Etichetta: Superball/Audioglobe
Durata: 45.23
Anno: 2009
Autori, due anni orsono, di uno dei più freschi e genuini dischi prog che la storia della musica ricordi, i Pure Reason Revolution si riaffacciano nei negozi con un album frutto di azzardati cambiamenti stilistici e sperimentazioni seducenti ma immature.
Della meraviglia sonora di The Dark Third, infatti, articolata in un elegante pop rock lusingato da rabbiosi richiami tooliani e da un’architettura prog multiforme e imprevedibile, non restano che le ceneri degli splendidi inseguimenti polifonici, vero punto di forza dell’esordio.
Ora, i Pure Reason Revolution hanno spogliato il loro sound della componente rock, sostituita da un’elettronica invidiosa dei Depeche Mode ma spesso e volentieri ridicola e imbarazzante. Non c’è la giusta mentalità nel costruire beat accattivanti né l’adeguata musicalità nello stendere tappeti sonori che accompagnino gli intrecci vocali.
Ogni brano è scarno, essenziale e radiofonico, nel tentativo forse di puntare alla classifica con un sound più immediato e arioso. L’elettronica – è questo il difetto più evidente – dipinge infatti andamenti spensierati e spesso fuori luogo con l’atmosfera raffinata e vagamente malinconica che si respira dalle vocals dei vari cantanti.
E se è ancora possibile riscontrare pezzi dal potenziale stratosferico (la trascinante Disconnect e la magnifica AVO), si piangono lacrime amare per la rovinosa scelta di frantumare qualsiasi altra buona idea con soluzioni scontate, acerbe e soprattutto ripetitive (sfido chiunque a sopravvivere ai nove minuti di The Gloaming). Sembra ci sia un solo, unico, noioso beat che ripercorre ogni canzone, fattore che, con la quasi totale assenza di chitarre e batteria, annichilisce l’udito.
Resta comunque immutata l’eleganza vocale, unico elemento che si può salvare da questo mezzo disastro, nonostante qua e là si capti una certa forzatura e prevedibilità, che incrina la spontanea naturalezza delle voci.
Chiaramente si stima la voglia di sperimentare e collaudare nuovi orizzonti, ma prima di testare sound così diversi dall’originale occorrono idee ben precise e abilità che, dispiace dirlo, i Pure Reason Revolution ancora non hanno.
Disco più atteso dell’anno, e forse tra le più grandi delusioni della mia vita musicale.
Tracklist:
1. Les Malheurs
2. Victorious Cupid
3. i) Keep Me Sane/Insane
4. ii) Apogee iii) Requiem for the Lovers
5. Deus Ex Machina
6. Bloodless
7. Disconnect
8. The Gloaming
9. AVO
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sai cosa sarebbe bello? che tu copiassi un pochetto dal tuo amico Signor Stellato e mettessi qualche link alle canzoni, tanto per rendersi conto! più che altro perchè è una fatica cercarsele, cioè tutto sto digitare e clickare...uff!
RispondiEliminaEh sì, dovrei farlo, ma già ci metto giorni e giorni a scaricare un cd, morirei a cliccare di qua e di là in cerca di video e canzoni e link vari. :-(
RispondiEliminaMa al prossimo giro provo, che poi non si dica che Simone non ascolta i suoi tre lettori. :D