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Svastica

By Simone Corà | martedì 30 dicembre 2008 | 13:19

Testi: Valentino Sergi
Disegni: Cristina Spanò
King Komix
2 volumi da 32 pag.
8 € cad

Una serie di omicidi efferati sconvolge la città. Perché vengono dipinte delle svastiche con il sangue dei cadaveri? Che ruolo hanno una prostituta, un cameriere omosessuale e un parroco in questo gioco folle e perverso? Toccherà alla detective Silvia Rondini risolvere il puzzle.

Titolo forte, forse esagerato, ma a suo modo provocatorio. È questa la presentazione di una graphic novel che dipinge uno scenario tetro e crudele, dove non c’è posto per la speranza e per gli eroi, sostituiti da figure sconfitte, illuse e passive. Vittime. Che siano i corpi seviziati dall’assassino, che sia l’assassino stesso, oppure la detective Silvia Rondini, impotente spettatrice della messa in scena della morte.

Suddiviso in due parti ben distinte, Svastica svela nella prima l’inconsueto punto di vista delle vittime, e nella seconda una meticolosa indagine thrilleggiante che porterà a svelare ogni mistero. L’intento ingannatore è quindi quello di provare una compassione che sfuma in rabbia, e la struttura della trama, ben calibrata e ottimamente gestita, centra il bersaglio.

La vicenda è snella e lineare, molto semplice per caratterizzazione dei personaggi e motivazioni omicide. I protagonisti non offrono psicologie troppo complesse, e nemmeno l’assassino, nonostante il lungo e interessante spiegone finale di cui si fa portavoce, si discosta più di tanto da un classico profilo megalomane. Ma ciò non è un problema. Non mancano i colpi allo stomaco e, oltre a questo, Svastica è chiaro, asciutto e veloce.

E qui stanno i pregi e i difetti.

Dispiace infatti che, con il buon intreccio creato, i dialoghi, almeno nella prima parte, siano esili e minimali, e che non entrino in un substrato introspettivo più profondo. Si limitano a delineare i vari snodi della trama quando la moltitudine di personaggi necessiterebbe di un approccio più riflessivo. Meglio comunque con la seconda parte, dove si irrobustiscono a dovere, anche se la storia vede l’azione farsi più cangiante e viene meno il bisogno di ponderatezza.

L’universo di Svastica è grigio, sofferente, e gli splendidi disegni di Cristina Spanò sottolineano con cura questo aspetto. È impossibile rimanere indifferenti alle sue tavole, così pregne di tormento e angoscia, che permettono ai personaggi di parlare tramite degli efficacissimi e insistiti primi piani infelici.
E se, quindi, nel leggere i due volumetti non si impiegano più di 20 minuti, diventa imprescindibile soffermarsi sulla meravigliosa rappresentazione grafica che la Spanò offre dei testi di Sergi.
Discorso a parte merita il suicidio commerciale con cui la neonata King Komix, sottoetichetta della malefica Tespi (che, visto la collaborazione col signor Pesce, è ancora in debito con me di 13 € per un libro che non ha mai pubblicato), ha scelto di distribuire Svastica. 16 € per 64 pagine a cura di due nomi giovani nell’ambiente, è un prezzo sconvolgente, nonché un freno che azzoppa ingiustamente l’opera. Passi la divisione in due parti – comunque giustificata dalla trama – che raddoppia il costo delle spese di spedizione (e anche qui si potrebbe aprire una parentesi sul ritardo con cui è stato data alle stampe il volume uno, slittato sino alle soglie dell’uscita del volume due), ma non è giustificabile un simile costo per un’edizione che vede una semplice spillettatura come rilegatura, e che mostra un’amatorialità che, invece, l’opera non si merita.
Quanto meno Valentino è una buona anima, e vende le due parti a un prezzo amico di 3 € cad+spese di spedizione. Se lo contattate - lì di lato c'è il link al suo blog, cliccate! - potrebbe averne ancora qualcuna giù nello scantinato.

In ogni modo, si tratta di un esordio sicuramente piacevole, ma, proprio perché è un esordio, mi sento in dovere di attendere con un certo interesse i lavori futuri di Valentino.

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