USA, 13 episodi, 45 min cad.
Creato da: Veena Sud
Network: AMC
The Killing
chiudeva i battenti con una stupenda seconda stagione, e si salutava volentieri
una delle migliori coppie investigative della televisione e non solo, i silenzi
pachidermici e la pioggia perenne di Seattle apprezzando il coraggio di autori
e network nel porre fine a una serie tv bella, anomala e comunque
potenzialmente di successo con la chiusa più giusta e naturale possibile che un
thriller possa mai avere: la risoluzione del caso. Joel Kinnaman e Mireille
Enos sfruttano il buon trampolino di lancio e tentano la carriera da big, sicuramente
va meglio a lui, futuro Robocop, che a lei, moglie di Brad Pitt in World
War Z, ma intanto, a sorpresa, The Killing viene resuscitata
dall’inarrestabile Netflix, che se continua di questo passo finirà un giorno
per conquistare il mondo, al quale si aggiunge, quasi costretta, la AMC per una
terza stagione che può continuare la storia nella maniera più giusta e naturale
possibile che un thriller possa mai avere: un nuovo caso. Una storia da
chiudere in una sola stagione potrebbe essere cosa azzardata per Veena Sud e il
suo team di sceneggiatori: considerate le lentezze, le false piste, i dubbi e
le riflessioni in cui sono soliti far perdere i detective Linden e Holder, qualche
timore che la trama potesse reggere meno e che le atmosfere potessero
sbriciolarsi a più consueti standard televisivi c’era, ma alla fine il
risultato non solo è eccellente ma supera addirittura le prima due serie per
forza narrativa, spunti e gestione dell’intreccio.
Via del tutto la forte componente
politica, come elemento “estraneo” alla mera indagine, e quindi vera e proprio
trama parallela, troviamo da una parte l’assassino Ray Seward e i suoi dilemmi
piegati dall’orgoglio nel braccio della morte, e dall’altra la suburbia dei
ragazzini disagiati e sfruttati da chiunque per prostituzione e droga – al
centro, invece, una montagna di cadaveri ritrovati in un lago e il collegamento
a quel vecchio caso, citato più volte nelle stagioni precedenti, con il quale
la Linden ci aveva quasi rimesso la sua sanità mentale. E se si potrebbe vedere
certi spunti narrativi con qualche pregiudizio, d’altronde i temi trattati e le
strade criminali battute non sono di certo argomenti nuovi in ambito thriller,
la qualità complessiva è garantita da quello con cui Veena Sud ha sempre
brillato, ovvero una solida costruzione che parte dai personaggi e solo in un
secondo momento si concentra sulla storia vera e propria, che sembrerà sì per
alcuni aspetti poco innovativa, ma per molti, molti altri è un concentrato di
tensione e sospetti, grinta e rabbia, mostrati e sentiti attraverso dialoghi
d’acciaio e situazioni meccanicamente perfette, ideali nella loro lentezza
iniziale che man mano esplode.
Sono però sempre le persone a essere vero
fulcro di The Killing, e tanto nei protagonisti quanto nei personaggi
secondari c’è enorme tatto e a tratti incredibile sensibilità nel
tratteggiarli, tanto che anche solo vederli chiacchierare tra loro del più e
del meno (esempio lampante è l’incontro iniziale tra Holder e la Linden,
diluito tra battute e sorrisi di una naturalezza spaventosa) garantisce un
coinvolgimento che non è mai, mai secondo all’avanzamento investigativo e al
meccanismo-tipo dei colpi di scena/cliffhanger televisivi. E per delineare
definitivamente con un realismo che poco, poco si vede tanto in tv quanto al
cinema, ci pensa un cast meraviglioso, dai già consolidati Kinneman ed Enos, qui
ancora più sicuri e trascinatori nella loro sbilenca coppia di polizia, a un
roccioso e problematico Elias Koteas, dalla rabbia mascolina della
semi-esordiente e bravissima Bex Taylor-Klaus alla maestria statuaria e
commovente di un Peter Sarsgaard stellare.
Non resta quindi che aspettare quale
futuro attenda The Killing, e se la conclusione della vicenda, che
chiude il caso come la creatrice aveva ampiamente preannunciato per zittire
certe sterili critiche piovute nelle stagioni precedenti, e forse non così
d’impatto come poteva sembrare nella sua chiamiamola linearità, unico neo di
un’opera che comunque non mirava di certo soltanto a questo, troverà sfocio in
una stagione quattro che, se impostata come questa, non spiacerebbe affatto.
e allora scarichiamoci the killing 1 e 2 per cominciare
RispondiEliminaMi sembra la giusta linea di pensiero, ci sono pure in italiano anche se guardarli in lingua merita molto di più, soprattutto per la parlata di lui :)
EliminaCome ho già detto una roba da mandarti via di testa.
RispondiEliminaQuel finalino di stagione lì, comunque, con l'urlo di Holder non fa altro che farmi venire le bave per una quarta stagione che secondo me la fanno di sicuro...
Spero ;)
Spero pure io, non vedo perché non dovrebbero, ora non hanno più la scusa del "caso chiuso quindi a che serve andare avanti" :)
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