Home » , , , , » Recensione: The Haunted World of El Superbeasto

Recensione: The Haunted World of El Superbeasto

By Simone Corà | venerdì 10 febbraio 2012 | 08:00

2009, USA, colore, 77 minuti
Regia: Rob Zombie
Sceneggiatura: Rob Zombie, Tom Papa

Con la mente immersa in troppi progetti, cinematografici e musicali, bene o male mantenuti sempre al di sopra di una certa qualità, era palese che Rob Zombie consumasse energie fino a spegnersi miseramente con quel Halloween 2 che poco, pochissimo mostrava di quell’estro folle, citazionista e morboso visto con La casa de 1000 corpi e La casa del Diavolo. Ma prima di imbarcarsi in The Lords of Salem, che a giudicare dai primi pettegolezzi incuriosisce parecchio, Rob Zombie pare proprio distendersi, rilassarsi e divertirsi con questo The Haunted World of El Superbeasto, film animato tratto dai comics, da lui stesso creati, con protagonista uno stupido, palestrato, erotomane e violentissimo wrestler mascherato, El Superbeasto, appunto.

Siamo dalle parti della demenzialità più splatter, che punta quasi tutto sulla simpatia pulp della storia, riguardante impossibili piani occulti nazisti, mostri deformi, zombi assatanati, vendette demoniache ed evocazioni violentissime, in un gioco exploitation fatto di tette e sangue per cui Zombie si era già fatto apprezzare (il finto trailer Werewolf Women of the SS). La trama è un divertente pretesto per mettere quante più creature mutanti, gore e culi sullo schermo, niente più, ma a un film del genere non si richiede naturalmente chissà quale intreccio narrativo, e infatti i segmenti di cui si compone il plot ben funzionano nell’amalgama horror old style, sopra le righe nel suo citare anche a sproposito le maggiori figure dell’iconografia del terrore.

Tanta volgarità e il puro gusto dell’esagerazione non sempre però si rivelano azzeccati, e se di fronte ad alcune scene si ride e si applaude per il marchingegno sporcaccione messo in piedi (la presentazione di Suzie-X e la lotta nel castello dei nazisti, la telecronaca musicata della marcia degli zombi), si rimane un poco perplessi nell’avere saltuariamente a che fare con battutacce o situazioni piccanti che ricorrono a una banale e stanca inventiva (il motivo della rabbia del Dottor Satana), e in generale si sbuffa per la poca simpatia del protagonista, goffo nella sua prestanza muscolare e quasi mai trascinante nel suo rocambolesco modo di risolvere i problemi.

Non è tuttavia un gran difetto, il parco personaggi è infatti vasto e ben delineato (l’addetto all’ascensore, la stripper Velvet) e bastano questi, oltre alla quantità di sangue versato, ben rappresentato nel disegno deformed tipicamente americano, a risollevare le pellicola nei suoi momenti più fiacchi.

2 commenti:

  1. Mi ha sempre incuriosito ma non mi sono mai messa a guardarlo.
    Prima o poi rimedierò, d'altronde Zombie mi ha sempre fatto troppa simpatia.

    RispondiElimina
  2. Che è in fondo quello che fa questo filmetto, simpatico e poco più, di quell'esagerazione splatter e horror che strappa un paio di sorrisi e via. :)

    RispondiElimina