Durata:
Produzione: USA
Anno: 2007
Per salvare il padre, malato terminale, il giovane Johnny Blaze stringe un patto con il Diavolo, ma il Demonio lo inganna. Anni dopo, Johnny è un famoso motociclista spericolato, e Satana, per fermare alcuni suoi discepoli irrispettosi, lo trasforma in un Ghostrider.
Munito di croci, aglio e acqua santa, mi sono dovuto ricredere su una certa precauzione usata per gustare l’ennesima trasposizione fumettistica. La figura del supereroe a stelle e strisce è qualcosa di molto distante dai miei sensibili sensi di ragno, e, tolti il colosso verde nella visione di Ang Lee e gli uomini pipistrello burtoniani/noliani, nemmeno l’acclamata trilogia aracnide di Raimi o i mutanti superpoterizzati di Singer mi hanno riconciliato con un certo tipo di panorami narrativi che proprio non mi appartengono.
Ghost Rider, invece, pur nel suo piccolo, infimo e pasticciato universo che lambisce più e più volte l’horror laccato, è capace di intrattenere a suon di fuochi, fiamme, belle donne e risate. Occhio, naturalmente niente per cui urlare di giubilo: si tratta infatti di un film ignobile per costruzione narrativa e per tamarraggine incalcolabile, che si regge pericolosamente su uno script grossolano e sempliciotto, con dialoghi che spaziano dal tremendo al disumano.
Ma.
Certo, tolto questo aspetto benvoluto e gli effetti speciali libidinosi, la pellicola ricade disastrosamente su di sé. Johnson è un buon mestierante, e qualche bella immagine (il prologo su tutte) riesce a inquadrarla con buon fiuto, ma poi si trascina in accelerazioni moderniste tanto fastidiose quanto totalmente inutili.
Soprassedibile il cast – guidato da un Nicholas Cage a suo agio sia nelle versione impacciata di Johnny Blaze che nella sua controparte infernale, spaccona e implacabile – che nel complesso confeziona un lavoro onesto, privo sia di ombre che di luci.
Nessuna rivoluzione cosmica o improvvisa esplosione d’intelletto, quindi: Ghost Rider è un film fracassone come tanti altri, non troppo riuscito sul piano narrativo, ma che ha dalla sua un protagonista molto carismatico. Non è che serva molto altro per passare cento minuti in beata serenità.
Non certo un capolavoro, ma mi ha fatto passare due ore divertenti, è uno di quei film fracassoni e godibili per una serata senza impegno.
RispondiEliminaGiusto, fratello
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