752 pagine, 19,60 Euro
Non c’è dubbio che con Grangé si vada
sempre sul sicuro, anche a partire da una trama come quella presente in Amnesia
che, a dirla tutta, puzza di vecchiume scontato soprattutto in un genere come
il thriller, dove il pericolo di certa banalità, nell’impostazione di
personaggi e storie, rischia già di rovinare ogni cosa ancora prima di iniziare
la lettura. Insomma, si parla di perdite di memoria, di un protagonista che
scopre di essere implicato in un omicidio attraverso un mistero nascosto nel
suo passato, di una poliziotta cazzuta con un trauma che la perseguita, e
insomma, ditemi voi se vi scatta quella minima curiosità anche solo per leggere
il prologo. E invece.
E invece Grangé tira fuori il suo solito,
puntuale capolavoro, una bomba di 750 pagine che si divorano rapidamente, si
sbranano salivando dalla prima all’ultima parola – è una capacità narrativa, la
sua, sbalorditiva, per come riesce a incastrare un avvenimento dietro l’altro,
per come riesce a costruire una macchina di situazioni che avanza come un
bolide, per come riesce a imbastire un vortice di colpi di scena che continua a
reinventare la storia, sporcandola leggermente di sci-fi (invece delle solite
sfumature horror) e stendendo una sequenza di personaggi, piste e false piste che
ipnotizza il lettore. Un ritmo impressionante, una precisione stilistica
eccellente, una prosa composta da passaggi brevi, semplice, efficaci, e
dialoghi ben impostati che si susseguono senza mai un attimo di pausa, come
senza interruzioni è la corsa di Mathias Freire, intrappolato in ricordi
cancellati che vengono astutamente svelati con struttura chirurgica.
Certo, non è tutto perfetto. Il libro è
sicuramente molto lungo, e qualche passaggio poteva essere cesoiato per una
maggior coesione di eventi – ma sarebbe difficile sceglie cosa togliere, ogni
particolare, ogni evento, ogni virgola (dalle vite precedenti di Freire alle
sfortune giudiziarie della sua controparte femminile) sono mosaicati con grande,
enorme cura. Di certo rimane una delusione per la parte conclusiva, un classico
spiegone con cui riepilogare i punti clou della storia e tirare i vari fili,
anche con una certa forzatura, in un colpo di scena non all’altezza delle
aspettative create durante la lettura. Ma si porta pazienza, e grazie alla
progressione della storia si può nascondere volentieri il fastidio di un
epilogo così così.
D'accordo con te un romanzo che sebbene lungo si legge velocemente. Un romanzo che contiene all'interno più romanzi, un thriller matrioska appunto...
RispondiEliminaVero, si può dire così, in fondo lo stacco tra un capitolo e l'altro è reso fortissimo proprio come se fosse un romanzo dentro l'altro. Peccato solo per quello spiegone finale, per il resto il solito lavoro impeccabile di Grangé. :)
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