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Catacombs

By Simone Corà | martedì 13 maggio 2008 | 13:05

Regia: Tomm Cocker, David Elliot
Sceneggiatura: Tomm Cocker, David Elliot
Cast: Cain Manoli, Radu Andrei Micu, Pink, Shannyn Sossamon, Cabral Ibaka, Ashleigh Rains, Mihai Ogasanu

Durata: 88’
Produzione: USA
Anno: 2007

Perdutasi tra la catacombe di Parigi dopo un rave party sballoso, Victoria si ritrova a scappare da un essere ritenuto leggendario: l’Anticristo, una creatura nutrita a carne cruda e pura cattiveria.

Con propositi claustrofobici e di pura goduria sotterranea, Catacombs irrompe sulla scia dei vari The Descent e Ils, che hanno fatto scuola a suon di cunicoli bui e maleodoranti e secchiate d’angoscia. Ciò che preme sottolineare ai registi/imbrattacarte Cocker ed Elliot è l’aspetto soffocante e assillante della vita sottoterra, bombardando l’ingenuo spettatore con esplosioni di decibel elettrometallici e interminabili fughe da un tunnel all’altro.

Digerito uno spunto narrativo che spoilera senza pietà già a partire dal prologo, si possono aprire anima, mente e corpo alla filosofia tesa e angosciante di Catacombs, che, tradotta, può essere letta come un elefantiaco macigno di cliché e improbabili compromessi strutturali. Ottantotto minuti di inseguimenti e grida belluine, che, a soffrire di eccessivo buonismo, potevano essere facilmente riassunti in un medio o anche cortometraggio. Di sicuro un’opzione che avrebbe giovato alla longevità di un film che muore già dopo i titoli di testa.

In un stupefacente contesto di teschi, ossa e mattoni (la suggestività dell’ambientazione è l’unica virtù di cui Catacombs deve vantarsi meschinamente, grazie a una riuscita accoppiata scenfotografica a opera di, rispettivamente, Christian Niculescu e Maxime Alexandre), resta impressa una manciata di minuti di inaudita brutalità psicologica e fisica, àncora a cui l’intera pellicola si aggrappa con disperazione. Ma non bastano una gamba spezzata e un’imprevedibile presa di posizione a tenere desta l’attenzione, specie se l’azione è sostenuta principalmente da una ripetitività di fondo a tratti sonnifera.

Resta un buon finale, ampiamente prevedibile se si voleva dare una spiegazione logica agli spregevoli buchi narrativi con cui bisogna convivere per tutto il film, ma soddisfacente dal punto di vista della storia e, sorprendentemente, anche da quello personale. Luce in fondo al tunnel che viene poi offuscata con abilità da un ultimo minuto che inneggia al ridicolo e alle risate sguaiate.

Nell’inquinare la splendida atmosfera sotterranea ha la sua porzione di colpa anche un cast di giovani bellocci poco avvezzi alle espressioni facciali, da cui si salva la graziosa e timida screaming queen Shannyn Sossamon che, ricoperta di sangue, ricorda tanto quell’Haute Tension qua e là richiamato per una certa ferocia visiva. C’è anche Pink a timbrare il cartellino, ma oltre a una cascata di riccioli non sa offrire molto altro.

Tenendo conto di una regia pur discreta, almeno quando non si incastra in una soggettiva traballante, terribile compagna di giochi di un montaggio naturalmente iper frenetico, chiude il cerchio un’esagerata baraonda sonora, monocorde e ripetitiva quanto la narrazione, che ruba la scena e sconquassa diabolicamente ogni centimetro di pellicola.

Fiero membro della bolgia di horror estivi targati 2007, Catacombs è comunque un buon rimedio all’insonnia: è questo il suo pregio migliore, specie se si ha la vista annebbiata dopo aver preso un paio di pasticche al gusto birra. Le mie preferite.

2 commenti:

  1. "Catacombs è comunque un buon rimedio all’insonnia": mai frase fu più vera, è una rottura di palle pazzesca.

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  2. Però la tizia lì è carina XD

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