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Survive Style 5+

By Simone Corà | mercoledì 15 aprile 2009 | 14:05

2004, Giappone, colore, 120 minuti
Regia: Gen Sekiguchi
Sceneggiatura: Taku Tada

Cinque storie che si intrecciano, toccando ora la commedia, ora l’horror, ora il fantastico: una fidanzata immortale che resuscita ogniqualvolta il marito la uccide; una felice famigliola alle prese con un padre che si crede un uccello dopo un’ipnotizzazione finita male; una sceneggiatrice di pubblicità provocatorie combatte la depressione; tre ladruncoli che scoprono l’amore; un killer inglese ossessionato dalla filosofia, in Giappone per affari.

L’universo creato dall'accoppiata Gen Sekiguchi/Taku Tada ospita, senza tanti conflitti razziali, generi così distanti tra loro che, al solo leggere la sinossi, necessiterebbero di un buon digestivo per mandare giù l’apparente minestrone cinematografico. Invece, la naturalezza con cui le cinque storie si intrecciano, si sfiorano e sfumano l’una nell’altra sbalordisce in più di un’occasione, dando vita, di fatto, a un genere ibrido che può toccare qualunque campo senza alcun timore.

Avremo così momenti horror di raggelante atmosfera (il prologo) che di volta in volta assumono toni deliranti e imprevedibili; risate demenziali che si tingono di improvvisi sussulti splatter; pulp tarantiniano goliardico e feroce, che si imbatte in umorismo da sit-com; e ancora commedia fantastica matura e intelligente, che sparge morali spielberghiane e inumidisce gli occhi; una storia d’amore che infrange qualsiasi barriera etica, ora volgare ora dolce e per certi versi emozionante; e infine pura satira grottesca, abrasiva e scorretta, nei gustossimi one shot pubblicitari che intersecano il film come veri spot propagandistici.

C’è questo e molto altro in Survive Style 5+, perché è impossibile catturare ogni sfumatura delle cascate di humor nero che pervadono la pellicola. Si tratta di un’ironia vincente, calcolata al dettaglio sia nei momenti di pura grossolanità sia quando viene richiesta una certa sottilezza per la comprensione. Questo dimostra quanto il film sia chirurgicamente studiato, in ogni inquadratura, in ogni taglio, in ogni dialogo e in ogni espressione facciale, e nella sua follia compiaciuta risulta essere serio e attento come poche cose viste negli ultimi tempi.

Le cinque storie si intrecciano e si rincorrono, e si mescolano tra di loro non solo quando la trama generale crea punti di collegamento, ma anche in esilaranti momenti in cui il montaggio partorisce stravaganti comparazioni e bizzarri controcampi. La progressione delirante della pellicola è una continua sorpresa, che genera infita curiosità nello spettatore che deve sapere dove il film andrà a parare.

Survive Style 5+ è pura gioia visiva, che lascia di stucco per la logica con cui è costruito e attraverso la quale tutto appare razionale e possibile. E il finale fiabesco, nella sua estrosa genialità, dove ogni tassello trova una spiegazione mentre si conclude il puzzle generale, trasforma la scintilla talentuosa di Sekiguchi in un faro di ingengo, perché pochi, pochissimi, possono aspirare anche solo a immaginare capacità adeguate per reggere le redini di un film come questo.

Capolavoro.

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