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Uzumaki

By Simone Corà | mercoledì 2 luglio 2008 | 17:33


Giappone, 2000, colore, 91 minuti
Regia: Higuchinsky
Cast: Eriko Hatsune, Fhi Fan, Hinako Saeki, Eun, Kyung Shin

Kirie è felicemente fidanzata con Shuchi, e tutto sembra andare per il meglio. La gioia però sparisce quando il padre di lui si ossessiona alle spirali, contagiando presto anche la moglie e il padre di lei. Quale mistero nascondono? Da dove deriva la follia che sembra offuscare la mente di tutte queste persone?

Film incerto e piuttosto traballante, questo Uzumaki. Sempre in bilico tra un bizzarro humor tipicamente nipponico e visioni agghiaccianti di mostruosità spiraliformi, Uzumaki e il suo macigno di noia trasportato con orgoglio innocente sulla schiena, arrancano e si trascinano avanti per novanta minuti scarsi.

Se da una parte certe soluzioni mostrano indubbie intuizioni creative (le nubi temporalesche e i visi che prendono vita in esse, le lumache, l’aberrazione umana finale), dall’altra stravaganti divagazioni pseudo sentimenatali e votate alla commedia comportano irritazioni cancerogene ed esalazioni velenose.
Difficile comunque riuscire a pescare qualcosa di buono da una sceneggiatura mai solida e accattivante, che dipinge personaggi discreti ma dialoghi disumani, e non riesce mai a legare tra loro i vari capitoli che danno vita alla vicenda. Frammentazione e buchi temporali diventano ingredienti fondamentali del brodo, riservando sonori schiaffi a fluidità narrative e altre stupidaggini del genere.
Cotanta incapacità gestionale fa sì che presa in giro, intellettualità e tentazioni splatter si mescolino tra loro come l’acqua e l’olio, creando un ibrido che non è né carne né pesce, e fallisce in ogni sua componente.

Sul versante registico l’ossessione della spirale avvolge la macchina da presa, dando vita a soluzioni interessanti e godibili, ma anche a molte altre discutibili (i campi contro campi nella prima parte, particolari ma poco digeribili).

Piacevole invece la colonna sonora, totalmente devota alle atmosfere sinistre degli eighties. Quindi spazio a tastiere lugubri e organi demoniaci, che creano un discreto sottofondo, senza comunque regalare alcuna melodia memorabile.

Uzumaki è un film monco, tanto strambo quanto ostico, che lascia un enorme senso di insoddisfazione. Coraggioso, certo, ma non basta.

5 commenti:

  1. A me piacce un sacco!
    Grottesco e sconclusionato come si deve.

    Ian

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  2. Boh. Ci sono tante belle idee, ma l'insieme è molto deludente. Il grottesco può starci, ma è proprio quello sconclusionato che boccia tutto.

    Tu hai letto il manga?

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  3. No.
    Non mi ricordo cosa avesse che non mi convinceva (credo i disegni, quasi sempre dei manga mi hanno schifo i disegni...)

    Ian

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  4. No, ho controllato non erano i disegni che sono di Ito che invece adoro.
    Forse semplicemente non l'ho trovaot in giro ;-)

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  5. eh eh :)

    Io comunque dei manga di solito adoro i disegni ma aborro i dialoghi. Mandarli giù a volte è un vero sforzo.

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