2007, USA, colore, 100 minuti
Regia: James Wan
Sceneggiatura: Ian Jeffers
Nick ha un ottimo lavoro, una splendida moglie e due figli meravigliosi. Ma quando, una sera come le altre, una banda di teppisti ammazza senza motivo e senza pietà suo figlio maggiore, Nick promette vendetta.
Bizzarra la sorte che il Belpaese ha riservato al giovane James Wan. Dopo il fenomeno scaturito, nel bene o nel male, con Saw, la propaganda pubblicitaria che poteva accompagnare ogni successiva opera del regista dagli occhi a mandorla avrebbe garantito facili introiti e sguardi compiaciuti. Invece, il suo secondo film, quell’ignobile omaggio all’horror marionettisco chiamato Dead Silence, arriva direttamente in DVD, stupendo chiunque per la pessima mossa commerciale dei distributori italiani. E stesso, inspiegabile destino tocca anche al qui presente Death Sentence, pellicola che perlomeno promuove il ritorno qualitativo di Wan.
Death Sentence mostra infatti le vere potenzialità di un regista talentuoso che, con la sua seconda opera, aveva balbettato l’incertezza derivata dal successo macroscopico di Saw. Non una marionetta comandata dalle case di produzione, quindi, né tanto meno un innocuo fuoco di paglia. Per fortuna.
Lasciato il mediocre sceneggiatore Leigh Wannell a una semplice comparizione in un cast di volti noti come Kevin Bacon, Kelly Preston e John Goodman, lo script di Ian Jeffers offre situazioni forti e dialoghi ben scritti. Non mancano i momenti bui e certe falle logistiche che fanno sorgere incongruenze e punti di domanda (la polizia che non indaga sullo strano comportamento di Nick e che, nella parte finale, sembra scomparire totalmente), ma sono nei che si accettano più che volentieri di fronte alla naturale caratterizzazione di un uomo distrutto, che impazzisce a poco a poco e che, solo nella carneficina finale, si trasforma in spietato vendicatore.
A consolidare l’intelaiatura di un copione appassionante troviamo una controparte visiva che vede Wan abile orchestratore della mdp. Carrellate fascinose, brusche sterzate frenetiche e piano sequenza enfatici rendono la visione di Death Sentence varia e avvincente, scacciando sin da subito sterilità noiose o facili tentazioni action.
Da segnalare il lunghissimo inseguimento di cui è vittima Nick dopo aver dichiarato guerra ai teppisti, dove si respira pura adrenalina e sudore disperato, e il godurioso massacro che conclude la pellicola (che fotograficamente richiama le atmosfere marce di Saw), con teste che esplodono e gambe che si disintegrano a volontà.
Immancabili le iniezioni commoventi, che sprigionano sbadigli nell’incipit all’insegna di banali home-video casalinghi zeppi di felicità e sorrisi e candeline di compleanno (inevitabilmente visti e rivisti dalla famiglia nei numerosi momenti di sconforto), ma che stupiscono per una certa crudeltà che, qua e là, fa piacevolmente capolino.
Ottima prova di un cast guidato da un titanico Kevin Bacon (indimenticabile la sua goffaggine vendicativa e il suo sguardo smarrito negli ultimi dieci minuti), coadiuvato da uno spietato John Goodman e da una nemesi forse non brillantissima, ma sufficientemente resa viva da Garrett Hedlund.
Piace molto anche il reparto musicale, che crea attenti crescendo di post-rock sinfonico che sfociano in toccanti cori femminili. Sottolinea con intensità i momenti salienti della pellicola ed è supportato da silenzi convincenti che aumentano disagio e angoscia.
Da vedere.
Non è un remake. Il film è basato sul romanzo Death Sentence (1975).
RispondiElimina"Il Giustiziere della Notte" con Charles Bronson è tratto dal romanzo Death Wish (1972).
Devo aver fatto confusione tra informazioni, credenze e ricerche a vanvera sul web. :/
RispondiEliminaGrazie della precisazione. Appena il 56k me lo permette, correggo. :)