Una coppia decide di compiere un omicidio, ma
lui comincia a ripensarci. Un bell’esempio di cinema estremo, dalla
più profonda scena indie.
Non è così facile esplorare l’inconscio umano
quando l’argomento principe è una disfunzione che trova nell’uccidere un
potentissimo impulso sessuale. Servono conoscenza della materia,
approfondimento e una capacità di inserire il carattere estremo in un contesto
credibile, che proprio attraverso la credibilità possa accentuare questo lato. Di
certo Nick McAnulty e Brian Allen Stewart rischiano parecchio a configurare con
una così energica pazzia la protagonista di Capture Kill Release, una giovane scatenatissima che non sta nella pelle al
desiderio di ammazzare una persona, ma ne escono con risultati più che discreti
e in fondo impensabili dati i mezzi a disposizione.
Nonostante un trailer ben costruito e una
locandina d’impatto, Capture Kill Release
dà subito l’impressione di essere una povera nasty pleasure in prima persona,
dove una telecamera perennemente accesa filma senza interruzioni strategie,
dubbi, deliri e aspirazioni di una coppia di killer di primo pelo. Una cosa
dalla facciata sadica e violenta, magari dalla fotografia sgranata e scolorita,
dove non si indaga troppo sulle psicologie ma si preferisce picchiare duro e
senza freni, favorendo sgambetti, stomacate e malesseri puri.
In realtà c’è ben altro, in questo piccolo
prodotto, e sebbene abbiamo a che fare con un’opera sgraziata è evidente un
lavoro più deciso e stabile rispetto all’olezzo di una mera pornografia della
violenza.
Lei è spumeggiante e instancabile, un carattere
forte e trascinatore, mentre lui sembra un povero ebete incapace di prendere
una propria decisione, ma ben presto gli aspetti predominanti vengono infranti
e surclassati dalle vere personalità di questi due trentenni problematici
intenzionati a commettere un omicidio. Il cuore di Capture Kill Release sta proprio nei continui litigi tra i due, che
ridefiniscono con un’inattesa maturità un rapporto che pur nella sua essenza
malata risulta verosimile, ben dialogato e motivato. Sono piccoli momenti dove
la razionalità emerge e mette i due di fronte a quello che sta accadendo,
sradicando il film dal suo aspetto più comodamente atroce e ponendolo su un
piano di certo più elevato.
Ci sono molti tipi di amore, e quello di Gary,
per quanto sbagliato e sbilanciato, è così puro e totale che nemmeno Jennifer
soggiogata dalla sua ossessione, è in grado di accorgersene, annullandolo
dietro richieste, sorrisi e un turbamento sessuale sempre più pazzo. Lui è
troppo innamorato per riuscire a prendere lei e fermarla prima che sia troppo
tardi, ma se in una relazione normale questi errori si possono risolvere
attraverso lunghi confronti, è ben più difficile se di mezzo c’è la voglia di
uccidere e i morti iniziano a fioccare. Non si può chiedere scusa né prendere
atto di un possibile cambiamento, ci sono altri argomenti che prevalgono: una
coppia può dividersi per qualche ora per smaltire la rabbia, Gary e Jennifer
invece possono solo darsi una mossa a pulire la vasca dopo aver macellato un
povero disgraziato.
Non gira tutto bene, il film è troppo, troppo
lungo, e non mancano momenti di stanca soffocati da conversazioni superflue o
andamenti un po’ casuali che screditano la presunta preparazione dei due
killer. In queste sezioni il film soffre di tutta la sua provenienza semi
amatoriale, e sicuramente dispiace che McAnulty e Stewart non abbiano saputo
asciugare un lavoro che avrebbe avuto bisogno di un minutaggio ben più leggero,
preferendo invece insistere su aspetti di minor rilevanza.
Ma si fanno per fortuna perdonare con una lunga e
asfissiante sequenza shock dove braccia amputate e geyser di sangue innaffiano
lo schermo con un gran dispendio di effetti realistici e stomachevoli. Una
bella sorpresa gore che, per l’ennesima volta, veniva difficile pensare
all’interno di un film così spartano e fatto in casa.
E adesso facciamo maturare un po’ questi due
autori e vediamo cosa saranno in grado di fare con qualche soldo in più. Quindi
avanti tutta, avete la mia approvazione e rimestate pure nel torbido più
malsano anche per il prossimo lavoro, se da tanto poco possono ottenere questa
gradevole indagine psicosanguinaria.
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