Cast: Philip Andrew, Brad Dourif, Charmaine Degrate
Durata: 83’
Produzione: Usa
Anno: 2004
Quattro studenti, al fine di poter entrare a far parte di una confraternita, devono trovare una lunga serie di oggetti, tra i quali compare anche un misterioso libro di incantesimi. Una volta recuperato, scoprono però che il professor Kapps, il suo fanatico proprietario, lo stava usando per aprire un portale con l’Inferno. E quando Kapps si ritrova in fin di vita, il suo spirito inizia a vagare libero e a tormentare i poveri studenti.
Non è il caso di allarmarsi di fronte a una sinossi che, a una semplice lettura, toglierebbe qualsiasi speranza a un b-movie a basso budget qual è Dead scared. Spogliata del suo apparente menefreghismo narrativo, infatti, la pellicola di Rolfe Kanefsky si rivela un implacabile tsunami di citazioni e dialoghi spiritati, strutturato su una horror comedy ricca di spunti interessanti.
Il primo è sicuramente una sceneggiatura vincente che, addomesticato l’immenso omaggio a La notte dei demoni, La casa e a tanti altri suoi fratellini (Non aprite quella porta, IT, l’intero filone dei teen horror), dimostra sicurezza sia nel tratteggio dei personaggi (spesso macchiettistici, ma con personalità e capaci di liberarsi con intelligenza dai fastidiosi cliché) che nelle linee di dialogo, sempre indovinate e fantasiose. Lo humor pervade gran parte degli ottanta minuti scarsi del film, e ha dalla sua un taglio fresco e frizzante – non ha bisogno di scadere in volgarità o annacquamenti scoloriti.
Il secondo va a un cast di volti giovanili che sa farsi piacere, per un guizzo, un sorriso, uno sguardo: basta poco per stare dalla parte dei ragazzi e tifare per loro. Non si riscontrano recitazioni memorabili (anche l’unico nome di spicco, Brad Dourif, non va oltre la routine), ma il lavoro è ben svolto da TUTTI, ed è manna dal cielo che anche le piccole produzioni abbiano carattere. Le pulsioni erotiche che sprigionano e fanno sprigionare i giovini, inoltre, sono controllate e centellinate nei momenti opportuni: di carne esposta ce n’è, è di buona qualità, ma nessuna gratuità inutile che cerchi di occultare buchi di copione o sviste registiche.
Regia e montaggio invece si ricordano per alti e bassi piuttosto vistosi: sprazzi di buon gioco (l’arrivo dello spirito) si alternano a minuti di pura perplessità (il prologo), per poi assestarsi su una qualità discreta per la parte finale. Kanefsky quindi meglio con la penna che con la macchina da presa, ma si intravedono spiragli di luce e aspetti da tenere in considerazione per il futuro.
Derivativo quanto volete, ma non siamo qui a puntare il dito sull’esilio di originalità da questi lidi. Dead Scared è vivace e brioso. I suoi inseguimenti a base di lingue chilometriche, duelli tra motoseghe e chitarre elettriche, teste mozzate, asce possedute, manichini parlanti e volti demoniaci lo rendono un film riuscito, che addirittura sfiora picchi di inattesa genuina creatività, e che soprattutto diverte. A un b-movie non serve molto altro.
Durata: 83’
Produzione: Usa
Anno: 2004
Quattro studenti, al fine di poter entrare a far parte di una confraternita, devono trovare una lunga serie di oggetti, tra i quali compare anche un misterioso libro di incantesimi. Una volta recuperato, scoprono però che il professor Kapps, il suo fanatico proprietario, lo stava usando per aprire un portale con l’Inferno. E quando Kapps si ritrova in fin di vita, il suo spirito inizia a vagare libero e a tormentare i poveri studenti.
Non è il caso di allarmarsi di fronte a una sinossi che, a una semplice lettura, toglierebbe qualsiasi speranza a un b-movie a basso budget qual è Dead scared. Spogliata del suo apparente menefreghismo narrativo, infatti, la pellicola di Rolfe Kanefsky si rivela un implacabile tsunami di citazioni e dialoghi spiritati, strutturato su una horror comedy ricca di spunti interessanti.
Il primo è sicuramente una sceneggiatura vincente che, addomesticato l’immenso omaggio a La notte dei demoni, La casa e a tanti altri suoi fratellini (Non aprite quella porta, IT, l’intero filone dei teen horror), dimostra sicurezza sia nel tratteggio dei personaggi (spesso macchiettistici, ma con personalità e capaci di liberarsi con intelligenza dai fastidiosi cliché) che nelle linee di dialogo, sempre indovinate e fantasiose. Lo humor pervade gran parte degli ottanta minuti scarsi del film, e ha dalla sua un taglio fresco e frizzante – non ha bisogno di scadere in volgarità o annacquamenti scoloriti.
Il secondo va a un cast di volti giovanili che sa farsi piacere, per un guizzo, un sorriso, uno sguardo: basta poco per stare dalla parte dei ragazzi e tifare per loro. Non si riscontrano recitazioni memorabili (anche l’unico nome di spicco, Brad Dourif, non va oltre la routine), ma il lavoro è ben svolto da TUTTI, ed è manna dal cielo che anche le piccole produzioni abbiano carattere. Le pulsioni erotiche che sprigionano e fanno sprigionare i giovini, inoltre, sono controllate e centellinate nei momenti opportuni: di carne esposta ce n’è, è di buona qualità, ma nessuna gratuità inutile che cerchi di occultare buchi di copione o sviste registiche.
Regia e montaggio invece si ricordano per alti e bassi piuttosto vistosi: sprazzi di buon gioco (l’arrivo dello spirito) si alternano a minuti di pura perplessità (il prologo), per poi assestarsi su una qualità discreta per la parte finale. Kanefsky quindi meglio con la penna che con la macchina da presa, ma si intravedono spiragli di luce e aspetti da tenere in considerazione per il futuro.
Derivativo quanto volete, ma non siamo qui a puntare il dito sull’esilio di originalità da questi lidi. Dead Scared è vivace e brioso. I suoi inseguimenti a base di lingue chilometriche, duelli tra motoseghe e chitarre elettriche, teste mozzate, asce possedute, manichini parlanti e volti demoniaci lo rendono un film riuscito, che addirittura sfiora picchi di inattesa genuina creatività, e che soprattutto diverte. A un b-movie non serve molto altro.
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