Il più sadico dei giochi sadici creati da intelligenze
sadiche
Qualche anno fa Cube zittiva un po’ chiunque mostrando come un’idea vincente
(ma diciamo anche clamorosa, eh) non necessitasse di grandi investimenti
economici, di fatto il film era molto povero e si sorreggeva su una serie di
invenzioni narrative che inchiodavano senza richiedere altro carburante se non
quello fornito dalla mera materia grigia.
Alla prima immagine è impossibile non
accostare Circle al grandioso esordio
(ahimè mai più eguagliato) di Vincenzo Natali, per colori e atmosfera la
matematica claustrofobica dei cubi semoventi torna subito in mente e nel
circolo indipendentale permane sempre un po’ di timore quando i nomi sono nuovi e
l’esperienza è ben poca.
E invece l’esordio del duo Hann/Miscione, pur
prendendo ben più di uno spunto cervellotico da Cube (e dagli altri mindfuck che si sono seguito negli anni, tra i vari Exam, House of 9 e i millemila Saw la qualità sarà sempre altalenante ma la quantità non manca) ma palesando onestamente l’ispirazione e un ovvio, giusto
omaggio, vive di un’idea enorme e di una spinta narrativa mostruosa, che lo
rende tutt’altro che una sorta di copia com’era lecito aspettarsi dopo il
prologo. D’altronde provengono da una serie web di discreto successo basata su
meccaniche molto simili (un’intelligenza sconosciuta che impone a un gruppetto
di umani un gioco dalle regole apparentemente immotivate), a quanto pare ossa e
spirito sono già ben temprate.
In una sorta di gioco futuristico senza
scampo, dove la morte è caratteristica essenziale e vincere significa
sopravvivenza, un gruppo di sconosciuti si trova imprigionato in una stanza
buia. Ai loro piedi una casella rossa, uscire dalla postazione o anche solo
toccare un compagno significa morte istantanea. Al centro un globo da cui, ogni
due minuti, partono scariche elettriche mortali. Scopo del gioco, o della
selezione, o semplicemente della situazione priva di alcuna risposta alle
tonnellate di interrogativi, è spingere i partecipanti a uccidersi uno dopo
l’altro ed eleggere inevitabilmente un solo vincitore.
Il motore del film è quindi una continua,
profonda e ponderata discussione tra venti teste diverse su chi sia più giusto
uccidere e su chi sia invece più sensato salvare. Chi merita la vita? Una donna
incinta vale più di un bancario con una famiglia numerosa? Una bambina
dev’essere risparmiata per far fuori un giovane in carriera? E un anziano ha
ancora diritto di vivere nonostante siano pochi gli anni che gli rimangono?
Ci sono tanti spunti e il dibattito è
molto ricco, è un confronto di idee dispari e contrarie ma tutte motivate, e se
alcuni parlano solo per parole razziste e conservatrici, com’è naturale che
accada in un gruppo misto e selezionato casualmente, i ragionamenti che
fioccano sono sempre ponderati dallo spettro umano presentato.
L’aspetto incredibile è la perfetta stasi
di ogni personaggio, per novanta minuti a stento si possono vedere al massimo
mani che si aprono e chiudono per indirizzare il raggio alieno verso la
prossima vittima, per il resto tutto è ghiacciato in una completa immobilità,
dove il ritmo e l’enorme tensione sono scanditi da parole, sguardi e sudori
freddi. Che l’azione sia del tutto assente, e parlo letteralmente, non
compromette in alcuna maniera il potente incedere del film, che nasconde nelle
tante filosofie incontrate, nei dubbi, nelle domande e nelle rabbie una marcia
priva di esitazioni.
E a questo bisogna aggiungere un anomalo
lavoro di cesellatura che definisce i personaggi rendendoli di fatto tutti
protagonisti (o antagonisti): non viene creato l’eroe e/o il villain in una
successione di eventi e morti che scolpiscono le rispettive figure, anzi,
individuare chi realmente rappresenterà il bene e il male (in una visione
comunque ben lontana dai tipici standard oppositivi) è praticamente impossibile
dato che nei primi 45 minuti non c’è pietà per nessuno, tutti rischiano la
morte con la stessa percentuale perché anche dire con coraggio la scelta più
giusta che si potrebbe compiere non è abbastanza per meritarsi la leadership, o
anche solo una certa simpatia, in un gruppo dove domina la più delicata delle
democrazie.
Questo è possibile grazie a una lista di
personalità ampia e colorita, dove la quotidianità di tante persone normali
emerge in tanti piccoli dettagli e sfumature che, nel marasma di tutti i
giorni, di solita ci si limita a ignorare: non c’è il tempo per ascoltare,
mentre adesso, in questa situazione, il tempo (poco) e l’ascolto (difficile,
nervoso, febbrile) sono le uniche armi a disposizione dei personaggi.
Non è da poco nemmeno l’intensità visiva
caricata dai due registi: nella scelta delle inquadrature e dei movimenti di
macchina incollano uno sorprendente dinamismo allo stallo necessario del gruppo
di persone.
Fissarsi sulle caselle rosse rende il
nemico silenzioso ancora più malvagio e incomprensibile, la scelta di filmare o
meno le numerose morti a seconda dell’intensità della scena amplifica il dolore
dei momenti, e il commento musicale disturba quanto basta per far salire il
livello di disagio man mano che i protagonisti si conoscono e iniziano ad
allearsi o ad accusarsi a vicenda.
Resta solo da definire se il finale possa
essere oggettivizzato ma temo si tratti solo di mero gusto personale, la
risoluzione della vicenda è per me corretta e giusta e penso che, in fondo,
decidere per altre soluzione avrebbe in parte annullato la personalità che Circle cerca di guadagnarsi uccisione
dopo uccisione.
Insomma, film davvero inatteso, uscito
all’improvviso a ottobre nel caos dell’immondizia horror che accorre per
Halloween, forse non il momento migliore per farsi notare ma spero il nome
circoli e raccolga i consensi che si merita.
Visto stanotte tutto d'un fiato... Film davvero intenso, finale molto carico e che ti lascia davvero con poche parole da esprimere..
RispondiEliminaVero, è un film molto potente, ti sbatte in faccia tutte le parole con cui si mitragliano i personaggi :)
EliminaDove lo trovo in italiano questo film?
RispondiEliminaSu Netflix. Oppure lo trovi facilmente in streaming. :)
EliminaMa io l'ho guardato su Netflix e c'era solo in inglese
EliminaIo l'ho visto prima dell'arrivo di Netflix, e davo per scontato l'avessero doppiato. Sorry.
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