USA, 153 minuti
Regia: Denis Villeneuve
Sceneggiatura: Aaron Guzikowski
Capitolo fondamentale dell’evoluzione del
thriller o, meglio, di come il thriller possa ancora essere d’autore nella
stessa maniera in cui lo sono stati Se7ven, Zodiac, Mystic River,
Memories of Murder o la Red Riding Trilogy, Prisoners è
sostanzialmente un meccanismo perfetto nel suo fascino maligno e nel suo
spargere semi stranissimi che raccoglierà poi con un’eleganza raramente vista
altrove, è la consacrazione di un regista dal talento smisurato che può finalmente
disporre della giusta visibilità che gli eviti soltanto un certo ricavo
glorioso di certa critica.
Quanto assembla Aaron Guzikowski è un
mosaico straniante e spiazzante, quasi da non credere che lo sceneggiatore
spunti praticamente dal nulla con il precedente e trascurabile Contraband,
e Denis Villeneuve lo stende e lo solidifica sfiorando l’horror con atmosfere
raggelanti e immagini dal fortissimo impatto, tra labirinti disegnati sui muri
e caverne a cui si accede da porte nascoste si potrebbe quasi scomodare
Lovecraft per impiego di certi elementi perturbanti, ma non serve disturbare
chissà quale immaginario quando la potenza narrativa di Prisoners è un
carro armato che lentamente travolge ogni cosa: meticolosamente strutturato, ben
ponderato nel dosare il dramma senza mai farlo pesare per facili patetismi
sentimentali, l’intreccio nasconde bene i suoi risvolti rivelatori con una
progressione di eventi che tiene incollati per ben due ore e mezza negando di
fatto qualsiasi peso dovuto non solo alla lunga durata ma anche a un’impostazione
ragionata e attenta, dove l’azione è meravigliosamente assente in favore di
dubbi, sospetti, dolore, tenacia e personale rassegnazione, elementi che Villeneuve
rende vivi e terribili tanto nell’ostinazione di Keller (un Hugh Jackman forse
per la prima volta davvero bravo) nel perseguire la sua vendetta/verità, quando
nella sottile decisione con cui il detective Loki (un come sempre straordinario
Jake Gyllenhaal) non demorde di fronte al puzzle inestricabile che si
(s)compone di giorno in giorno.
Difficile rappresentare meglio il
dibattito interiore di Keller, le lunghe sessioni nell’edificio abbandonato in
compagnia del suo presunto rapitore delle due bambine sono momenti di profonda
tragedia visiva/psicologica, vederlo urlare e sfoderare una rabbia dovuta a un
retaggio culturale che Villeneuve, da bravo canadese e attento osservatore,
mette bene in mostra commuove nel momento in cui la ragione lo interroga e lo
torce di fronte all’inefficace giustizia che sta perseguendo. Allo stesso
tempo, la freddezza misteriosa di Loki, nata probabilmente in un passato forse
non troppo pulito o comunque assai problematico, sfocia in una toccante risolutezza
quando il mistero intravede una qualche lontana risoluzione, e una sequenza
come quella della corsa in auto, mentre una pioggia di colori sembra sciogliere
il parabrezza, è un misto di solennità ed emozione che ben poche volte ho visto
nel cinema con una simile intensità.
Pellicola di gran classe e di squisita
eleganza, il cinema americano ha sporadicamente raggiunti simili vette in un
genere che crede sia facile da creare e gestire servendolo a un pubblico
sonnolento e poco curioso, dimenticando valori, simboli e analisi (l'uso delle armi, la giustizia a tutti i costi) che, chissà
perché, solo uno straniero come Villeneuve poteva affrontare e sviscerare dall’interno.
Probabilmente miglior film del 2013.
grande!
RispondiEliminanon so se è il miglior film dell'anno in assoluto, ma il titolo di miglior thriller 2013 direi proprio che se lo merita tutto
Su questo non c'è dubbio :)
EliminaMi associo a Marco: il miglior thriller dell'anno; solido e non noioso nonostante le due ore...
RispondiEliminaE il miglior thriller da molti anni a questa parte...
EliminaNe avete parlato tutti benissimo ma io sono riuscito a perdermelo al cinema... Spero di recuperarlo al più presto e di godermelo almeno in blu.
RispondiEliminaSi trova già tranquillamente in brrip lungo torrenti e scalciando muletti
EliminaGrandissimo film, senza dubbio il thriller migliore degli ultimi anni, e uno dei titoli di punta dei Ford Awards duemilatredici.
RispondiEliminaBella lì :)
Eliminaanche per me uno dei film dell'anno, se non il film dell'anno...ancora ci devo pensare...
RispondiEliminaE' che mi manca ancora qualche pezzo grosso, sarebbe più che altro ingiusto sbraitarlo così, però... :-)
EliminaPorcozillo manco sempre e solo io. Stasera recupero in volata inglourious basterds!!
RispondiEliminaE muoviti! :)
EliminaMInchia Simò... non sono d'accordo con la tua recensione. L'ho visto e l'ho trovato scialbetto, piuttosto noioso e per niente profondo nello studio del dolore per la perdita di una figlia.
EliminaPerché Jackman è così convinto della colpevolezza di Dano?
Perché alla fine scavano dappertutto e non spostano semplicemente l'auto?
Che cavolo di redenzione c'è alla fine? Qualche giorno in un buco ti scusano tutto il male fatto a un ragazzo innocente, peraltro mentalmente instabile?
Il Canada ha prodotto sulla stessa scia cose molto migliori, più profonde e meno gratuitamente violente.
Ahahahah, no Eddy, non dirmi questo! Il titolo dice tutto, basterebbe quello per definire la profondità del film!
EliminaWolverine è convinto perché è culturalmente ignorante e sa usare solo quel tipo di violenza cieca e disperata. Stanno scavando dappertutto, hanno appena iniziato. E alla fine non c'è redenzione, non è che lo salvano e gli dicono bravo, trova semplicemente compimento la sua ricerca (sbagliata) della verità.
Riguardalo, Eddy, riguardalo e pensa a quanto ho ragione! ;)
Non ti darò ragione mai, neanche se ce l'hai per davvero! XDXDXD
EliminaTanti auguri di Buone Feste!
Prima o poi succederà, vedrai! :)
EliminaScusate dico la mia con ritardo ma così ne approfitto per dare gli auguri al padrone di casa: il film è molto ben girato e interpretato, fuor di dubbio (e ci mancherebbe, con un cast siffatto), ma forse meno capolavoro di quanto si dice in giro ("nuovo Silenzio degli innocenti" lo hanno definito sui giornali) ma ha un suo perche', quoto Midian:-)). Cmq caro Eddy il buon wolvie è convinto che Dano sia colpevole quando lo dente canticchiare la canzoncina delle bambine...
EliminaBuon tutto...
del regista ti suggerisco la donna che canta. Un film bellissimo e straziante come pochi
RispondiEliminaEh lo so lo so li devo recuperare tutti!
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