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Capture Kill Release (2016)

By Simone Corà | martedì 21 marzo 2017 | 00:01

Una coppia decide di compiere un omicidio, ma lui comincia a ripensarci. Un bell’esempio di cinema estremo, dalla più profonda scena indie.

Non è così facile esplorare l’inconscio umano quando l’argomento principe è una disfunzione che trova nell’uccidere un potentissimo impulso sessuale. Servono conoscenza della materia, approfondimento e una capacità di inserire il carattere estremo in un contesto credibile, che proprio attraverso la credibilità possa accentuare questo lato. Di certo Nick McAnulty e Brian Allen Stewart rischiano parecchio a configurare con una così energica pazzia la protagonista di Capture Kill Release, una giovane scatenatissima che non sta nella pelle al desiderio di ammazzare una persona, ma ne escono con risultati più che discreti e in fondo impensabili dati i mezzi a disposizione.
Nonostante un trailer ben costruito e una locandina d’impatto, Capture Kill Release dà subito l’impressione di essere una povera nasty pleasure in prima persona, dove una telecamera perennemente accesa filma senza interruzioni strategie, dubbi, deliri e aspirazioni di una coppia di killer di primo pelo. Una cosa dalla facciata sadica e violenta, magari dalla fotografia sgranata e scolorita, dove non si indaga troppo sulle psicologie ma si preferisce picchiare duro e senza freni, favorendo sgambetti, stomacate e malesseri puri.
In realtà c’è ben altro, in questo piccolo prodotto, e sebbene abbiamo a che fare con un’opera sgraziata è evidente un lavoro più deciso e stabile rispetto all’olezzo di una mera pornografia della violenza.

Lei è spumeggiante e instancabile, un carattere forte e trascinatore, mentre lui sembra un povero ebete incapace di prendere una propria decisione, ma ben presto gli aspetti predominanti vengono infranti e surclassati dalle vere personalità di questi due trentenni problematici intenzionati a commettere un omicidio. Il cuore di Capture Kill Release sta proprio nei continui litigi tra i due, che ridefiniscono con un’inattesa maturità un rapporto che pur nella sua essenza malata risulta verosimile, ben dialogato e motivato. Sono piccoli momenti dove la razionalità emerge e mette i due di fronte a quello che sta accadendo, sradicando il film dal suo aspetto più comodamente atroce e ponendolo su un piano di certo più elevato.
Ci sono molti tipi di amore, e quello di Gary, per quanto sbagliato e sbilanciato, è così puro e totale che nemmeno Jennifer soggiogata dalla sua ossessione, è in grado di accorgersene, annullandolo dietro richieste, sorrisi e un turbamento sessuale sempre più pazzo. Lui è troppo innamorato per riuscire a prendere lei e fermarla prima che sia troppo tardi, ma se in una relazione normale questi errori si possono risolvere attraverso lunghi confronti, è ben più difficile se di mezzo c’è la voglia di uccidere e i morti iniziano a fioccare. Non si può chiedere scusa né prendere atto di un possibile cambiamento, ci sono altri argomenti che prevalgono: una coppia può dividersi per qualche ora per smaltire la rabbia, Gary e Jennifer invece possono solo darsi una mossa a pulire la vasca dopo aver macellato un povero disgraziato.


Non gira tutto bene, il film è troppo, troppo lungo, e non mancano momenti di stanca soffocati da conversazioni superflue o andamenti un po’ casuali che screditano la presunta preparazione dei due killer. In queste sezioni il film soffre di tutta la sua provenienza semi amatoriale, e sicuramente dispiace che McAnulty e Stewart non abbiano saputo asciugare un lavoro che avrebbe avuto bisogno di un minutaggio ben più leggero, preferendo invece insistere su aspetti di minor rilevanza.
Ma si fanno per fortuna perdonare con una lunga e asfissiante sequenza shock dove braccia amputate e geyser di sangue innaffiano lo schermo con un gran dispendio di effetti realistici e stomachevoli. Una bella sorpresa gore che, per l’ennesima volta, veniva difficile pensare all’interno di un film così spartano e fatto in casa. 

E adesso facciamo maturare un po’ questi due autori e vediamo cosa saranno in grado di fare con qualche soldo in più. Quindi avanti tutta, avete la mia approvazione e rimestate pure nel torbido più malsano anche per il prossimo lavoro, se da tanto poco possono ottenere questa gradevole indagine psicosanguinaria.

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