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Recensione: Una notte di pioggia, di Richard Laymon

By Simone Corà | mercoledì 15 febbraio 2012 | 08:00

Sperling & Kupfer, 1996 (fuori catalogo)
294 pagine

Al giorno d’oggi tutti scrivono di zombie, e basta farsi un giretto su Amazon, sezione narrativa di genere in lingua originale, per mettersi a sbadigliare di fronte a decine e decine di romanzi tutti uguali, che nulla aggiungono a un filone di per sé morto da molto tempo, limitandosi invece a riproporre sempre gli stessi schemi. Difficile allora chiedersi di chi sia la colpa di tanta noia, di tanta pochezza e sterilità, se si tratti di totale mancanza d’idee degli autori o di una più proverbiale inabilità di scrittura mischiata a furbizia in questi periodi di moda.

Perché una volta non era così. Prendiamo questo Una notte di pioggia, che parla di zombie (corridori, in questo caso, e più vicini agli infetti di 28 giorni dopo che ai mangiacervelli romeriani), di sopravvissuti, di caos nelle strade, il tutto con uno spunto narrativo estremamente minimale (una pioggia nera che trasforma in bestie indiavolate chi si bagna) che nell’insieme sembra mostrare la solita storia, la più classica e conosciuta in questo particolare sottogenere, con personaggi-simbolo dei B-movie (il poliziotto buono, la cameriera, il gruppo di teppisti). Eppure, Una notte di pioggia funziona benissimo. Cosa sarà, magia?

Sarà invece che Richard Laymon è un bravo narratore, e anche con un’idea sulla carta poco interessante, soprattutto a leggerla in questo momento, riesce a ottenere trecento pagine estremamente scorrevoli e accattivanti, dosando con perizia il ritmo e bilanciando piacevolmente i punti di vista dei tanti personaggi (anche con una traduzione che non gli rende merito, non sempre fluida e zeppa di ripetizioni). Il suo infatti è uno stile semplice ed efficace, rapido ma attento, che sfrutta i cliché per presentare spunti e situazioni tutto sommato sempre interessanti, capaci ovvero di andare al di là dell’ovvietà, al di là della prevedibilità, in modo da non far mai scivolare l’attenzione sotto le scarpe, mormorando magari un terribile “’sto romanzo non finisce mai”. Di suo, Laymon aggiunge una certa morbosità, tipica dei suoi scritti, che qua e là traspare dato il forte carattere sessuale quando gli uomini-bestia si lasciano andare agli istinti più primordiali, e uno stimolante body-count che si porta dietro anche vittime inaspettate.

Non mancano i difetti, si avverte ogni tanto una leggera confusione con infetti che tornano normali ma poi sembrano di nuovi mostri ma forse non del tutto, probabile però che la traduzione abbia fatto qualche danno. Se vi capita di recuperarlo, quindi, e siete in astinenza di una bella storia zombesca, con un buon retrogusto eighities che si respira a ogni pagina, con Una notte di pioggia andate sul sicuro (tanto si trova tranquillamente il PDF).

12 commenti:

  1. Purtroppo non sto leggendo granché ultimamente, però questo mi interessa. Sullo stesso stile hai letto di Lansdale "La Morte ci Sfida"? Io l'ho trovato adorabile.

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  2. L'ho letto qualche anno fa, ma ricordo che non mi aveva colpito molto: c'era un buon protagonista e una storia solida e divertente, però boh, mi aveva lasciato scontento. Non mi sembrava il miglior Lansdale...

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  3. No no, miglior Lansdale neanche per sbaglio, intendiamoci. È solo che non so, era bello leggero e simpatico. Ma proprio perché ben lungi dall'essere trascendentale posso capire perché non ti abbia granché convinto ;)

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  4. Un autore che andrebbe riscoperto e che negli anni prima della scomparsa stava migliorando progressivamente. Bello che finalmente qualcuno (Gargoyle) si sia deciso a pubblicare "The traveling vampire show" in Italia, col titolo de "Il circo dei vampiri".
    Spero qualcuno porti in Italia anche delle piccole gemme come "Come out tonight" o "Night in the lonesome October" o ancora "In the dark".
    Se leggete in Inglese, non perdeteveli.

