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Gli Incubi di Hazel

By Simone Corà | giovedì 20 novembre 2008 | 23:02

di Leander Deeny
205 pagine
Newton Compton Editori
12,90 €

Hazel, un’allegra bambina di otto anni, è ospite della terribile zia Eugenia e del suo antipatico cuginetto Isambard. Con loro vivono un cane con la testa di legno, un gruppo di papere che fumano sigarette, due maiali gemelli siamesi e non solo. Nascosti tra i cespugli, alle estremità del giardino, vivono anche strani mostri come il pitospino, il gorillapardo e lo struzzorana.

Magneticamente irresistibile grazie a una splendida edizione che preannuncia innocenti incursioni macabre in territori burtoniani, l’esordio di Leander Deeny è un libro ingannevole. Stregati dall’ottimo lavoro made in Newton, con una copertina che necessita continui palpeggiamenti (compratelo e capirete), ci si addentra in un universo che richiama ora le atmosfere care al papà di Edward Mani di Forbice, ora una certa letteratura fantastica per bambini di barkeria memoria.

E ci si inginocchia piangendo di fronte alle prime ottanta pagine, che contengono uno stile brillante, fresco e tipicamente british nel costruire frasi divertenti e tormentoni umoristici.
Si ride per la tenera fragilità di Hazel e per la superba superiorità di Eugenia. Si approva l’irresisitibile sottomissione materna di cui è vittima Isambard e le briose caratterizzazioni della servitù. Insomma, si legge con vero piacere e con una furiosa curiosità che macina parole su parole.

Poi, il tracollo.
Improvvisamente, la scrittura perde ogni smalto, si svuota di quella spontaneità comica che sottolineava le disavventure di Hazel e fa proprio un anonimato penoso e monotono. È davvero inspiegabile questo rincoglionimento inaspettato, che delude e distrugge ogni bella speranza riposta nelle prime pagine.
È difficile infatti salvare qualcosa della secoda parte dell’opera, dove Deeny tenta di fare il verso a Walter Moers ma senza avere un briciolo della fantasia incontenibile del favoliere tedesco. La trama ricade su se stessa, offrendo personalità stereotipate (mostri spaventosi che in realtà sono ghiotti di biscotti e hanno un cuoricino tenero sotto sotto... yawn, sai che novità), un saliscendi narrativo privo di emozioni e un pessimo finale, tanto improbabile quanto fastidioso.
Da sottolineare le imbarazzanti escursioni diaristiche in prima persona, il momento più basso di un malloppo di pagine che già da solo rappresenta quanto di più soporifero abbia letto ultimamente.

Troppo facile etichettarlo come romanzo per bambini e sorvolare su tante superificialità e cali di ritmo, soprattutto in virtù di una prima parte spumeggiante e godibilissima. Qui, semplicemente, c’è qualcosa che non va nella scrittura di Deeny, che non può precipitare nell’abisso dopo aver dimostrato potenzialità così effervescenti.

Lo aspetto alla seconda prova.

4 commenti:

  1. Lo devo comprare o no?

    Ian

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  2. Anche se costa poco, secondo me puoi farne a meno. Rischieresti di arrabbiarti.

    La copertina però è così bella... :D

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  3. allora sono caduta nella trappola commerciale della copertina.
    Oggi l'ho comprato.
    Ma prima di iniziare a leggerlo ho letto l'ultima parola del libro . "Dormire".
    E' come un rito.
    Ed ora che in internet si trova di tutto e di più, ho aggiunto tra i miei riti la ricerca google del libro. Saltando considerazioni, saltando tutto ciò che ancora non so.
    Io mi butto, vediamo tra due o tre giorni cosa ne viene fuori...

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  4. Eh, la copertina è stata malefica. Quella maledetta.

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