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ULTRAVIOLET

By Simone Corà | martedì 26 febbraio 2008 | 16:32

Regia: Kurt Wimmer
Sceneggiatura: Kurt Wimmer
Cast: Milla Jovovich, William Fichtner, Cameron Bright, Nick Chinlund, Sebastien Andrieu, Ida Martin, Ricardo Mamood, Steven Calcote
Durata: 88'
Produzione: USA
Anno: 2006


In un futuro lontano, è in corso una sanguinosa guerra tra gli umani e gli emofobi, persone contagiate da un terribili virus che li trasforma in vampiri.

È impossibile rimanere se stessi durante la visione di Ultraviolet. La voglia di menar fendenti, esibirsi in calci volanti, mettere in mostra l’ombelico e correre dal parrucchiere a colorarsi i capelli è irresistibile, pari soltanto alla frenesia con cui è doveroso sbattere la testa sul muro. In questi ottanta minuti scarsi, infatti, si invoca continuamente un aiuto esterno, un guizzo narrativo, una sceneggiatura che sia una, o anche solo una palese dimostrazione di intelligenza che, a quanto pare, è stata negata a chiunque abbia preso parte alla realizzazione della pellicola.

Wimmer sbaglia TUTTO in fase di sceneggiatura, a partire da un incipit in cui sembra stia riassumendo le puntate precedenti, scritto senza emozione e con un importanza strutturale pari a zero. Ogni personaggio è spogliato del minimo accenno di caratterizzazione, la storia (in mancanza di altri termini per definire la, ecco, ehm, trama) avanza per crateri narrativi collegati tra loro soltanto da infinti, violentissimi duelli in cui muoiono centinaia di persone ma non si versa una sola goccia di sangue.

Sicuramente meglio il suo lavoro dietro la macchina da presa, impreziosito da masturbazioni visive che in alcuni frangenti fanno addirittura sperare per un proseguio quanto meno decente. Ma è solo un inganno, un’illusione adrenalinica fatta di movimenti impossibili e di un saltuario tecnicismo esasperato – comunque niente che non ci si sia già stufati di vedere ancora nell’era del primo Matrix.

Conclude la carneficina mentale una CG traballante come i sentimenti sprigionati da una Milla Jovovich mai così spenta e da un William Fichtner spaesato e inconcludente.

A un film come Ultraviolet non si richiede di certo spessore, carattere e psicologia, ma qualcosa che abbia almeno a che fare con il cinema, e non con i soli glutei latexati e bei pancini al vento.

4 commenti:

  1. così impari a guardare un film che parla di EMOfobi...

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  2. Purtroppo un film veramente brutto... soprattutto inutile... almeno i vecchi trash anni '80 facevano divertire :(

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  3. L'homo in vitro ha ragione.
    Mea culpa, mea culpa

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