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Fuoco nella Polvere

By Simone Corà | giovedì 18 dicembre 2008 | 13:38

di Joe R. Lansdale
182 pagine
Fanucci Editore
9,90 €

Buffalo Bill, ridotto a una semplice testa parlante a causa di un incidente sessuale, guida il carrozzone del Wild West Show assieme a Wild Billy Hickok e Toro Seduto. Giunti in Giappone per cercare di riparare a un errore di guerra del Generale Caster, incontrano il mostro di Frankenstein. E quindi ancora uomini scimmia, foche con i pollici, donne gatto, uomini di latta e molti altri personaggi strampalati che vivono nell’isola del dottor Momo.

Ci sono vari tipi di Lansdale. Quello horror istituzionale della saga del Drive-In, quello più sporco e crudo dei suoi innumerevoli revenge-noir, quello più scanzonato e volgare della pentalogia di Hap & Leonard, quello riflessivo e intelligente delle sue opere di formazione, e infine quello più idiota e caciarone, ovvero quello che ha scritto Bubba Ho-Tep o quel porcaio di Laggiù nel Profondo, per intenderci.
Ma con Fuoco nella Polvere (ennesima traduzione deplorevole rispetto all’originale Zeppelin West) lo scrittore texano si cimenta in una follia demenziale tanto bizzarra quanto avvincente.

A livello di parole, sia chiaro, non è per niente il miglior Lansdale. Lo stile è asciutto e diretto per una buona metà, mentre dalla seconda parte in poi la superficialità prende il sopravvento e la narrazione diventa piuttosto basilare e rachitica. Non ci è dato sapere se si tratti di carenza di tempo o di voglia, ma lo sbalzo qualitativo è piuttosto vistoso.
Tuttavia, lo stile è grossomodo sempre funzionale all’assurdità della storia raccontata.

Fuoco nella Polvere è idiozia pura, altrimenti non potrebbero convivere in queste 200 pagine scarse così tanti personaggi insensati e caratterizzazioni sconclusionate. È un Lansdale che non si pone alcun limite di credibilità, che sembra scrivere quasi senza pensare, così, di getto, la prima cosa che gli passa per la mente.

Horror, sci-fi e un pizzico di erotismo coesistono in uno scenario western alternativo, dove piovono citazioni dei grandi classici in ogni capitolo.
Qui la pazzia non diventa genialità, ma nel complesso l’intreccio gira bene, e nella sua scemenza ha comunque un perché che lo tiene a galla anche nei momenti più ridicoli. E in fondo è una storia che si divora facilmente, perché è spensierata e burlona, e una manciata d’ore in sua compagnia la si passa più che volentieri.

Il vero Lansdale, quello che scrive la storia della narrativa, gravita intorno ad altri universi, e Fuoco nella Polvere altro non è che uno stravagante divertissment. Ma leggerlo non fa male, e per il prezzo a cui è venduto si può anche lasciarsi andare.

2 commenti:

  1. hi hi
    se ci penso mi viene ancora da ridere
    però sai che proprio forse idiozia pura non è?
    vuoi per l'irridente pigliata per il culo allìisola dei mostri con tanto di ingegneria genetica dei miei stivali
    vuoi per la versione tristissima della divertità della creatura shelleiana
    o vuoi per la rivisitazione (inconscia) della sconfitta/smacco morale della carovana del western ad opera degli italici boeri o come cavolo si chiamavano (certo, qui ci ha messo i giappo, ma vuoi mettere che figata se ci metteva i nostri contadini buzzirri con lazo e torelli. :)
    vabbuò, comunque carino davvero questo.

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  2. Mah, io non ci vedrei tutti quei significati. Lo penso più che altro come una colossale boiata che frulla e prende in giro i grandi classici, poco altro. Però divertente (anche se nell'ultima parte ho sbadigliato un po').

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