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Gloomville

By Simone Corà | lunedì 25 agosto 2008 | 12:18

di Alfredo Mogavero
44 pagine
e-book

Mostri serpentiformi nati dall’ingengeria genetica della McDonald, creature radioattive, cyborg mercenari, gare di automobili, delinquenti, troiette, sbandati e idioti: a Gloomville, piccola cittadina del Texas, c’è tutto questo e molto altro ancora.

Di tutto il bestiame che muggisce nell’allevamento della scrittura amatoriale, Alfredo Mogavero è sempre stato una delle penne più genuine e interessanti, se non forse, addirittura, quella più fresca e innovativa. Lecchinerie a parte, lo posso anche dire con una certa sincerità e altri brutti sentimenti buonisti, visto che, più o meno, siamo cresciuti narrativamente assieme con tonnellate di macellerie telanerine, anche se mi sembra che lui sia sempre stato bravo e sia sempre arrivato prima di me ai concorsi, e insomma, cose di invidia che non gli perdonerò mai.

Ora, anche lui ha scritto puttanate, anche se le sue puttanate di solito sono molto più belle delle mie, ma i suoi racconti hanno sempre avuto quel quid in più che sprigiona gelosia e ammirazione, e, se si ha un buon rapporto con la sconfitta, anche una bella sfida.
Colpa del ritmo incalzante, di un uso variegato e accattivante dei termini, di trame che, per quanto siano contorte o semplici, sanno sempre esprimere un pugno di idee senza strafare né esagerare. Si respira naturalezza, schiettezza, immediatezza e tante altre belle cose che finiscono in -zza che però ora mi sfuggono.

Gloomville è il suo lavoro più lungo su cui ho messo gli occhi, e, a livello di personaggi e di struttura, è anche quello più complesso che mi sia capitato di leggere. E visto che si parla di più, Gloomville è pure il suo scritto più lansdaleiano, cazzone e ironicamente trash.
Lo stralcio di trama scritto là sopra è più che sufficiente per capire che aria tiri in queste quaranta pagine che vanno giù come una birra ghiacciata a ferragosto.
Improbabili, assurde e mostruosamente divertenti, le vicende che prendono vita nella lunga notte che gli abitanti di Gloomville non dimenticheranno mai si intrecciano tra di loro in un minestrone di cui si vorrebbe fare il bis. Perché non importa che il comportamento di pa’ sia inverosimile, non importa che il rapporto tra Slumpy e Dolly sia ridicolo, non importa che ci sia di mezzo un neonato che non c’entra niente e fa tanto pure america fuckin’ movie: Gloomville è una lettura esilarante e soddisfacente per gestione dei tempi, per uso dei personaggi, per incastro degli eventi, per colpi di scena e sviluppo della vicenda.

Insomma, è un bell’e-book, uno di quelli che ti dispiace poter leggere solo su schermo e non su carta stampata. Evocatelo, scaricatelo (anche se il tempo massimo dovrebbe già essere scaduto) o chiedetelo via mail: si merita un posticino nel vostro disco duro.

4 commenti:

  1. guarda
    stavo quasi pensando che glommmeville fosse uno di quei film del klacson che guardi solo tu e i parenti del regista,
    poi ho visto che era di alfredo e siccome è tutta colpa sua lho scaricato e stampato senza nemmeno leggere il tuo post che tanto dirai le solite michiate
    vedi..
    io sono più di un lettore
    sono un tuo seguace
    non mi interessa cosa dici
    lo faccio e basta
    aahhahahahah
    ciao stronzone
    sono tornato e lo rimpiangerai! :)

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  2. La verità è che sai anche tu che Midian è migliore rispetto ai tuoi blogguncoli messi tutti insieme, e non sapresti come fare senza i miei consigli.

    Bentornato, bestia :)

    Comunque Gloomville è bello sul serio, leggilo pirl8. ;)

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  3. oh, sono arrivato a metà e devo dire che è veramente coool.

    comunque voi due restate sempre delle mezze seghe.

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  4. se è del mogavero una letta la merita...

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