che la Fox non ha acquistato ulteriori episodi dopo il tredicesimo (se non sbaglio) della II stagione che, diventa, de facto, il finale. :(
Inoltre, mi è sembrato di capire che Whedon fosse interessato all'acquisto dei diritti di "Terminator" all'asta dopo il fallimento della casa di produzione di T4, ma potrebbe essere la solita balla diffusa ad arte...
Ciao!
Sì, guarda, sia personaggio che attore erano davvero terrificanti, ed è un peccato, perché Penikett su Battlestar Galactica non se la cavava affatto male...
RispondiEliminaPer il resto, be', l'episodio finale ti sorprenderà di sicuro, perché è davvero insolito, è impossibile aspettarselo.
E sul futuro di Whedon, madonna, Terminator no, basta, che dopo il Salvation non ho più alcuna speranza per la saga. :P
Ciao Simone, sono capitata per sbaglio sul tuo blog, molto interessante!
RispondiEliminaIntervengo per "salvare" la seconda stagione di Dollhouse, molto migliore rispetto alla prima, soprattutto dall'episodio 4 in poi.
Ah, Enver Gjokaj però è davvero bravo, non capisco perché dici il contrario ^^
Ciao Anna, e grazie del commento.
RispondiEliminaSpero davvero che la seconda stagione migliori. La guarderò di sicuro, ma se dovesse annoiarmi come la prima potrei cesoiarne la visione, stavolta. :)
Enver Gjokaj invece l'ho trovato imprigionato in un personaggio forzatamente buffo, sbagliato, poco sincero. Il doppiaggio italiano, inoltre, l'ha totalmente distrutto.
Le prime 3 puntate della seconda stagione sono inguardabili.
RispondiEliminaNon sono andato avanti.
Ian
Ho appena scoperto il tuo blog, e leggiucchiando qui e là sono sceso tra i vecchi post, proprio per sapere la tua opinione su Dollhouse…
RispondiEliminaIo ho visto per ora solo la prima serie, su DVD in inglese, e devo dire che me la sono sciroppata con gran gusto, trovandoci pochi (anche se imbarazzanti) down di sceneggiatura o di recitzione.
Mi pare quasi che abbiamo visto prodotti diversi!
Ho appena scoperto il tuo blog, e leggiucchiando qui e là sono sceso tra i vecchi post, proprio per sapere la tua opinione su Dollhouse…
RispondiEliminaIo ho visto per ora solo la prima serie, su DVD in inglese, e devo dire che me la sono sciroppata con gran gusto, trovandoci pochi (anche se imbarazzanti) down di sceneggiatura o di recitzione.
Mi pare quasi che abbiamo visto prodotti diversi!
Ciao Paolo e benvenuto! :)
RispondiEliminaSembra proprio di sì, perché per me Dollhouse è stata grande delusione, una serie tv con spunti enormi sprecati però in puntate anonime e poco incisive.
Se fosse stata una mini-serie do 5-6 episodi forse il risultato finale sarebbe stato migliore.