Regia: Jake West
Sceneggiatura: Jake West
La troupe televisiva di un programma sul paranormale viene inviata in una minuscola isola gallese, dove sembra che una ragazza sia entrata in contatto con entità aliene. Giunti sul luogo, i nostri fanno la conoscenza, poco gradita, dei tre fratelli della giovane, dei pazzi scorbutici e dal grilletto facile, e convinti che il tutto sia una bufala, come sempre, studiano le direttive per realizzare un finto filmato sul rapimento. Ma i marziani esistono realmente, e sono davvero, davvero cattivi…
Gli esordi di Peter Jackson sono stati infinita fonte d’ispirazione sanguinolenta per una certa frangia di cineasti, e per chi preferisce intendere l’horror come un miscuglio di comicità demenziale e un impressionante tasso splatter, saranno sempre Bad Taste e Splatters i padri ghignanti di ogni efferatezza visiva. Non servirebbe quindi molto altro per sviscerare Evil Aliens, secondo film dell’inglese Jake West, che poggia su basi forse troppe sicure e non fa poi molto, complici anche gli scarsi mezzi a disposizione, per rinfrescare il genere. Nonostante la gustosa idea iniziale, Evil Aliens scarseggia infatti di riferimenti comici sufficienti per sostenere l’esile trama e la folle eccessività dei personaggi, le mediocri gag demenziali strappano raramente il sorriso – colpa di dialoghi spesso fuori fuoco e che non sempre calcano il piede sarcastico su situazioni dal buon potenziale –, e sono giusto una manciata i momenti di ristoro umoristico (i tre fratelli che barbugliano nel loro dialetto incomprensibile e i sogni erotici del nerd).
Evil Aliens non brilla neanche nel bagno di sangue inscenato, perché se si apprezza l’estrema cattiveria nel togliere di mezzo protagonisti e antagonisti senza alcuna concessione all’epicità, all’eroismo e alla possibile costruzione carismatica, si boccia totalmente la scelta di un sangue digitalizzato, spesso irritante nel vederlo sprizzare pietosamente, e nella misura di poche gocce, da braccia amputate e teste mozzate. Piace comunque il divertito ricorso a inconsueti strumenti di morte, dagli strampalati aggeggi alieni a decespugliatori e trebbiatrici, che garantiscono una buona dose di frattaglie versate sullo schermo.
La regia veloce e variegata di West rende frizzante e imprevedibile il ritmo della pellicola, ma si scontra prima con una pessima, scura fotografia che disturba le atmosfere demenziali, e poi con un cast di altalenante modestia, che a volta blocca sul nascere interessanti spunti narrativi (l’inatteso, insolito finale su tutto). Ma vuoi l’ingegneria splatter nell’allestire buffi, fantasiosi decessi, vuoi alcune idee di partenza che qua e là riaffiorano inaspettatamente (la finta malizia e le parodistiche assurdità pseduo-carnali), nonostante la palese insufficienza sotto qualsiasi punto di vista Evil Aliens, che se non si fosse capito parla di marziani malvagi che fanno cose spassose come infilare gigantesche trivelle rotanti nel sedere dei poveri protagonisti, è comunque un filmetto simpatico, nient’altro. Ma non guardatelo con l’inascoltabile doppiaggio italiano.
Sceneggiatura: Jake West
La troupe televisiva di un programma sul paranormale viene inviata in una minuscola isola gallese, dove sembra che una ragazza sia entrata in contatto con entità aliene. Giunti sul luogo, i nostri fanno la conoscenza, poco gradita, dei tre fratelli della giovane, dei pazzi scorbutici e dal grilletto facile, e convinti che il tutto sia una bufala, come sempre, studiano le direttive per realizzare un finto filmato sul rapimento. Ma i marziani esistono realmente, e sono davvero, davvero cattivi…
Gli esordi di Peter Jackson sono stati infinita fonte d’ispirazione sanguinolenta per una certa frangia di cineasti, e per chi preferisce intendere l’horror come un miscuglio di comicità demenziale e un impressionante tasso splatter, saranno sempre Bad Taste e Splatters i padri ghignanti di ogni efferatezza visiva. Non servirebbe quindi molto altro per sviscerare Evil Aliens, secondo film dell’inglese Jake West, che poggia su basi forse troppe sicure e non fa poi molto, complici anche gli scarsi mezzi a disposizione, per rinfrescare il genere. Nonostante la gustosa idea iniziale, Evil Aliens scarseggia infatti di riferimenti comici sufficienti per sostenere l’esile trama e la folle eccessività dei personaggi, le mediocri gag demenziali strappano raramente il sorriso – colpa di dialoghi spesso fuori fuoco e che non sempre calcano il piede sarcastico su situazioni dal buon potenziale –, e sono giusto una manciata i momenti di ristoro umoristico (i tre fratelli che barbugliano nel loro dialetto incomprensibile e i sogni erotici del nerd).
Evil Aliens non brilla neanche nel bagno di sangue inscenato, perché se si apprezza l’estrema cattiveria nel togliere di mezzo protagonisti e antagonisti senza alcuna concessione all’epicità, all’eroismo e alla possibile costruzione carismatica, si boccia totalmente la scelta di un sangue digitalizzato, spesso irritante nel vederlo sprizzare pietosamente, e nella misura di poche gocce, da braccia amputate e teste mozzate. Piace comunque il divertito ricorso a inconsueti strumenti di morte, dagli strampalati aggeggi alieni a decespugliatori e trebbiatrici, che garantiscono una buona dose di frattaglie versate sullo schermo.
La regia veloce e variegata di West rende frizzante e imprevedibile il ritmo della pellicola, ma si scontra prima con una pessima, scura fotografia che disturba le atmosfere demenziali, e poi con un cast di altalenante modestia, che a volta blocca sul nascere interessanti spunti narrativi (l’inatteso, insolito finale su tutto). Ma vuoi l’ingegneria splatter nell’allestire buffi, fantasiosi decessi, vuoi alcune idee di partenza che qua e là riaffiorano inaspettatamente (la finta malizia e le parodistiche assurdità pseduo-carnali), nonostante la palese insufficienza sotto qualsiasi punto di vista Evil Aliens, che se non si fosse capito parla di marziani malvagi che fanno cose spassose come infilare gigantesche trivelle rotanti nel sedere dei poveri protagonisti, è comunque un filmetto simpatico, nient’altro. Ma non guardatelo con l’inascoltabile doppiaggio italiano.
Sto leggendo "Il mondo dopo la fine del mondo" di Nick Harkaway, da te consigliato. Sono solo a pagina 50, ma devo dire che mi sta molto prendendo. Hai ragione: Harkaway ha una scrittura vulcanica. A tratti mi ricorda il Jonathan Lethem di "Amnesia Moon" (che ti consiglio vivamente), anche se Lethem è un caso a sè e non molto paragonabile a nessun altro. Magari Harkaway, se non ci metto cent’anni a leggerlo, lo segnalo anch’io con una recensione
RispondiEliminaChe bei film di merda che guardi Corà!
RispondiElimina@ psiche: bene, sono felice che ti prenda, e considera che l'inizio è forse la parte più debole del tutto.
RispondiEliminaAmnesia Moon lo conosco di fama, prima o poi lo recupererò. :)
@ cyb: è la mia specialità!
complimenti per le tantissime recensioni e per i ricchi contenuti del tuo blog ;)
RispondiEliminabuona serata e a presto,
Marco
CN
Grazie! ^_^
RispondiElimina