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Cacciatori di Zombie

By Simone Corà | martedì 10 giugno 2008 | 11:10

Titolo originale: House of the dead 2: Dead Aim
Regia: Michael Hurst
Sceneggiatura: Michael Roesch, Peter Scheerer
Cast: Emanuelle Vogier, Ed Quinn, Sticky Fingaz, Steve Monroe
95’, USA, 2005

Far parte di una squadra di cacciatori zombie, per i duri, cinici e spigolosi Ellis e Nightingale non dev’essere poi così semplice, nonostante le apparenze. Peggio ancora quando l’epidemia appena scoppiata ha l’epicentro in un campus, e sono tutti adolescenti quelli che vagano in cerca di cervello. Per non parlare poi dei militari, affiancati per l’occasione agli esperti in materia, che non ne combinano una giusta. E a questo punto bisogna sforzarsi, tenere duro e lottare tutti insieme perché quel buco in più in testa può salvarti la vita.

Altolà! Sia mai che abbiate sbirciato il titolo originale e vi siate muniti di aglio e crocifissi per scacciare il nemico. Non è il caso di preoccuparsi. Uwe Boll qui non c’entra, e il suo primogenito pargolo deforme offerto al cinema horror non è che un lontano ricordo. Il fatto è che, per un cavillo narrativo neanche poi così imprescindibile, Cacciatori di Zombie si lega al dito un’eredità infame, che getta fango ancora prima che partano i crediti iniziali.
Per fortuna la minaccia è scansata. Cacciatori di Zombie si discosta totalmente dall’operato lacunoso del papà del suo predecessore, costruendosi invece una solida base citazionista e rispettosa nei confronti di chi i zombie li ha inventati. Non è infatti il caso di parlare di innovazioni, né tanto meno di sgangherate intuizioni narrative, visto che Hurst non si prefigge rivoluzioni, ma soltanto una buona dose di liquame di serie b da iniettare direttamente nel cuore.

Eppure la pellicola si rivela un curioso congegno di tensione, marmellate di budella e svarioni umoristici. Ciò che piace di Cacciatori di Zombie è il suo essere volutamente un b-movie, l’umiltà e la schiettezza, che ne fanno una godibilissima indigestione di budella a cervelli spappolati. Perché allora si perdona una sceneggiatura tutt’altro che memorabile. Si perdona una regia scialba e poco incisiva. Si perdona un cast fiacco e legnoso. Si perdona qualche excursus narrativo che sfiora il ridicolo. E si perdona pure il doppiaggio, piatto e monovolume. Perché in Cacciatori di Zombie c’è un bendiddio sbrodolante sangue che merita una visione da parte di tutti gli squilibrati del fandom horror. E tanto basta.

4 commenti:

  1. Sì, lo dice anche Naomi :-p

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  2. Vedi? Ogni tanto siamo d'accordo. :-P
    Saluti!
    - Michael Myers -

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  3. Uè, ciao Mikey! :-)
    Eh sì, ogni tanto siamo d'accordo. Solo qualche volta, però, eh ;-)

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