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Recensione: The Killing - stagione due

By Simone Corà | venerdì 22 giugno 2012 | 09:30

2012, USA, 13 puntate, 45 minuti cad  
Creata da: Veena Sud  
Network: AMC  

Caso più unico che raro, nell’affollato e sornione palinsesto televisivo The Killing nasce con precise intenzioni narrative, costruendo 26 episodi complessivi dall’antefatto alla conclusione senza che lo share ne alteri la composizione, allungando o accorciando sulla base dei sorrisi, o meno, degli spettatori. E l’arma di un finale chiaro, già scritto, pronto, si rivela vincente, perché sfruttata proprio per quell’hype di cui ogni rete si nutre: l’assassino di Rosie Larsen viene svelato nel tredicesimo episodio di questa stagione, la promessa è mantenuta con un buon colpo di scena, e su The Killing cala un signor sipario che permette alla serie creata da Veena Sud, sulla base dell’originale danese Forbrydelsen, di uscire di scena a testa alta.

Lenti, asfissianti, nervosi, questi nuovi 13 episodi si mostrano maggiormente coesi rispetto all’ottima stagione uno, la strada da percorrere per risolvere l’indagine è una soltanto ma mille sono gli ostacoli, i contraccolpi, i divieti che portano a vicoli ciechi, vie sbagliate che subito vengono scartate per tornare in carreggiata. La tenacia degli agenti Linden e Holder è resa con grande efficacia, la fatica, la rabbia, lo stringere i denti per chiudere un caso inestricabile, che li ha portati a inimicarsi bene o male chiunque, sono i conduttori del ritmo pacato e riflessivo con cui avanza la storia, disperdendosi in lunghi dialoghi tra i tanti personaggi che contribuiscono a quel realismo glaciale e piovoso che è in qualche modo caratteristica principale di The Killing. La ramificazione degli eventi è difatti scelta necessaria per dare giusta tridimensionalità a tutti i protagonisti, anche quando le sottotrame si dirigono chiaramente verso strade chiuse e a se stanti (è il caso del viaggio in solitaria di Mitch), ma in questo modo ne esce un quadro complesso e affascinante, dove l’omicidio della giovane Sarah è motore di tante, tante vicende, non tutte strettamente legate all’indagine di polizia.

C’è da dire che gli elementi utili alla risoluzione del caso non sono sempre chiarissimi, certe macchinazioni politiche appaiono un po’ tortuose e fuorvianti, ma nel complesso tutto torna incanalandosi in un bel twist finale, un ultimo e inaspettato colpo di coda come la tradizione giallistica impone. E il rompicapo risolutivo è talmente curioso e avvincente, così ben impostato nel susseguirsi di eventi che portino verso quel punto, e adesso anche così lontano dagli accostamenti precedentemente voluti a Twin Peaks, che si può sorvolare su certa fragile sospensione dell’incredulità, con i due agenti che lavorano ininterrottamente, 24 ore al giorno per venti giorni di seguito, o il candidato sindaco che recupera le gravissime condizioni fisiche nel giro di un giorno. Il cast è infatti eccellente, a partire da Mirelle Einos e Joel Kinnaman, che danno vita a un’insolita coppia televisiva, freddissima lei e stramboide lui, sulla carta niente più che il classico sbirro buono + sbirro cattivo, ma in realtà un duo straordinario per profondità psicologica e solidità caratteriale.

La serie danese, stando a quanto dice Veena Sud diversa per storia e impostazioni, dopo aver risolto il mistero nelle prime due stagioni proseguirà con una terza ambientata dieci anni dopo, nella quale vengono esplorati i risvolti sociali e politici conseguenti al grave omicidio, e data l’importanza data a ogni singolo personaggio non mi stupirei, in futuro, di veder proseguire The Killing con ambizioni e meccanismi del tutto diversi rispetto al thriller puro di questi 26 episodi, d’altronde in Rete si chiacchiera e si borbotta di come potrebbe mai essere una season three. Speriamo, davvero, rimangano però soltanto chiacchiere, e che la AMC si concentri su altri lidi.  


Recensione de The Killing - stagione uno     

4 commenti:

  1. grande serie! e la seconda stagione è stata pure superiore alla prima.
    holder poi è sempre più idolo.

    adesso che il caso larsen è chiuso e visti anche gli ascolti americani non straordinari, non so se ci sarà una stagione 3. prima che la serie venga rovinata, mi sa che è meglio così

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  2. Vero, sì, molto meglio se si chiude qui, la storia si è conclusa alla grande e non vedo motivo di una terza stagione, che il rischio di rovinare tutto è altino. :)

    E Holder grandissimo, voglio il poster in camera! XD

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  3. Io devo ancora finirla ma già la prima era di una figheria unica.
    Quoto il Canny in pieno. Ma la AMC ci ha abituato a serie controcorrente, sia come svolgimento che come gestione finanziaria. Quindi non faranno la 3^!

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    1. Però la AMC ha fatto anche The Walking Dead, e non so come sia possibile...

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