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Recensione: Demon, di Garth Ennis e John McCrea

By Simone Corà | venerdì 30 marzo 2012 | 08:00

Planeta DeAgostini, 2009
3 volumi, 144 pag cad, 8,95 Euro

Prima di ottenere il successo stellare, prima di consolidarsi nell’immaginario fumettistico con i suoi deliri in bilico tra iperviolenza e sarcasmo di cattivo gusto, insomma, prima di fare Preacher e spaccare il culo a tutti, Garth Ennis terminava la run di Hellblazer con un intreccio così originale e sbalorditivo, nel giocare con temi inflazionati quali Inferno e magia nera, che nessuno si sarebbe aspettato da un autore tanto giovane.

I piani alti della DC gli affidano allora un’altra saga, per ridare colore e tonalità a un personaggio minore creato da sua maestà Jack Kirby negli anni Settanta e rinata nei primi anni Novanta: Demon. E se già la serietà originale della serie era andata a farsi benedire con la precedente gestione, dove, tra le altre cose, Alan Grant aveva trasformato un personaggio in un cuscino parlante (giusto per avere un’idea dell’atmosfera volutamente ridicola), Ennis, coadiuvato da McCrea ai disegni (sua spalla ideale per simili storie, e infatti li ritroveremo insieme per l’irresistibile Hitman e nel volgarissimo Dicks), aumenta il tasso di comicità demenziale costruendo un Inferno popolato da demoni cretini e chiacchieroni e dipingendo storie stralunate e semi-idiote.

La parola d’ordine è divertimento, e infatti il duo irlandese, nel tessere una trama generale, contenuta in questi tre volumi, caratterizza Etrigan, il Demon del titolo, in modo strepitoso, rendendolo un demone potentissimo e bastardo ma comicamente imbattibile, grazie a un potenziamento del suo modo di parlare, sempre e solo in rima. Essere un Rimatore, all’Inferno, è infatti sinonimo di prestigio e ricchezza, ed Etrigan ha solo questo in mente: vuole dominare l’Abisso, e per farlo escogita un piano che metterà alle strette tanto il popolo infernale quanto quello reale, in particolar modo l’esausto Jason Blood, l’umano con cui il demone condivide il corpo, e la sua donna. Ovvio che niente andrà come previsto.

Pur prendendo origine da basi tracciate in anni di fumetto precedente, non serve poi molto conoscere la genesi di Demon, e il breve riassunto a inizio volume (sgrammaticato e infarcito di errori di traduzione come era solita fare la Planeta) è quanto basta per avere un’infarinatura dei personaggi: questo perché Jason Blood e gli altri personaggi non hanno che un minimo ruolo nella run di Ennis, incentrata com’è sulle gesta del carismatico Etrigan. Appurati gli spunti tanto amati dall’autore irlandese (religione, Inferi, gerarchie demoniaca e angeliche, patti tra mortali e diavoli), sui quali tornerà più e più volte in futuro (da Preacher al non del tutto riuscito Wormwood), non è di certo la sterilità d’idee il pericolo in cui si può incappare, perché la simpatia del protagonista, unita alle bislacche caratterizzazione dei vari demoni (su tutti Ultor, che sa urlare soltanto “Io sono Ultor!”) e agli interventi ironici del killer Hitman, rende la lettura molto veloce e divertente, sommersa com’è da tonnellate di battute feroci e violenza comicamente esagerata.

Si rimane infatti indifferenti alla semplicità della trama generale perché Ennis ha un controllo perfetto dell’opera, e sa stupire con strampalate invenzioni narrative (pirati, nazisti, carri armati all’Inferno, fantasmi… c’è di tutto, perfino il mago Merlino, addirittura tra i protagonisti) e precisi e inattesi approfondimenti psicologici (la storia di Jason Blood) nei momenti opportuni, colmando certe lacune registiche che, soprattutto nelle tavole delle prime storie, rendono un po’ confusa la lettura: rapidità dialogica e disegni deliranti (nel tipico deformed style di McCrea) lasciano un po’ di stucco, ma migliorano gradualmente man mano che il progetto si rafforza e inizia a raccogliere quanto seminato.

Di certo questo non è il miglior Ennis, lui e McCrea si sono semplicemente divertiti un sacco, in barba anche alle critiche piovutegli addosso da Kirby, ma Demon è folle, irriverente, sguaiato, cattivo e sanguinoso. E non è poco.

4 commenti:

  1. Un Ennis minore ma decisamente gustoso ed è una delle mie run preferite su The Demon.

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  2. Ma le altre run invece come sono? Non dico quella di Kirby che coi fumetti supereroistici così vecchi non credi ce la farei mai, ma la precedente, tipo? :)

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  3. La run precedente quella di Grant virà abbastanza sul grottesco ed è uno spasso (anche perchè Etrigan si scazzotta con Lobo).Non era male nemmeno la miniserie di Matt Wagner da qui la serie regolare prende avvio maè più seriosa come toni.

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