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  5. @ Gigistar: Io l'ho "conosciuto" proprio con The Traveling Vampire Show, che ho trovato delizioso, fresco e piacevolissimo. Un po' alla volta voglio recuperarlo tutto, grazie delle dritte. :)

    @ Elio: mah, sai, era proprio quella leggerezza e simpatia che mi sembravano un po' spente rispetto alle altre cose leggere e simpatiche. In compenso, avevo apprezzato molto di più un suo racconto con lo stesso protagonista, l'avevano pubblicato su M - Rivista del mistero e Cthulhu mi fulminasse se mi ricordo il nome... ;)

    Simone

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  6. Di Laymon ho letto Notte senza fine (piaciuto molto, bello violento, e anche lì, morti a manetta che non ti aspetti) e La Bara (piaciuto un po' meno, ma sempre intrattenimento di livello).
    Questo mi manca, ma dove ci sono gli zombi, ci sono anche io.

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  7. Ma sai che di Laymon non ho proprio letto niente? A questo punto spulcio un pò qualche sito in cerca di opere in lingua originale... grazie mille per la recensione! ^_^

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  8. Volendo tarare un po' meglio i suggerimenti:

    se siete in cerca di horror duro e puro, consiglierei la serie cosiddetta "Beast House Chronicles" che è composta da:
    The Cellar
    The Beast House
    The Midnight Tour

    Il primo uscì anche in Italia ma temo sia difficile da reperire oggi. Parliamo di una scrittura meno matura ma di certo accattivante.

    Per dei thriller con venatura horrorosa e ambientazione per lo più "urbana" rinnovo il consiglio sui titoli che ho citato nel commento precedente. Ma anche "Quake" e "Island" secondo me meritano.

    Per amanti di vampiri oltre a "La Bara" (The Stake) aggiungerei "Bite".

    Incredibile come in Italia sia stato pubblicato tutto sommato il repertorio qualitativamente più "scialbo" di Laymon, con poche eccezioni. La resa, peraltro, fu scarsa; dopo aver letto "La Bara" gli scrissi menzionando, tra le altre cose, i numerosi errori di stampa di quella edizione Fanucci. Non poté che rammaricarsi...

    Proprio oggi sul blog "Liberidiscrivere" una bella rece su "Il circo dei vampiri"...

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  9. Io mi chiedo solo come sia possibile avere tutto Laymon fuori catalogo tranne quello pubblicato qualche mese fa da Gargoyle.
    Misteri dell'editoria...

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  10. @ Lucia: La bara ce l'ho lì da un millennio ma non so perché non l'ho mai iniziato... :)

    @ Giobblin: bravo, molto saggio da parte tua. :)

    @ Gigistar: anni fa avevo scovato in un mercatino il primo della trilogia, poi ho scoperto che la traduzione era di quelle a random e non l'ho mai letto. Un po' alla volta rimedierò, anche se adesso che hanno chiuso pure library.nu sono molto triste...

    @ Slurm King: grazie ai cari editori nostrani, tantissimi autori di genere sono fuori catalogo da anni e anni: Simmons, Straub, McCammon, Barker, Turtledove...

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  11. @Simone: poco a poco Castelvecchi sta ristampando Barker, come ha ricordato Luca Crovi il 13/2 scorso sul suo:

    http://giallo.blog.rai.it/

    Certo a prezzi non proprio popolari: oltre i 16€ per 250 e rotte pagine di 30 anni fa. Il valore in ogni caso non si discute!

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  12. Sì, sapevo, ma è partita dai Libri di sangue, che ancora si trovavano qualche anno fa (e qua e là si trovano adesso nei remainders a 1 euro), e con prezzi, come dici te, mica tanto amici...

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